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Continua la lotta di Pagliaro sul tributo 630

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La questione del tributo 630 torna prepotentemente al centro del dibattito politico pugliese. Dopo mesi di polemiche e proteste del mondo agricolo, il consigliere regionale Paolo Pagliaro (Forza Italia – gruppo La Puglia Domani) ha annunciato che nel prossimo Consiglio regionale verrà nuovamente presentato il suo emendamento per lo stop al balzello, finora ostacolato in aula dal governatore Emiliano, dall’assessore Pentassuglia e dalla presidente Capone.

Pagliaro punta il dito contro il Partito Democratico, accusato di “testacoda elettorale” dopo aver inserito la sospensione del tributo tra i punti del proprio programma per le regionali di novembre:

“Li inchioderemo a questa promessa elettorale – ha dichiarato –. La sospensione deve avvenire prima e non dopo il voto, altrimenti sarà l’ennesimo tentativo di raccogliere voti del mondo agricolo, finora calpestato e umiliato dal centrosinistra”.

Un tributo contestato da anni

Il tributo 630 è legato al Consorzio di Bonifica Centro Sud Puglia, responsabile della manutenzione idraulica e territoriale. Secondo Pagliaro, però, “quelle cartelle non dovevano essere emesse, perché il Consorzio è inadempiente e non garantisce i servizi dovuti”.
Da qui la linea del consigliere azzurro: “Senza benefici, il tributo non è dovuto. Quindi stop immediato alle cartelle”.

L’ombra della Corte dei Conti

Il tema assume ulteriore rilevanza dopo che la Corte dei Conti ha inviato, l’8 settembre, una richiesta di chiarimenti alla Regione Puglia con scadenza 3 novembre. Otto i punti sotto osservazione: organizzazione del Consorzio, attività istituzionali e negoziali, gestione finanziaria, vigilanza regionale, contributi pubblici, indebitamento e piani di riequilibrio.
“Le carte faranno emergere molti punti oscuri – accusa Pagliaro –: dalle spese legali fuori controllo agli incarichi a legali esterni, come quello da 52mila euro all’avvocata Camerlengo, originaria del Beneventano come il dirigente del Dipartimento Agricoltura della Regione. E ancora: la nomina di un biologo a direttore dell’Area Agraria e il doppio ruolo del commissario del Consorzio, che è anche direttore dell’Arif”.

Una battaglia politica e sociale

La vicenda del tributo 630 non riguarda solo i conti del Consorzio, ma tocca direttamente la vita di migliaia di agricoltori pugliesi, che da anni denunciano di pagare senza ricevere servizi in cambio.
Per Pagliaro, questa è “la prova del fallimento politico e gestionale della Regione Emiliano, incapace di vigilare e contrastare le anomalie del Consorzio”.

Il prossimo Consiglio regionale si preannuncia dunque cruciale: la promessa di sospensione del tributo, rilanciata in campagna elettorale, dovrà essere tradotta in atti concreti.

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