Nobile gesto. L’iniziativa personale del nostro concittadino Biagio Santantonio che armato di cartello si è posto l’ambizioso obiettivo di poter finalmente avere le nostre splendide spiagge libere da quello che è uno dei rifiuti più diffusi e pericolosi allo stesso tempo: i mozziconi di sigaretta.
I filtri delle sigarette, cioè la parte che i fumatori buttano, contengono acetato di cellulosa. Si tratta di una sostanza sintetica ottenuta con un trattamento chimico notevole: per questo motivo impiega svariati decenni a decomporsi. Le microplastiche, una volta ingerite dai pesci, non si dissolvono: rimangono insieme a loro e potenzialmente possono finire nei nostri piatti, in un ciclo chiuso che porta gli esseri umani, specie inquinatrice per eccellenza, a cibarsi dei suoi stessi rifiuti.
Secondo una ricerca ripresa dalla rete televisiva NBC, le sostanze contenute nei filtri sono state ritrovate nel 30% delle tartarughe e nel 70% degli uccelli marini analizzati. Le sigarette, dunque, sono entrate ingiustamente a far parte della catena alimentare di questi animali.
Ma quante sigarette ci sono nei nostri mari e nelle nostre spiagge? Difficile dirlo dopo anni e anni di fumo ininterrotto. L’organizzazione Ocean Conservancy, composta da pulitori volontari, ha raccolto 60 milioni di mozziconi in trent’anni, raggiungendo con questo numero impressionante circa un terzo circa del totale dei rifiuti raccolti. Per rimediare all’inciviltà umana, alcune aziende propongono filtri biodegradabili, mentre alcune amministrazioni locali (ad esempio quella di San Francisco in California) impongono una sovrattassa di 60 centesimi ogni pacchetto di sigarette, teoricamente per ripagare i costi di raccolta e smaltimento, praticamente anche per tentare di scoraggiare il consumo di questo prodotto.Insomma, lasciare i mozziconi in spiaggia è un danno gravissimo all’ambiente e alla salute. Ma anche fumare una sigaretta produce effetti negativi sull’ambiente, molti di più di quelli che ci si potrebbe immaginare. Lo scorso anno, infatti, era partita dal Codacons una proposta, che vietava anche il fumo in spiaggia.
Secondo una ricerca dell’Istituto nazionale dei Tumori di Milano, infatti, l’inquinamento generato dalle sigarette fumate sotto gli ombrelloni può superare persino quello che si registra in una zona a elevato traffico di auto. La combustione di una sigaretta riesce a inquinare più delle polveri sottili provenienti dai gas di scappamento di un’automobile. Un esempio virtuoso, in tal senso, arriva dalla spiaggia di Bibione, in provincia di Venezia, che è stata la prima località balneare italiana ad aver bandito il fumo sulla battigia nel 2014, ottenendo risultati significativi.
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