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A scuola di sicurezza balneare

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scuola di sicurezza balneare
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Si è concluso nei giorni scorsi un interessante percorso educativo e formativo dei bambini del campus estivo della scuola primaria organizzato dalla Scuola dell’infanzia paritaria “San Vincenzo” di Ugento. 

Dopo la visita di alcuni operatori della Guardia Costiera presso la sede di Ugento e la visita dei bambini presso l’Ufficio Circondariale Marittimo di Otranto, i tanti aspetti trattati durante gli incontri sull’ambiente marino, la sua tutela e quella delle risorse ittiche e delle specie protette, la salvaguardia della vita umana in mare, hanno trovato un riscontro pratico presso un tratto suggestivo della nostra costa, ove è stata celebrata una vera e propria giornata di formazione alla sicurezza balneare. 

Ospitati nella bellissima cornice del villaggio turistico “Nicolaus Club La Ciurlita” di Torre Mozza, gli assistenti ai bagnanti ivi in servizio, unitamente al personale della Guardia  Costiera di Otranto e di Torre San Giovanni di Ugento, hanno fornito una dimostrazione pratica delle tipiche tecniche di salvamento utilizzate in caso di incidente in mare. Simulando l’annegamento di un bagnante, i bagnini hanno proceduto a soccorrere il malcapitato procedendo dapprima con il salvataggio/recupero a mezzo “pattino”, poi utilizzando il classico salvagente alla “baywatch”.

Riportato a riva il bagnante, il responsabile del servizio di salvataggio della struttura ospitante, unitamente ai colleghi, ha provveduto a simulare l’utilizzo dei protocolli di sicurezza ed emergenza utilizzati in caso di annegamento: rianimazione cardio – polmonare e utilizzo del defibrillatore semiautomatico, così illustrando la corretta procedura da utilizzare per prestare aiuto in casi di annegamento. 

Durante le esercitazioni e le spiegazioni non sono mancate le curiosità dei bambini, utili come sempre a renderli partecipi dell’importanza di mantenere non solo comportamenti corretti, ma un’attenzione particolare allorquando si trovino in un ambiente complesso, che da bello può talvolta trasformarsi in qualcosa di molto pericoloso e che come tale merita sempre il necessario rispetto.

L’aver strutturato questo momento educativo in tre giornate prettamente improntate all’imparare a stare insieme attraverso il divertimento, è certamente un merito che va riconosciuto alla Scuola dell’infanzia paritaria “San Vincenzo”, che attraverso la competenza, la professionalità ed una non comune passione e dedizione ai più piccoli riesce a garantire un servizio di assoluto valore civico e sociale per la nostra comunità. In supporto alle famiglie, contribuisce ad assolvere egregiamente quel fondamentale ruolo di agenzia primaria di socializzazione.

A tal proposito, appare ancora utile ricordare che non sempre tutto ciò che appare possa essere sempre dato per scontato. Dietro alle “cose belle”, c’è sempre un grande sacrificio, in primis umano e personale, che deve essere riconosciuto e fatto conoscere a tutta la comunità che direttamente o indirettamente ne coglie i benefici. Proprio perché sono belle, comportano fatica, impegno, costanza, sudore.

Ed in effetti, a mio modesto avviso, Gianni Rodari aveva perfettamente ragione a sostenere che: «Non si può essere mai sicuri di quello che un bambino impara guardando la televisione. E non si deve mai sottovalutare la sua capacità di reagire creativamente al visibile».

Personalmente credo che sia molto più utile stare meno tempo alla televisione e vivere di più esperienze sul campo e nel campo per imparare, per crescere, per assorbire insomma il valore della condivisione. 

Mi piacerebbe che i bambini rimanessero sempre geni, per essere sempre “grandi”, che “sappiano guardare al mondo come a un che di estraneo“, diceva Schopenhauer. “Chi nella vita non resta per qualche verso un fanciullo e diventa invece un uomo serio, sobrio, posato e ragionevole, sarà certo un bravo e utile cittadino di questo mondo, ma un genio non sarà mai”.

Il compito di ogni adulto, sia o non sia genitore, deve essere quello di considerare i bambini non come un vaso da riempire, magari lasciandolo da solo con il cellulare in mano o davanti alla playstation, ma un fuoco da accendere tutti i giorni con l’amore.

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