La totale assenza di controlli ha consentito anche quest’anno l’abbattimento di un muretto nei pressi del bacino spunderati permettendo alle auto di percorrere e parcheggiare sulle dune a soli 20 metri dalla battigia. Una situazione tragica che coinvolge anche la zona di Punta del Macolone, una zona in cui il delicatissimo equilibrio ambientale è stato ormai irrimediabilmente compromesso dalle centinaia di macchine che tutti i giorni percorrono questo tratto retrodunale in cerca di parcheggio, in una zona dove, ricordiamolo tutti, la sosta e il transito dei mezzi dovrebbe essere vietato.
Tutto questo all’indomani dell’arrivo delle osservazioni che stravolgeranno il piano parco improntato dal Comune di Ugento, che dopo più di dieci anni sembra non aver ancora trovato il bandolo della matassa nella gestione di un parco che fino ad ora ha rappresentato una perdita secca per le tasche degli ugentini.
La cosa peggiore è che di fatto il parco Litorale di Ugento in queste condizioni sta significando il blocco dello sviluppo turistico del nostro territorio, con anacronistiche e incomprensibili prescrizioni che impediscono importanti investimenti in zone che altrimenti, come dimostrano anche le immagini, sono destinate a diventare discariche a cielo aperto. Sono decine i progetti milionari che in quest’anni non hanno visto la luce a causa anche delle restrizioni dovute all’istituzione del parco regionale.
In tutto questo il Parco Litorale di Ugento manca ancora di un centro informazioni, mancano le mappe, la maggior parte dei cartelloni installati nel tempo sono scoloriti o vandalizzati, non esistono servizi, anche solo una semplice panchina per potersi sedere a bordo dei bacini. Tutto questo dopo milioni e milioni di euro pubblici spesi in questo che appare a tutti come un vorace buco nero, che fino ad ora non ha visto portare un solo euro di beneficio al territorio, con investimenti che hanno visto, come al solito, finire ingenti capitali pubblici fuori paese.
Più di una volta l’ex sindaco Massimo Lecci ha chiesto ai cittadini di avere pazienza, ma il tempo a disposizione dell’ambiente e dell’economia ugentina sembra ormai arrivato agli sgoccioli. Risponda almeno a una semplice domanda l'(ex) sindaco Lecci: a cosa serve un parco in queste condizioni?
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