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Editoriali

Il murales sfregiato a Gemini: andiamo al punto vero

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Gemini, frazione di Ugento, si trova al centro di una polemica accesa. La causa scatenante? L’installazione di un condizionatore che ha danneggiato un murales dedicato alla figura di Renata Fonte, realizzato con fondi pubblici per promuovere la cultura della legalità. Un episodio che ha messo in luce criticità profonde e ha sollevato interrogativi sull’efficacia di un progetto costato circa140mila euro.

Il murales in questione era stato creato nell’ambito di un progetto regionale finanziato dalla Regione Puglia e gestito dalla Pro Loco Beach di Gemini, mirato a sensibilizzare la popolazione sulla cultura della legalità, in particolare diffondendo la conoscenza della figura di Renata Fonte, una coraggiosa attivista e politica del Movimento Sociale pugliese assassinata per il suo impegno contro la speculazione edilizia e per la difesa del territorio.

Tuttavia, nonostante le nobili intenzioni del progetto, l’installazione di un condizionatore proprio al centro dell’opera ha provocato lo sfregio del murales, scatenando reazioni contrastanti nella comunità. Mentre alcuni puntano il dito contro il proprietario del locale che ha installato l’impianto, accusandolo di negligenza usandolo come capro espiatorio, altri approfondiscono l’analisi, sottolineando come l’accaduto sia solo il sintomo di un problema più profondo.

Secondo molti commentatori, infatti, il vero problema non è solo l’atto concreto che ha deturpato l’opera, ma l’inefficacia del progetto stesso nel raggiungere il suo scopo principale. Il fatto che la figura di Renata Fonte sia ancora sconosciuta a molti, perfino a chi lavora nei pressi del murales, è visto come un fallimento collettivo: non solo di chi ha materialmente gestito un progetto così pesantemente finanziato dal pubblico, ma anche della comunità che non è stata in grado di recepirne il messaggio.

Chi ha avuto l’onere di realizzare il murales in questione dovrebbe pubblicare un bilancio di quel progetto, spiegando come sono stati spesi i soldi e in che modo si è voluto fattivamente incentivare la promozione della legalità, infatti, nonostante il progetto sia stato realizzato in maniera apparentemente impeccabile, l’opinione pubblica è divisa sull’efficacia reale di tali iniziative, specie alla luce del consistente finanziamento pubblico.

Un’altra osservazione, tutta mia e che aggiunge benzina sul fuoco della polemica, riguarda la scelta di dedicare il murales a Renata Fonte, piuttosto che a figure locali come Peppino Basile, vittima di mafia riconosciuta ufficialmente. Vorrei che mi fosse concessa la presunzione di pensare che la decisione sia stata presa per garantire il finanziamento del progetto, tralasciando così di omaggiare chi è caduto vittima della criminalità proprio in quel territorio, dimostrando ancora una volta la vera natura di questi tipi di finanziamenti pubblici.

L’episodio del condizionatore e il conseguente sfregio al murales hanno portato alla luce non solo l’inefficacia percepita di un progetto costoso, ma anche una disconnessione tra l’intento delle istituzioni e la realtà vissuta dalla comunità. Questo incidente solleva interrogativi importanti su come i fondi pubblici vengano spesi e sulla capacità di queste autoreferenziali iniziative culturali di lasciare un segno tangibile nelle coscienze delle persone.

Forse, la colpa non è solo di chi ha installato un condizionatore, ma di un’intera collettività che, ancora una volta, ha assistito passivamente all’ennesimo sperpero di denaro pubblico.

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Videomaker, Fotografo, Giornalista ed esperto di marketing digitale. Tutto questo dopo aver vissuto dieci anni a Bologna ed esser tornato in Salento. Oggi dirigo la redazione di Ozanews, la comunicazione di Ugento Calcio e le iniziative di Officine Multimediali ETS mentre continuo a lavorare per i miei clienti storici.