Attualità
Non chiamatela Via Crucis Vivente
Si è svolto sabato scorso nella cornice dell’ex chiesa di Santa Filomena a Ugento la conferenza stampa di presentazione della prossima rappresentazione della Via Crucis. Presenti il vicepresidente dell’associazione organizzatrice Donatello de Nuzzo, l’assessore Chiara Congedi e il regista che ha voluto esordire con il titolo “non chiamiamola Via Crucis Vivente“, spiegando e addentrandosi nelle peculiarità del suo concetto di spettacolo.
inviti_05-2Ispirata alle sacre rappresentazioni della tradizione cristiana cattolica sin dal Medioevo e
Il comunicato dell’Associazione Via Crucis
vivamente apprezzata nelle passate edizioni da un pubblico sempre più numeroso e partecipe, la domenica delle Palme ritorna, nella sua XV edizione, la Via Crucis vivente che sotto
la regia di Alberto D’Ambrosio porteremo in scena nella splendida ambientazione di Piazza
S. Vincenzo. Una edizione speciale questa, che segna la ripartenza del nostro evento dopo
tre anni di stop forzato a causa della pandemia. Riprenderla ha il sapore della rinascita, del
ritorno ad una quotidianità smarrita in alcuni momenti del nostro passato recente anche se,
ancora attualmente diversi scenari foschi e drammatici si presentano persino nella parte del
mondo più vicina a noi. Ci è mancata molto la Via Crucis in questi tre anni: è mancata a noi
come Associazione, ai nostri concittadini, ai tanti spettatori dei paesi vicini che con la loro
presenza sempre più numerosa partecipano a questo evento ormai diventato un appuntamento atteso e irrinunciabile ma finalmente, ritorniamo in scena. Il lavoro paziente, silenzioso e umile del presidente Gianluca De Marco e quello dei suoi collaboratori ce lo permette
nonostante la ristrettezza dei tempi.
Non è facile essere originali nel racconto di quella storia millenaria, patrimonio collettivo
dell’occidente cristiano e non solo. Di essa conosciamo la trama e i protagonisti, il finale differente può essere solo il modo di presentarla salvaguardandone la sacralità e la tradizione.
E proprio per questa ragione ogni anno il canovaccio viene rivisto e rinnovato nella scrittura e nelle scene con testi classici e/o contemporanei di grandi autori che la arricchiscono di
nuovi spunti e nuove sfumature rendendola sintesi perfetta tra fede e tradizione, in un clima
di profondo raccoglimento e partecipazione.
Partecipazione che è anche il sentimento portante della narrazione teatrale di questa esperienza comunitaria che ha come interpreti attori di una sera, uomini e donne che con grande
passione hanno messo da parte il loro tempo e i loro impegni personali per dare vita a questa
performance teatrale, è questo il senso della nostra Via Crucis. Partecipazione, non importa
se credenti o meno.