Editoriali

Quella pista chiamata via del mare

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Puntuale come un appuntamento con la cattiva sorte, ogni estate torna a imporsi sotto gli occhi di tutti il problema irrisolto della strada provinciale Ugento – Torre San Giovanni e della litoranea salentina.

Strade che, da decenni, invece di evolversi in arterie moderne e sicure, restano imprigionate in una condizione precaria e pericolosissima. Una via di mare che sembra più una pista per le corse clandestine.Ogni estate si ripete lo stesso copione. E anche quest’anno, come se nulla fosse cambiato, i sinistri si moltiplicano, lungo tutto il tracciato. Incroci pericolosi, segnali inefficaci, stop installati in punti secondari mentre quelli davvero a rischio vengono ignorati.

Lo si è notato nell’ultimo grave sinistro, avvenuto pochi giorni fa, poco prima dell’incrocio per la nuova Ugento: un ciclomotore e un furgoncino si sono scontrati. Poteva finire molto peggio. Ma la tragedia non può essere sempre evitata solo per fortuna.A rendere la situazione ancora più insostenibile sono le testimonianze dei cittadini, che denunciano – da anni – vere e proprie gare clandestine nel tratto noto come “Contrada Tagliamento”. In quel rettilineo, nonostante un limite ufficiale di 70 km/h, auto e moto sfrecciano a velocità folli, arrivando anche ai 200 km/h, trasformando la strada in un circuito illegale a cielo aperto. A nulla servono i proclami. A nulla servono le promesse.

Servono soluzioni immediate e concrete.È giunto il tempo di installare autovelox fissi, non per fare cassa, ma per salvare vite. Per attivare un meccanismo virtuoso di bonus-malus, basato sulla civiltà e sul rispetto delle regole. Chi rispetta la legge va premiato, chi corre e mette in pericolo la vita degli altri deve pagare. È giusto che le sanzioni generate vengano reinvestite sul territorio: in sicurezza stradale, in manutenzione, in educazione civica e ambientale.Non è più accettabile che ogni estate sia una roulette russa. Le famiglie si spostano, i turisti arrivano, i residenti subiscono. E le istituzioni? Mutano stagione, ma restano ferme. Nel frattempo, l’asfalto continua a ingoiare sangue e paura.

Basta con la retorica, basta con le dichiarazioni d’intenti.Questa non è più solo una strada, è il simbolo del fallimento amministrativo di un’intera area, di una visione che non arriva mai. Una via che dovrebbe unire la città al mare, e invece separa i cittadini dalla sicurezza.Se davvero teniamo al nostro territorio, se davvero crediamo nello sviluppo turistico e umano di Ugento, allora cominciamo dalle basi: rendiamo sicura la nostra via del mare. Prima che sia troppo tardi e purtroppo per qualcuno lo è già stato.

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Riccardo Primiceri

Videomaker, Fotografo, Giornalista ed esperto di marketing digitale. Tutto questo dopo aver vissuto dieci anni a Bologna ed esser tornato in Salento. Oggi dirigo la redazione di Ozanews, la comunicazione di Ugento Calcio e le iniziative di Officine Multimediali ETS mentre continuo a lavorare per i miei clienti storici.

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Riccardo Primiceri

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