Il nostro viaggio emozionale oggi parte da lontano.
Nasce nel tardo meodievo con un nome curioso “mustaceus”, dal latino “mustum” , nome legato alle antiche ricette contadine con il mosto d’uva, da cui si ricavava il vin cotto. Parte dalla Campania scende in Calabria e poi anche in Puglia. Nel Salento, anni dopo, di generazione in generazione la ricetta verrà rivisitata, in modo particolare nella glassa.
Questo dolcetto scuro, tanto amato dai bimbi e dagli adulti, al quale ogni salentino è così legato.
Ricordi d’infanzia, di paese, di feste patronali, di odore di zucchero filato, di canditi e di mandorle tostate, cannella e anice stellato, polvere di farina e di fuochi d’artificio. Le musiche popolari, i tamburelli e le bande musicali. I fiocchi del tricolore con l’immagine del santo patronale di turno appeso allo specchietto dell’ape del nonno. Le processioni in cui la nonna ti strattonava da un braccio per essere sempre i primi della fila, subito dietro alla statua del Santo, della breccia che ti entrava nelle scarpine nuove, quelle “della festa” nere laccate e lucidissimi.
Per quanto siano composti da un impasto molto semplice a base di cacao e spezie, la difficoltà maggiore la si incontra nel creare la glassa.
Per noi che ai tempi moderni siamo abituate all’uso del termometro in cucina e misuriamo tutto al robot che non sbaglia di mezzo grammo, ci sembra di impazzire quando, sfogliando i vecchi quaderni di ricette ingialliti delle nonne, a fine rigo ci tocca leggere puntualmente quella frase così snervante: e poi… aggiungere cacao e spezie… A sentimento!!!
Ma che vuol dire a sentimento?
Tirate fuori dalla dispensa farina, olio, zucchero e cacao. Ora chiudete gli occhi e lasciatevi trasportare dai profumi e dai ricordi passati, dalla musica delle giostre in lontananza e dal suono delle campane a festa della cattedrale. Io penserò alla precisione voi al resto. Facciamoli insieme.
PROCEDIMENTO
Prova del 9: il naspro è ok solo quando il mustazzolo asciuga subito ( mettiamo il cioccolato fondente, per l’asciugatura istantanea e per dare lucidità. Impensabile, ai giorni nostri, aspettare il vento di tramonta.
Facile no?
Fateli e fatemi sapere!
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