Politica
Salvatore Chiga al bivio più importante per la storia di Ugento
Premere il bottone dell’autodistruzione di un paese continuando su una linea che sta portando, di fatto, alla morte di questo territorio, o intestarsi la paternità di una nuova fase di pacificazione cittadina, girando pagina e mettendoci alle spalle quelli che sono stati gli ultimi 20 anni della nostra città.
Non sembrano esserci altre strade per poter finalmente iniziare quella nuova fase che in tanti auspicavano dopo le ultime elezioni e che di fatto non c’è mai stata. Quelli che invece non sono mancati sono i fraintendimenti, gli screzi, le dichiarazioni e poi le marcie indietro. Situazioni paradossali che in tanti pensano essere mero colore nelle cronache politiche di questo paese, ma che nei fatti, si traducono in disagi e disavventure che per noi cittadini durano da anni.
La spazzatura che continua a pervadere le strade di campagna, Torre San Giovanni che sembra uscita da un videogioco di guerra, la crisi commerciale che attanaglia Ugento e le sempre più attività che vengono acquistate a buon mercato da imprenditori stranieri e grossi gruppi immobiliari stanno mettendo a dura prova la tenuta di un tessuto cittadino dilaniato dall’emigrazione strisciante, arrivata in questi giorni ai numeri record già diffusi da questa testata.
A questo si aggiunga Torre Mozza che rischia seriamente di scomparire sotto le mareggiate invernali che ogni anno si fanno sempre più violente e Lido Marini che intende promuovere una raccolta firma per la “devoluzione” da Ugento.
Sembrerà la descrizione di una situazione apocalittica, che in realtà è anche peggiore. Il comune di Ugento è infatti entrato in una fase di rachitismo istituzionale dovuta alla sfasatura esistente tra livello amministrativo e livello politico, con uffici e tecnici che sembrano sempre più partecipare al gioco politico di questo paese. In quest’ottica si spiega l’immobilismo di alcuni uffici, che stanno continuando a far accumulare i contenziosi che vedono il comune di Ugento soccombere, con un aggravio sulle casse comunali che sta iniziando a divenire nell’ordine dei milioni di euro.
Soldi che potevano essere spesi per la promozione turistica del nostro territorio, quella seria e fatta bene, non per regalare affidamenti diretti a qualche amico di questo o quell’altro consigliere comunale, o per rendere più decorose le strade che in estate vengono percorse da decine di migliaia di nuovi turisti, che porteranno via con loro la cartolina di un un paesaggio da far west.
Una situazione che sta facendo soffrire tutti, ma che sta mettendo in ginocchio soprattutto le fasce più giovani della popolazione. A Ugento oggi è impossibile affittare un appartamento per poter costituire un nucleo famigliare, anche qualora si abbia la fortuna e il merito di poter contare su un posto di lavoro con regolare contratto a tempo indeterminato. I giovani sono costretti ad emigrare e chi ha già messo su famiglia ed è costretto a lavorare in questo contesto comincia a risentire seriamente di una situazione socio economica che si sta facendo asfittica, con una larga fascia di popolazione che sente il peso verso l’assunzione di nuove responsabilità, in un’ottica di svecchiamento e cambio generazionale delle istituzioni che da anni decidono le sorti di questo paese.
E allora caro sindaco di Ugento sei proprio difronte un bivio: puoi scegliere di continuare così verso la fine naturale di questo mandato, con il rischio di essere ricordato come il peggior primo cittadino che la storia di questo paese abbia mai prodotto, continuando ad annaspare mentre si prova a salvare il salvabile di una barca che continua a caricare sempre più acqua; oppure essere ricordato per sempre come colui che mise fine ad uno dei periodi più bui del nostro paese, dimettendoti e permettendo ai cittadini di Ugento di decidere del proprio destino con una nuova consapevolezza, liberando anche le buone energie che si sono viste nell’attuale amministrazione di questo paese, che mai come oggi sembrano essere bloccate da un’imprescindibile anima conservatrice che veglia attenta su tutti loro.
Un’anima vegliante che comunque non riesce più a tenere unite le continue pulsioni dell’attuale maggioranza di Ugento, che nel ventennio mai aveva assistito a voti contrari e distinguo pubblici espressi addirittura in consiglio comunale, come successo nei casi degli assessori Meli e Congedi. Una situazione in cui anche il vescovo ha messo il carico da 90, con una lettera pubblica dove ha di fatto sfiduciato l’opera di un sindaco impegnato nella costruzione di un forno crematorio mal visto dalle autorità ecclesiastiche locali.
Un contesto in cui si stanno facendo sempre più forti le frizioni dovute a veti incrociati e finti imprevisti di una campagna elettorale permanente che vede alcuni membri di questa giunta gareggiare in vista delle prossime elezioni comunali che, con ogni probabilità, li vedrà contrapporsi in due differenti liste.
Tutto molto bello se non fosse che a pagare questa situazione siano i cittadini e gli operatori economici di un territorio immobile ormai da anni.