“Liberi dalla sudditanza barese”. Con queste parole, cariche del peso di undici anni di battaglie, il consigliere regionale Paolo Pagliaro torna a scuotere gli equilibri della politica aeroportuale pugliese. Una mozione presentata in Consiglio regionale riaccende i riflettori su un progetto ambizioso quanto controverso: la nascita di AdS, Aeroporti del Salento, società autonoma che mira a strappare il controllo dei cieli salentini dalla gestione di Aeroporti di Puglia.
Il progetto, emerso dalle ceneri della vecchia proposta SEAS del 2014, si presenta oggi con un nuovo nome ma con la stessa visione rivoluzionaria: liberare Brindisi, Grottaglie, Lecce-Lepore e Galatina dalla “visione Bari-centrica” che, secondo Pagliaro, ha relegato il Salento al ruolo di comprimario nel panorama aeroportuale pugliese.
I numeri, d’altronde, parlano chiaro. Nel silenzio assordante delle piste brindisine, risuona l’eco dei 6,4 milioni di passeggeri che nel 2023 hanno scelto Bari, mentre lo scalo salentino si è dovuto accontentare di 3,1 milioni di viaggiatori. Una disparità che si fa ancora più marcata sul fronte internazionale: 45 destinazioni contro 21, in un confronto impari che costringe migliaia di salentini all’esodo verso il capoluogo barese.
La denuncia non è nuova. Come già documentato nell’inchiesta “Ozan Doc” della nostra testata, il sistema dei trasporti salentino appare oggi come un gigante dai piedi d’argilla: una rete ferroviaria inadeguata, collegamenti su gomma insufficienti, l’assenza di una vera intermodalità.
Ma è proprio Antonio Maria Vasile, presidente di Aeroporti di Puglia, a gettare ombre sul progetto. Chiamato in audizione in Commissione Trasporti del Consiglio regionale esattamente un anno fa, ha già risposto con un secco “no” alla proposta di cofinanziamento della continuità territoriale per l’Aeroporto del Salento, misura inserita nella legge di bilancio 2025.
Ma le sfide sono titaniche. La sostenibilità economica del progetto, la necessità di investimenti infrastrutturali massicci, le inevitabili resistenze politiche: sono questi gli ostacoli che AdS dovrà superare per trasformare il sogno dell’indipendenza dei cieli salentini in realtà.
In gioco non c’è solo il futuro del trasporto aereo, ma l’intero sviluppo economico e turistico di un territorio che, come sottolinea Pagliaro, “non può più permettersi di restare isolato”. La partita è appena iniziata, e il Salento attende di scoprire se questa volta il vento del cambiamento sarà abbastanza forte da spazzare via anni di immobilismo e disparità.
Nel frattempo, mentre la politica discute e i progetti si accavallano, migliaia di viaggiatori salentini continuano il loro pellegrinaggio verso Bari, in attesa che il loro territorio possa finalmente spiccare il volo verso un futuro di vera autonomia aeroportuale.
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