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Ambiente e Territorio

Agrivoltaico da 18 MWp a Ugento: si avvia il procedimento per la V.I.A.

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Agrivoltaico Da 18 MWp A Ugento
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C’è un grande progetto che sta per approdare alla prova dei fatti.
A Ugento, nelle campagne tra muretti a secco e uliveti, una società privata vuole costruire un impianto agrivoltaico da 18 megawatt, integrato con un sistema di batterie di accumulo tra i più grandi mai proposti nel basso Salento.
La prossima settimana il progetto arriverà alla conferenza dei servizi presso la Provincia di Lecce, tappa cruciale per la decisione sulla Valutazione di Impatto Ambientale.

A prima vista, si tratta di un passo avanti verso la transizione energetica. Ma sotto la superficie di pannelli e numeri si muovono interessi, promesse e interrogativi che toccano il futuro del territorio.

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Il progetto e i suoi numeri

Il proponente è la Altea Independent Power Producer Srl, società che fa capo al gruppo Altea Green Power.
Il piano prevede un impianto agrivoltaico avanzato da 18,125 MWp in immissione e un BESS (Battery Energy Storage System) da 6,43 MW.
L’area interessata, circa 26 ettari di campagna ugentina, ospiterà quasi 26.000 pannelli fotovoltaici montati su strutture mobili che seguiranno il movimento del sole.

A differenza dei classici impianti a terra, questo modello promette di conciliare produzione energetica e agricoltura.
Sotto i moduli, alti oltre due metri, resteranno spazi per le colture e per il passaggio di mezzi agricoli.
La società assicura che almeno il 70% del terreno continuerà ad avere un uso agricolo, e che la copertura dei moduli non supererà il 40% dell’area totale.

Un equilibrio teorico, però, tutto da verificare. Le Linee Guida del Ministero dell’Ambiente parlano chiaro: perché un impianto sia davvero “agrivoltaico”, serve un piano agronomico dettagliato e un monitoraggio continuo delle rese agricole, della fertilità del suolo e del microclima.
Il progetto Altea cita questi obiettivi, ma rimanda i dati concreti a una relazione agronomica separata. E sarà proprio lì che i tecnici provinciali dovranno guardare con attenzione.

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La mappa del progetto mostra un mosaico di terreni agricoli attraversati da muretti a secco e punteggiati da piccoli fabbricati rurali.
Gli elaborati tecnici promettono di preservare integralmente questi manufatti e di non toccare le strutture esistenti, garantendo fasce di rispetto e barriere vegetali per mascherare l’impatto visivo dell’impianto.

Ma il tema resta delicato. In un territorio in cui l’identità paesaggistica è parte del valore economico e turistico, l’arrivo di un impianto industriale di questa scala suscita inevitabili perplessità.
Le associazioni ambientaliste locali temono un effetto domino: che il Salento diventi un grande “distretto energetico” a scapito del paesaggio rurale, mentre i promotori parlano di un modello sostenibile e replicabile.

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Un cavo attraverso quattro comuni

Il progetto non riguarda solo Ugento.
Le opere di connessione elettrica si estenderanno anche ai territori di Casarano, Taurisano e Ruffano, attraversati dal cavidotto interrato che collegherà l’impianto a una nuova stazione di trasformazione 150/36 kV.
La connessione avverrà in entra-esce sulla linea Terna “Casarano–Galatina”, un’infrastruttura strategica che dovrà essere potenziata da Terna stessa, secondo il piano tecnico nazionale (codice STMG 202405476).

In sostanza, il futuro dell’impianto dipende anche dai tempi di realizzazione delle opere sulla rete elettrica.
Senza quel collegamento, il parco agrivoltaico non potrà immettere energia e rischierebbe di restare una cattedrale nel deserto.

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Il comunicato ufficiale della Provincia

La Provincia di Lecce ha pubblicato il 10 ottobre 2025, nella sezione “Procedimenti ambientali” del proprio sito istituzionale, l’avviso di verifica di assoggettabilità a VIA.
Nel comunicato si legge che l’iniziativa, firmata da Altea Independent Power Producer Srl, “rientra nell’ambito delle fonti rinnovabili di ultima generazione, integrando tecnologie fotovoltaiche con sistemi di accumulo avanzato”.

La nota precisa anche che l’intera documentazione è consultabile online all’indirizzo provincia.le.it/ver_assogg_altea_ugento, invitando cittadini, enti e associazioni a presentare osservazioni o contributi.
È un passaggio previsto dalla legge, ma spesso decisivo per raccogliere le voci del territorio.


Le domande aperte

Dietro le cifre e le promesse, restano molti interrogativi.
Chi garantirà che le coltivazioni agricole non vengano progressivamente abbandonate sotto i moduli?
Quale sarà il destino delle batterie a fine vita, e come verranno smaltiti i materiali più sensibili?
E ancora: chi controllerà nel tempo che gli impegni di monitoraggio ambientale vengano davvero rispettati?

Le relazioni tecniche parlano di sostenibilità e di monitoraggio della fertilità del suolo, ma non è ancora chiaro chi gestirà i dati e con quale trasparenza.
Molto dipenderà dalle prescrizioni che la Provincia vorrà imporre durante la conferenza dei servizi.

Se approvato, quello di Ugento diventerebbe uno dei più grandi impianti agrivoltaici del basso Salento.
Potrebbe fornire energia pulita a migliaia di famiglie e attrarre nuovi investimenti nel settore delle rinnovabili.
Ma il rischio, per alcuni, è che il prezzo di questa transizione venga pagato dal paesaggio agricolo e dalla memoria dei luoghi.

La settimana prossima, nella sede della Provincia, il confronto sarà serrato.
Da una parte le ragioni della decarbonizzazione e della modernizzazione energetica; dall’altra la necessità di non trasformare i campi in distese di acciaio e silicio.

Nel mezzo, un territorio che cerca un equilibrio tra innovazione e identità, e una decisione che farà da precedente per tutto il Salento.

Perché la vera sfida, oggi, non è solo produrre energia pulita: è capire come farlo senza perdere ciò che rende questa terra unica.

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