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Politica

Ricordiamocene quando andremo a votare

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Lo stato di agitazione proclamato nei giorni scorsi dagli operatori ecologici considerato in relazione alla sentenza del Consiglio di Stato su cui si è già scritto sul nostro giornale, ci pone come cittadini dinanzi ad una questione che, a mio modo di vedere, è da analizzabile su due piani distinti: antropologico e civico/politico. Il dato incontrovertibile è che a pagare sia sempre il cittadino, soprattutto quello socialmente ed economicamente più debole. Pagano doppio dazio perché si vedono privati di sacrosanti diritti, che pure sono riconosciuti dalla nostra Costituzione, basti ricordare che di essere una “Repubblica democratica fondata sul lavoro”, e subiscono effetti diretti ed indiretti, personali e familiari. 

Ebbene, l’attuale conflitto sociale, definibile a mo’ di lotta di classe, vede da un lato la struttura triadica impresa-capitale-politica, con il suo silenzio, dall’altro i lavoratori, con le loro legittime proteste. E stupisce infatti come non si sia registrata la presenza di un solo consigliere comunale (quella del Sindaco e del vice – Sindaco è da ritenersi scontata, ma sono risultati non pervenuti!). Di quella del neo – presidente del Consiglio comunale che a quanto pare non ha fatto seguire l’azione agli intenti e agli impegni solenni del suo insediamento. Le proteste meritano di essere ascoltate dalla maggioranza, che ha il diritto/dovere di farsi portavoce anche di chi non l’ha votata (dopo l’elezione diventa un dovere!), e dalla minoranza che dovrebbe in linea teorica affrontare le tematiche per prepararsi ad amministrare. Quanto meno tentare di “fare politica”, facendo sentire che esiste sulle battaglie di civiltà (combattere le battaglie che vanno combattute), evitando di darsi alla latitanza su una problematica che tocca molto profondamente le carni vive dei lavoratori, il loro privato, e poi sull’annosa questione di un servizio di igiene ambientale per il quale vengono annualmente pagati fior di quattrini. Non vi è traccia una trasparente e comprensibile rendicontazione! 

Non occorre scomodare l’antropologia positiva per evidenziare quanto ogni “persona sia importante”, quindi quanto siano rilevanti le sollevazioni degli operatori ecologici che pongono domande di interesse per ogni ugentino e geminiano (il loro servizio riguarda l’intera collettività!), chiedendo di essere ascoltati: «ascoltarsi, osservarsi, osservare il proprio male, affiorano, dunque, come preziosi strumenti per costruirsi e costruire, quelli del “primo io». E sarebbe utile a molti, in primo luogo a chi presenzia il consiglio comunale (sulla “quistione” ambientale maggioranza e minoranza sono assenti ingiustificati!), leggere Laurent Vercken de Vreuschmen con il suo interessante e illuminante “Qualcuno di inadeguato”. Sarebbe un’ottima occasione di riflessione autocritica! Accanto alla vicinanza ed all’ascolto occorrerebbe porsi delle domande evidentemente “politiche”, di guisa che possano comprendersi le ragioni dell’esplosione di una situazione che è di per sé deleteria per la nostra comunità. Occorrerebbe, per esempio, chiedersi chi controlla chi, come, quando e se controlla?

Eppure il solone dell’ambiente, incollato da anni allo scranno del potere, secondo cui i successi (pochi per la verità!) sarebbero merito suo, mentre gli insuccessi (questi si, tanti!) sarebbero addebitabili ai “tecnici”, sciorina obiettivi, trasparenza, onestà e competenze che giammai nei secoli avevano visto luce prima della sua investitura. Sottopone da anni il popolo degli abissi ad una cappa asfissiante che impedisce il libero pensiero e la disinvolta critica politico – amministrativa. I denari che si pagano per il servizio di igiene ambientale corrispondono realisticamente al servizio che viene prestato? Il capitolato d’appalto viene rispettato? Chi dovrebbe verificare prima di versare i canoni pattuiti nel contratto? Quali verifiche sono state compiute dal direttore esecutivo del contratto di primo livello (costo € 26.352,72, oltre IVA e contributi previdenziali) e dai direttori esecutivi di secondo livello (costo totale € 20.000 IVA e CAP compresi)? Perché, sebbene stabilito contrattualmente, alcuni lavoratori ugentini/geminiani sarebbero rimasti a casa a vantaggio di altri lavoratori residenti in altri comuni? Perché, non riusciamo mai ad essere premiati come “comune riciclone”?

Queste e tante altre dovrebbero essere le domande che tutti dovremmo porci, sia per esercitare il diritto di porle, sia perché abbiamo il dovere di porle a chi ci amministra. La Tari è pagata con le nostre tasche ed il futuro non appare roseo essendo verosimile un aumento del 50%.

Alla vicinanza ai nostri concittadini/lavoratori deve accompagnarsi anche l’intervento, serio, responsabile e competente, di tutti i consiglieri comunali che devono incontrarsi in una fedeltà d’intenti, non limitandosi sempre alla mera alzata di mano o alla insignificante ed inutile filippica. È necessario ascoltare queste famiglie in difficoltà, chiedere il rispetto dei diritti contrattuali e l’esecuzione di un servizio pienamente rispondente alle aspettative della cittadinanza, evidenziando ogni responsabilità. Una questione che occorre comprendere perché tocca tutti. Utile e necessaria a non dimenticare. Ricordiamocene quando andremo a votare.

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