Ambiente e Territorio
Conoscere per custodire: la vipera comune
La vipera comune nel Parco Naturale Litorale di Ugento.
Finalmente la tutela dell’ambiente è entrata a far parte della Costituzione.
Infatti, è stata approvata la proposta di legge che modifica gli articoli costituzionali 9 e 41, al fine di tutelare l’ambiente, le biodiversità, gli animali e gli ecosistemi.
In uno degli articoli si legge la: “La Repubblica tutela… l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni…”.
Il Parco naturale regionale litorale di Ugento, si rivela dunque un vero e proprio “scrigno” di biodiversità, per la presenza al suo interno di flora e fauna di assoluto pregio.
Per proteggere al meglio questo prezioso tesoro naturalistico, è necessario, dunque, svilupparne consapevolezza.
A partire da questo numero andremo, perciò, alla scoperta di alcune di queste specie, sempre più minacciate a causa della continua distruzione del loro habitat, ma che resistono e trovano condizioni favorevoli all’interno del Parco.
Ne è un esempio la vipera comune (Vipera aspis hugyi) che a differenza di quello che può suggerire il nome, comune non lo è affatto.
Nonostante sia relativamente diffusa in Italia, in provincia di Lecce è presente quasi esclusivamente sulla costa orientale, dove risulta essere sporadica ed estremamente localizzata.
All’interno del Parco trova rifugio principalmente sulle dune e negli ambienti retrodunali.
La vipera Comune fa parte della famiglia dei viperidi, ed è l’unica specie velenosa presente nel territorio salentino. È un serpente molto elusivo, che raggiunge dimensioni modeste (gli esemplari maschi non superano i 50 cm di lunghezza e le femmine i 70 cm).
Riconoscibile per il color grigio-marrone, o rossastro, con una striscia scura a zigzag sul dorso che corre lungo tutto il corpo; caratteristica che lo differenzia notevolmente dalle altre specie, innocue, presenti sul nostro territorio.
Nonostante sia velenoso, si tratta di un animale pacifico; può attaccare l’uomo solo se fortemente minacciato, infatti, le rarissime aggressioni registrate sono state spesso ai danni di chi ha cercato di catturarlo, ucciderlo o ha messo incautamente le mani sotto cumuli di pietra senza fare attenzione alla sua presenza.