Politica
Il “sistema” del PD in Puglia sta crollando
I segnali erano già nell’aria da tempo, ma il cambio di governo e il conseguente “nuovo vento” che sferza anche la Puglia non ha fatto altro che accelerare la detonazione di un “sistema” che da tempo, anche questa testata, continua a denunciare.
Parliamo del Partito Democratico e tutte le sue infinite declinazioni pugliesi, con gruppi di fuoco e signori delle tessere che da anni hanno occupato militarmente le sedi decisionali di un partito mai nato e tenuto in ostaggio da vecchi naufraghi della scomparsa Democrazia Cristiana.
Le dimissioni immediate di “Miss Preferenze”, l’assessora Anita Maurodinoia arriva un mese dopo lo scandalo di Bari, che ha visto Michele Emiliano diventare suo malgrado protagonista di una faccenda grottesca e che dimostra plasticamente il modo di fare politica di questa classe dirigente: all’onestà si preferisce la furbizia, alla trasparenze l’omertà, in un giro di giostra su cui solo gli amici fidati possono salire.
Un sistema che anche noi denunciamo da tempo e che si può pragmaticamente rivedere in alcuni atti amministrativi del Comune di Ugento, che soprattutto negli ultimi anni, non ha mancato di assegnare centinaia di migliaia di euro pubblici ad associazioni e coop vicine al PD e ai i suoi big locali.
L’assegnazione diretta della gestione dei beni museali, con la forzatura legale consistente nella trovata finanziaria messa in opera per non superare la soglia di 150 mila euro (soglia oltre la quale non è possibile procedere con l’affidamento diretto), l’assegnazione con lo stesso metodo del servizio di trasporto estivo ad una ditta già fallita, ma domiciliata nello stesso feudo politico della prima, non fanno altro che confermare i nostri sospetti. E ancora gli innumerevoli incarichi pubblici assegnati sempre alla stessa coop di spettacolo e alla stessa associazione per eventi di dubbia riuscita e campi estivi mai veramente partecipati. Fino ad arrivare al contestatissimo concerto di Fiorella Mannoia lo scorso agosto, un evento che più che pubblicità ha portato una sassaiola di polemiche e sospetti soprattutto nei confronti di un esponente locale proprio del PD.
Ma non è solo questo, polemiche striscianti sono sempre più percepibili intorno alla questione legata alla Cooperativa di Comunità di Ugento, presieduta dall’ex segretario cittadino del PD in quota Renzi nella corrente di Loredana Capone. Questo in conseguenza del progetto “Comunità in movimento”, costato alla collettività 25mila euro, parte dei quali finiti in spese di promozione fatturate sempre alla stessa azienda, riconducibile sempre allo stesso consigliere comunale.
Un sistema collaudato, nel quale difficilmente si scorgerà un reato, dove la colpa non è solo del politico di turno ma anche di noi cittadini, detto che dell’opportunità politica ed etica non importa più un fico secco a nessuno. Perché se per un associazione cittadina non c’è niente di strano nel ricevere un finanziamento tramite l’intermediazione dell’amico politico, non vedrà poi, allo stesso modo, niente di strano nel rivolgersi all’azienda proprio di quel politico per alcune prestazioni professionali nello stesso ambito. Continuando ad ungere la stessa catena, dello stesso sistema, qui al sud del sud dei santi.