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Cronaca

Giustizia, legalità, etica pubblica e impegno sociale. Gratteri a Ugento

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Nella suggestiva cornice della nostra magnifica p.zza San Vincenzo, che ha registrato la presenza di un’enorme partecipazione “popolare”, il Procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri ha presentato il suo ultimo lavoro editoriale, scritto con Antonio Nicaso e pubblicato da Mondadori, dal titolo: Fuori dai confini. 

Non c’è dubbio che questo evento di “scuola di legalità e giustizia” costituisca un momento di riflessione, di meditazione, finanche di autocritica per ogni cittadino, con esclusione di nessuno. Prendendo la definizione di “giustizia” dall’enciclopedia Treccani, si legge testualmente: “s. f. [dal lat. iustitia, der. di iustus «giusto»]. Virtù eminentemente sociale che consiste nella volontà di riconoscere e rispettare i diritti altrui attribuendo a ciascuno ciò che gli è dovuto secondo la ragione e la legge. Una definizione che non dovrebbe lasciare alcun dubbio, sebbene poi la vita di tutti i giorni evidenzi tutte le sue cattive e false interpretazioni, ipocrite applicazioni e meschine valutazioni di comodo, non esentando da responsabilità nessuno della cives. Nel suo piccolo e nel suo grande.

Rispondendo alle domande della giornalista, l’eminente magistrato, alternando talvolta apprezzabili momenti di ironia, ha toccato diversi punti che interessano non tanto gli aspetti tecnici, da affrontarsi nelle sedi più opportune, quanto piuttosto il che cosa ognuno, quale parte di una comunità, potrebbe fare seguendo il solco della “partecipazione attiva”, per concretizzare una cultura della legalità, della giustizia, dell’etica pubblica e dell’impegno sociale. 

Sono state altresì affrontate molte altre questioni. Più di interesse civico, quindi molto più utili per la nostra comunità. In particolare, la capacità della “cultura mafiosa”, che agisce anche solo con “modi di pensare e di vedere”, di innestarsi nel tessuto sociale attraverso dinamiche capacità imprenditoriali, professionali e manageriali a cui non si risponde adeguatamente a livello culturale e antropologico. Lo Stato, riprendendo Angelo Vassallo, il sindaco pescatore di Pollica: “Lo Stato siamo noi. Sono i paesi che fanno il Paese”; spesso si dimostra incapace di adeguarsi in termini di risposta a quelle situazioni, ormai tante, di vero conflitto politico – sociale. Che è poi il terreno più fertile dove è più facile che s’impianti il seme della cultura mafiosa, dell’illegalità e quindi si percepisca il puzzo del compromesso morale, dell’indifferenza, della contiguità e quindi della complicità. Elementi che pur osservati, ampiamente noti, vengono nascosti sotto il tappeto dell’ipocrisia amorale. 

Il numeroso pubblico partecipante è certamente motivo di soddisfazione. Un passo in avanti, ma occorrerebbe farne molti altri. È necessario e indispensabile vedere “ il quaio”. Ci vuole cioè concretezza, praticità. Ed è altrettanto essenziale far seguire i fatti alle parole, perché senza un impegno giornaliero, concreto e costante, rimangono parole vuote. Una concretezza che deve partire dalla presa di coscienza che i problemi sono ben altri rispetto al tweet, al like o alla semplice condivisione. I social non sono luoghi di vera interazione sociale, perché sono realtà umanamente decostruite di senso e di significati. Quindi non posso essere minimamente paragonati, quindi sostituiti, ai processi socializzazione e di interiorizzazione, inscindibili dalla partecipazione attività alla vita politica, sociale, economica e democratica del contesto comunitario in cui si è nati e si vive. Bisogna staccarsi dall’omologazione attuale, sempre più dominata dalla rete e sempre meno condizionata da sani valori morali, etico- sociali e dal senso civico. 

Nel mentre autografava i libri, mi colpiva e allo stesso tempo mi incuriosiva, il fatto che il dott. Gratteri interloquisse con i ragazzi ed i bambini che gli si avvicinavano esortandoli a studiare molto a scuola, ad impegnarsi nella vita sociale e a rispettare sempre tutti. Direi una gran bella raccomandazione che a mio avviso deve e può rivolgersi anche e soprattutto agli adulti, che evidentemente siamo divenuti meno credibili perché incoerenti tra ciò che diciamo (scriviamo sui social) e quello che poi facciamo nella vita pratica di tutti i giorni.  

Grazie dott. Gratteri! Ugento ti è grata per il tuo impegno professionale e sociale.

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