C’è qualcosa di paradossale nella politica ugentina. Se altrove Fratelli d’Italia rappresenta il partito di governo per eccellenza, qui il suo ruolo appare più ambiguo e contraddittorio. Con l’annessione del Movimento Regione Salento nelle fila del partito di Giorgia Meloni, la pattuglia azzurra si ingrandisce, vantando ora due assessori e due consiglieri comunali. Il problema? Sono consiglieri di minoranza.
In un panorama politico lineare, chi governa è in maggioranza, chi critica sta all’opposizione. A Ugento, invece, Fratelli d’Italia sembra avere un piede in entrambi i campi. Da un lato, con i suoi assessori Enzo Ozza e Alessio Meli, partecipa attivamente alla gestione della città; dall’altro, con i suoi consiglieri Tiziano Esposito ed Ezio Garzia, recentemente confluito dal Movimento Regione Salento, si oppone alla stessa amministrazione di cui fa parte. Un cortocircuito politico che rischia di disorientare elettori e militanti.
Il vero ago della bilancia, tuttavia, resta il Partito Democratico. Il consigliere Vincenzo Scorrano regna sotto l’egida di Massimo Lecci, il grande manovratore che, dietro le quinte, tira le fila della giunta. Un assetto che lascia Fratelli d’Italia sospesa tra il ruolo di scendiletto del PD e la tentazione di un’opposizione più netta.
La questione ora è chiara: Fratelli d’Italia deve decidere. O conferma la sua partecipazione alla giunta, accettandone pienamente le dinamiche, oppure ne esce, ponendosi come forza di alternativa. Continuare a restare in bilico rischia di trasformare il partito in una sigla senza identità, incapace di incidere realmente sulla politica locale.
Ma questa scelta non è solo una questione di coerenza politica, è anche una decisione che potrebbe cambiare gli equilibri del governo cittadino. Se Fratelli d’Italia dovesse uscire dalla maggioranza, l’amministrazione Chiga-Lecci, già fragile e segnata da una gestione traballante, potrebbe subire un colpo decisivo. La perdita di due assessori sarebbe un segnale di sfiducia pesante, tale da minare la stabilità della giunta e aprire scenari di crisi politica, dopo l’addio dello scorso anno dell’ex assessore Venneri e la costante crisi di nervi dell’assessore Chiara Congedi.
Se la coerenza ha ancora un valore, Fratelli d’Italia deve chiarire il suo futuro a Ugento. Perché governare e contestare allo stesso tempo non solo è incoerente, ma soprattutto inefficace. La scelta che si profila non riguarda solo il destino del partito locale, ma potrebbe segnare la fine dell’attuale amministrazione, con tutte le conseguenze che ne deriverebbero per la città e i suoi cittadini.
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