Fauna e volontariato nella quarta puntata di Ozantalk con protagonista Simone Potenza e il progetto SeaTurtle Watcher, impegnati concretamente al servizio delle tartarughe, ospite degli studi delle Officine Multimediali.
é molto importante la collaborazione di tutti i cittadini, molto spesso le segnalazioni di animali in difficoltà arrivano dagli addetti al lavoro in mare.
Anche il monitoraggio delle spiagge è importantissimo e permette a noi volontari di aiutare i nidi, oltre che le tartarughe in difficoltà, le istituzioni potrebbero aiutarci coordinando queste operazioni e i bagnanti potrebbero fare un po’ di attenzione prima di poggiare l’ombrellone in spiaggia
L’appello di Simone per facilitare i lavoro dei volontari.
Ringrazia per l’aiuto ricevuto da associazioni ed enti del territorio, come per esempio la lega navale, gli appassionati di immersioni e lidi balneari, che si rivelano sempre presenti ad aiutare i volontari nel soccorrere le tartarughe.
Traspare da subito l’attaccamento al territorio da parte di Simone che nel 2019 scopre di una nidificazione di una caretta caretta e si precipita a vedere l’evento. Lì conosce Piero Carlino e lo staff del centro di recupero tartarughe marine del museo di storia naturale del Salento.
Nasce prima un’amicizia seguita poi da una collaborazione e la nascita del progetto “SeaTurtleWatcher”, sempre nel 2019: un gruppo di volontari che si occupa maggiormente di monitoraggio delle spiagge, alla ricerca di nidi di tartarughe, e di coadiuvare le operazioni di salvataggio del centro di Calimera.
Simone ci racconta, con molto orgoglio, del suo ruolo di coordinatore e le soddisfazioni che riceve dall’aiutare questi animali indifesi, in via di estinzione, che gli permette di sopportare le fatiche derivanti da questo minuzioso e paziente lavoro di ricerca.
Le tartarughine, infatti, non lasciano tracce molto visibili sulle spiagge che devono essere controllate al mattino presto, poiché il lavoro dei mezzi adibiti alla pulizia e il successivo accesso dei bagnanti cancellerebbe quelle esigue tracce di nidificazioni.
Simone prosegue descrivendoci le possibili razze di tartarughe marine avvistabili nei nostri mari, ossia: la caretta caretta, la più diffusa e quella che spesso nidifica nel territorio ugentino, la kelonia vidas, detta verde e la dermokelis, esemplare avvistabile raramente.
Le tartarughe depongono le uova nel posto in cui sono nate e necessitano di nessuna azione antropica che possa disturbare la deposizione poiché in caso contrario andrebbe via senza nidificare.
Un periodo, quello dell’incubazione, lungo e delicato che dura fino a 40 giorni. Anche la schiusa può durare molti giorni e l’impegno diventa 24 su 24.
Inoltre le tartarughine tendono a seguire, in natura, la luce della luna per conquistare il mare, l’inquinamento atmosferico rappresenta sicuramente un fattore in più che non permette alle piccole di raggiungere il mare.
Descrizione del “rituale” delle piccole tartarughe.
Alla fine della nostra chiacchierata ci parla di un progetto video di SeaTurtle Watcher, nel quale si racconta tutta la storia dell’impegno dei volontari.
Documentario che ora è in visione in diversi festival sparsi per il mondo e potrete vederlo restando aggiornati sui canali social del progetto. Qui i link Centro Recupero Calimera e SeaTurtle Watcher
La natura è sempre più in pericolo e questa storia ci sembrava avesse rilevanza di essere raccontata perché racconta di come ognuno di noi possa essere d’aiuto verso un mondo che ci chiede aiuto!
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