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15 anni senza Peppino Basile. 15 anni senza verità

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Oggi l’omicidio di Peppino Basile ha compiuto 15 anni. Tre lustri passati senza sapere chi fu che nella notte tra il 14 e 15 giugno 2008 uccise efferatamente il consigliere comunale di Ugento, fino allora impegnato in innumerevoli battaglie che portava avanti con la sua accesa passione.

Personalmente rimane l’amarezza dell’ultimo incontro avuto con Peppino, il giorno prima della sua morte, nel quale avemmo una delle nostre solite litigate, non ricordo neanche per cosa. Discutevamo spesso e con passione, la stessa passione che tutte le estati lo costringeva a spendere quei pochi spicci che gli erano rimasti per far giocare noi ragazzini nei vari tornei calcistici della zona. Penso sia questo il ricordo più vero e autentico da tramandare ricordando la figura di Peppino. Un uomo generoso e pieno di passione, che non aveva paura di esporsi e di battersi per le sue idee; una persona a cui siamo tenuti a riconoscere, aldilà del credo politico o delle simpatie altrui, il dovuto rispetto, passando innanzitutto dal ricordo.


Per questo sono sicuro che tutti saremmo felici di leggere una targa con su scritto “Giuseppe Basile, ucciso per le sue idee” accanto ad un piccolo monumento che lo ricordi.


E se dovesse essere troppo un monumento, si potrebbe approfittare del nuovo quartiere che sta per nascere proprio vicino a casa di Peppino, magari pensando a lui per il nome di una nuova piazza.

Fa davvero male quindi, a 15 anni dalla scomparsa dell’amico Peppino Basile, constatare come la ricerca di verità sulla sua morte si sia praticamente bloccata, persa, confinata in un dimenticatoio nel quale è stata scientificamente rilegata. Neanche le interessate istanze di alcuni sciacalli politici che pur hanno provato a sensibilizzare l’opinione pubblica sono servite a far vacillare la maggioranza che governa questo paese, da sempre impegnata nel voler far dimenticare la figura di Peppino.

Oggi vediamo che anche questi sciacalli non parlano più, comprati con un piatto di lenticchie dal potere di oggi, lo stesso potere che ha goduto nel vedere Peppino morto, lo stesso potere che ha riso delle nostre coscienze trasportando il feretro del buon Peppino.

Ma io non dimentico, noi non possiamo dimenticare.

Ciao Peppino.

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Riccardo Primiceri

Videomaker, Fotografo, Giornalista ed esperto di marketing digitale. Tutto questo dopo aver vissuto dieci anni a Bologna ed esser tornato in Salento. Oggi dirigo la redazione di Ozanews, la comunicazione di Ugento Calcio e le iniziative di Officine Multimediali ETS mentre continuo a lavorare per i miei clienti storici.

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Riccardo Primiceri

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