Ambiente e Territorio

Discarica di Ugento, la minoranza del Comune contro la Regione: “Ci chiamano sito strategico, ma è una condanna”

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A Ugento la pazienza è finita. Dopo anni di battaglie, promesse disattese e silenzi istituzionali, la minoranza consiliare del Comune ha deciso di alzare la voce con un comunicato che non lascia spazio ai fraintendimenti: la Regione Puglia va avanti come se nulla fosse, incurante delle proteste dei cittadini e dei territori.

La goccia che ha fatto traboccare il vaso è la determina AGER del 9 maggio 2025, che non solo conferma la prosecuzione dell’attività della discarica Burgesi, ma la inserisce anche tra i siti “strategici” della programmazione regionale per la gestione dei rifiuti. Parola che, per la comunità, ha il sapore amaro di una condanna.

“Strategico significa che questo sito, nato come discarica di soccorso, rischia di non chiudere mai”, scrivono i consiglieri Ezio Garzia, Giulio Lisi, Fabiola Musarò, Laura De Nuzzo e Tiziano Esposito. “E con esso resteranno anche tutte le conseguenze sanitarie, ambientali e sociali che da anni stiamo denunciando”.


Un ampliamento che il territorio non voleva

La vicenda è nota: la Regione, con la delibera di febbraio 2025, ha deciso di ampliare la discarica di 190.000 metri cubi, giustificando la scelta con la necessità di far fronte alla saturazione del sito di Autigno, a Brindisi. In sostanza, si è scelto di spostare il problema da una parte all’altra della Puglia, senza risolverlo.

Ma per i cittadini di Ugento e dei comuni vicini, questa non è solo una questione tecnica. È la storia di un territorio che da decenni vive all’ombra di una discarica e che vede ogni giorno le proprie richieste di tutela rimanere inascoltate.

“Le proteste, i cortei, gli articoli, gli striscioni sembrano essere stati ignorati. Mentre la popolazione chiede chiusura e bonifica, le istituzioni programmano l’esatto contrario”, si legge nel comunicato della minoranza.


Un tema che brucia è quello della “narrativa dell’emergenza”, usata – secondo la minoranza – per giustificare decisioni prese senza reale confronto con i territori. La discarica di Ugento, nata come “di soccorso”, avrebbe dovuto avere un ruolo temporaneo. E invece, a ogni passo, la prospettiva della chiusura si allontana.

“Ci stanno prendendo in giro da anni. Con parole come ‘emergenza’, ‘soccorso’, ‘necessità’. Ma l’emergenza vera è nella salute di chi vive qui, nella dignità calpestata, nell’arroganza politica che ci tratta come numeri”, denunciano i consiglieri.

Una denuncia che non è solo simbolica: nel Salento, i dati sulle patologie tumorali legate a inquinamento e contaminazioni ambientali sono tra i più preoccupanti della regione. Per questo, la questione della discarica non viene percepita come un semplice problema di gestione rifiuti, ma come una ferita aperta sulla pelle della comunità.


“Ci resta solo la via dei ricorsi”

Nel comunicato, la minoranza esprime anche la delusione per l’assenza di risposte concrete e lancia un appello: l’unica speranza rimasta sono i ricorsi presentati dalle amministrazioni e dai comitati locali.

“Qui non è solo una discarica. È la dignità di una comunità che chiede aiuto”.

Le parole dei consiglieri arrivano dopo settimane di tensioni crescenti. Prima le audizioni in Commissione Ambiente, poi le dichiarazioni del consigliere regionale Paolo Pagliaro che ha accusato la Regione di usare Ugento come merce di scambio per compensare le perdite economiche del gestore. Ora, anche la minoranza prende posizione, a dimostrazione che la questione non è solo tecnica o politica, ma profondamente sociale.

LA NOTA COMPLETA PERVENUTA IN REDAZIONE

DISCARICA DI UGENTO: LA  REGIONE PUGLIA TIRA DRITTO, I CITTADINI  E I TERRITORI RESTANO INASCOLTATI

Mentre i cittadini continuano a opporsi alla discarica e alla sua sopraelevazione, la Regione Puglia procede indisturbata con atti ufficiali che autorizzano non solo un ampliamento di 190.000 mc di rifiuti, ma addirittura dichiarano il sito “strategico”.

Una parola che pesa come una condanna: “strategico” significa che questo sito, nato come discarica di soccorso, rischia di non chiudere mai, trasformandosi in un impianto perenne, con le relative conseguenze sanitarie, ambientali e sociali.

Tutto avviene in silenzio. Le proteste, i cortei, gli articoli, gli striscioni sembrano essere stati ignorati. Mentre la popolazione chiede chiusura e bonifica, le istituzioni programmano l’esatto contrario, lavorando nei documenti alla riconversione dell’impianto e al prolungamento della concessione.

A febbraio Hanno  approvato altri 190.000 metri cubi di rifiuti, una montagna in più.

E nel frattempo? Silenzio. Totale.

I rumori delle proteste, i cortei, le audizioni, gli articoli, gli striscioni ecc.. sono serviti solo a spegnere per un po’ la vergogna, a dare l’illusione che qualcuno ci ascoltasse.

Ci stanno prendendo in giro. Da anni.
Con parole come “emergenza”, “soccorso”, “necessità”. Ma l’emergenza non è nei rifiuti: è nella salute di chi vive qui, nella dignità calpestata, nell’arroganza politica che ci tratta come numeri.
Eppure siamo persone. Famiglie. Bambini.
Siamo quelli che ogni giorno respirano quell’aria e si chiedono se sarà l’ultima senza diagnosi.

Ci viene detto che il sito resterà attivo fino al 2026, ma tutti sappiamo cosa vuol dire “discarica di soccorso”: non finirà mai.

Le speranze sono tutte nei vari ricorsi istruiti dalle varie amministrazioni e dal comitato.

Perché qui non è solo una discarica. È la dignità di una comunità che chiede aiuto.

       I consiglieri comunali di
Minoranza del
Comune di UGENTO

Ezio Garzia, Giulio Lisi, Fabiola Musarò , Laura De Nuzzo , Tiziano Esposito

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