Ambiente e Territorio
Ben arrivato Ambiente!
Il termine Costituzione viene ad assumere una pluralità di significati assai diversi tra loro, a seconda dei contesti storici, politici, sociali e culturali di riferimento. Generalmente, per costituzione si intende un documento scritto solenne, contenente la disciplina dell’organizzazione dei supremi organi statali e la proclamazione di una serie di diritti e di doveri dei consociati (cittadini): tale posizione risente indubbiamente dell’influenza esercitata dall’art. 16 della Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino del 1789, secondo cui «ogni società dove non sia assicurata la garanzia dei diritti, né stabilita la separazione dei poteri, non ha una costituzione».
La Costituzione della Repubblica Italiana è la nostra legge fondamentale. E’ stata approvata dall’Assemblea Costituente il 22 dicembre 1947, promulgata dal capo provvisorio dello Stato Enrico De Nicola il 27 dicembre seguente e pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n. 298, edizione straordinaria, dello stesso giorno. E’ entrata in vigore il 1 gennaio 1948. Degli unici tre testi originali, uno è conservato presso l’archivio storico.
Con 468 voti a favore, lo scorso 8 febbraio, la Camera dei Deputati ha approvato definitivamente i nuovi testi degli articoli 9 e 41 della Costituzione. L’approvazione con la maggioranza dei due terzi di Montecitorio e quella dello scorso 3 novembre del Senato, fanno sì che i nuovi testi entrino immediatamente in vigore, senza possibilità di sottoporli a referendum.
Ecco i nuovi articoli della Costituzione Italiana:
Articolo 9
La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica.
Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione. Tutela l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni. La legge dello Stato disciplina i modi e le forme di tutela degli animali.
Articolo 41
L’iniziativa economica privata è libera.
Non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana, alla salute, all’ambiente.
La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l’attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali e ambientali.
L’inserimento in Costituzione della tutela dell’ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi rappresenta quindi un traguardo fondamentale perché riassume la sensibilità dei cittadini onesti, responsabili, animati da un elevato senso civico, che con il loro impegno quotidiano attribuiscono forza a quei problemi ambientali che oggi assumono per la legge la qualifica di beni fondamentali. Un segnale forte quindi ed una sfida per tutti noi cittadini, che ora (e sempre!) saremo chiamati ad una responsabilità maggiore nel sostenere ed intraprendere azioni di tutela più convinte ed efficaci per la salute e la qualità della vita, perché l’ambiente è un diritto di tutti.
E’ facile constatare quanto questa “innovazione costituzionale” sia ancor più essenziale per la nostra comunità ed il nostro territorio che spicca per l’ elevato tasso di malattie oncologiche. Ragione che dovrebbe ancor di più inorridire ogni ugentino di buona volontà. Spingerlo ad un maggior impegno sociale, tirandolo fuori dalle secche dell’omertà, dell’indifferenza e dell’incuranza.
Di grande attualità appaiono le parole di un grande “padre costituente” come Piero Calamandrei che in un suo discorso così si pronunciò: “Però vedete, la Costituzione non è una macchina che una volta messa in moto va avanti da sé. La Costituzione è un pezzo di carta, la lascio cadere e non si muove. Perché si muova bisogna ogni giorno rimetterci dentro il combustibile. Bisogna metterci dentro l’impegno, lo spirito, la volontà di mantenere queste promesse, la propria responsabilità; per questo una delle offese che si fanno alla Costituzione è l’indifferenza alla politica, indifferentismo, che è, non qui per fortuna, in questo uditorio, ma spesso in larghi strati, in larghe categorie di giovani, un po’ una malattia dei giovani. La politica è una brutta cosa. Che me ne importa della politica”.
Nella nostra Costituzione oltre ad esserci la nostra storia, tutto il nostro passato, tutti i nostri dolori, le nostre sciagure, le nostre glorie, continuano a sentirsi quelle “voci lontane” come Cavour, Mazzini, Garibaldi, Cattaneo, Beccaria che sempre Calamandrei rievocava con grande maestria dialettica. Noi tutti, come eredi, come ugentini e come “cittadini del mondo” chiamati al dovere del futuro, dobbiamo far sentire la nostra voce quotidiana di onestà, di impegno, di responsabilità e di solidarietà umana e sociale. Occorre trovare il coraggio di riuscire a creare quelle condizioni che possano eliminare il senso di angoscia di questi tempi difficili. Ascoltiamo le voci lontane e facciamo sentire la nostra voce, dando il proprio contributo alla vita politica locale e nazionale per un diritto di tutti.
Abbiamo l’obbligo di restituire alla natura ciò che le abbiamo preso in prestito.