
Come riportato all’interno dell’articolo, nella questione è intervenuto anche il consigliere regionale Paride Mazzotta, che si è attivato per chiedere tutta la documentazione necessaria a stabilire la corretta evasione della pratica che ha portato il Comune di Ugento a beneficiare di un contributo pubblico di 380mila euro. In particolare Mazzotta si sofferma sull’autodichiarazione fornita dall’allora sindaco di Ugento Massimo Lecci, che attestava, come richiesto dal bando, di avere la piena disponibilità dei terreni interessati dal progetto.
Poiché ci risultava, e ci risulta, che non siano state completate le procedure di esproprio delle aree, come invece dichiarato dal Comune avevamo depositato formale richiesta di accesso agli atti. Ed oggi apprendiamo che dovremmo fidarci dell’autocertificazione a firma del sindaco di Ugento. Ma vogliamo ugualmente essere certi della completezza e regolarità delle carte.
Poiché le aree sono private, si deve procedere agli espropri altrimenti la Regione chiuderà il portafoglio anche nel consiglio comunale si sono occupati della vicenda. Il consigliere Giulio Lisi ha chiesto, durante la seduta, di ritirare il punto all’ordine del giorno proprio per avere prima un quadro chiaro della questione.
Ora, c’è bisogno di un intervento della giunta regionale, la comunità già ha espresso il suo forte dissenso sulla realizzazione dell’ecomostro, che dovrebbe realizzarsi in una delle zone turistiche più di pregio del territorio. Se poi le carte non sono in regola, allora c’è un motivo in più per fare un passo indietro e, stando così le cose, solo la Regione può mettere la parola fine dopo aver compiuto un approfondimento rigoroso sulla completezza della documentazione presentata dal Comune di Ugento. La palla ora passa alla Regione e noi restiamo in attesa.
La dichiarazione di Mazzotta resa a Lecceprima.it
Proprio per questo il gruppo politico di opposizione ha da poco pubblicato un sintetico post su Facebook, che sottolinea proprio il fatto che:
Nel caso in cui si accertasse che l’autocertificazione fosse in qualche modo falsa, ci auspichiamo l’immediato intervento della magistratura perché autocertificare il falso è un reato molto grave soprattutto se messo in atto da un pubblico ufficiale nell’esercizio delle sue funzioni e se resa al fine dell’ottenimento di fondi pubblici.
il post apparso su Facebook
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