Lavoro ed Economia
Continua l’emigrazione degli Ugentini. Mai così tanti residenti all’estero
I dati del registro AIRE parlano chiaro: alla data odierna 3493 ugentini risiedono stabilmente all’estero. 5 anni fa erano 3229. Una tendenza che negli ultimi 20 anni ha continuato ad aumentare.
Il dato registra plasticamente lo stato del nostro paese, certificando il fallimento delle politiche sociali messe in atto dalle ultime amministrazioni comunali che, di fatto, hanno contribuito allo spopolamento del nostro paese, arrivato quasi a contare più cittadini all’estero che effettivi residenti, con una tendenza di 50 nuovi residenti all’estero all’anno.
ZONA | MASCHI | FEMMINE | TOT |
UGENTO | 4259 | 4668 | 8927 |
GEMINI | 711 | 768 | 1479 |
LIDO MARINI | 65 | 64 | 129 |
T.S.GIOVANNI | 827 | 852 | 1679 |
TORRE MOZZA | 57 | 36 | 93 |
Una situazione inevitabile se pensiamo alla situazione economica della nostra zona, che in passato ha visto sparire molte di quelle grandi industrie manifatturiere che garantivano lavoro ad un’ampia fascia della popolazione, quella che in questo momento sembra risentire di più della crisi, con l’impossibilità fattiva di riconvertirsi al mercato turistico.
Quello che molte volte non viene sottolineato è che dietro ai numeri dei licenziamenti ci sono famiglie che hanno difficoltà ad arrivare alla fine del mese e che non hanno altre alternative all’emigrazione.
La soluzione da tutti sostenuta è quella di una veloce riconversione ad un’economia turistica ben strutturata e che permetta la destagionalizzazione dei flussi turistici. Nel 2022. Dopo il covid e con una guerra alle porte. Ma anche ammesso che questo fosse realmente possibile, siamo sicuri che la soluzione sia far diventare tutti i nostri figli camerieri o cuochi? Siamo sicuri che il nostro destino sia di vivere costantemente con l’ansia della prossima stagione in un sistema che costringe i lavoratori a turni massacranti per paghe da fame?
Il Comune di Ugento non ha mai mostrato vicinanza ai centinaia di ragazzi sfruttati che ogni estate affollano le nostre marine. Sembra essere questo il problema principale denunciato dai più, pur riconoscendo come il comune abbia provveduto a finanziare diversi progetti, che però non hanno mai avuto una vera e propria visione a lungo termine. Finanziare eventi culturali e pro loco non basta. L’enorme passo avanti che poteva rappresentare l’apertura dell’istituto alberghiero a Ugento, non sembra ben coadiuvata da un’azione informativa che porti gli imprenditori locali a capire la grandissima opportunità rappresentata da questa scuola, che non vuol dire però avere a disposizione ragazzini da sfruttare.
Le istituzioni si sono via via eclissate preferendo politiche assistenziali a veri e propri interventi strutturali che possano permettere, soprattutto ai giovani, di uscire da una condizione di povertà che continua a cavalcare, soprattutto in talune fasce della popolazione. In quest’ottica si inserisce il dato di Ugento, con una spesa sociale (intesa come spesa in sussidi più o meno ordinari) decuplicata nel giro di 10 anni.
Sarà per questo che il contraltare di questa situazione è rappresentato da un tasso d’immigrazione in costante crescita: giovani braccia da sfruttare sotto il sole cocente nella raccolta dei pomodori a Foggia come delle angurie a Nardò, o come nel nostro caso, tenuti a lavoro anche 20 ore al giorno negli affollati lidi d’estate. Ma non solo, la manodopera straniera è in costante aumento in tutti i settori della nostra economia.