Editoriali
Il regalo più bello
Ci sono molti modi per ricordare una persona quando viene a mancare. Si tende a ricordarla per quello che è stata. Se poi ha avuto il privilegio, perché essere chiamati ad amministrare come “sindaco” una città come Ugento è una responsabilità enorme, lo si ricorda per quello che ha fatto e che ha lasciato ai posteri, ai suoi concittadini.
La scomparsa del prof. Antonio Congedi, ex sindaco di Ugento, Gemini e marine è certamente un lutto per la nostra comunità. Lo è ancor di più per i famigliari a cui va la vicinanza e l’affetto di tutta la cittadinanza. Sono certo, anche di coloro che politicamente l’hanno combattuto, ma che gli concedono, come è giusto che sia, l’onore delle armi.
Quando Antonio ti parlava, mi ha sempre dato l’onore di chiamarlo con il suo nome togliendo il titolo di professore, era l’occasione per imparare qualcosa. Non creava distanze. Mai! A me, come fossi suo figlio, appassionato e interessato alla politica locale, di formazione cristiano – cattolica come la sua, regalava consigli e riflessioni oggi introvabili perché evidentemente la politica è diventata ben altra cosa. Mi colpiva di lui la capacità di essere pacato, emotivamente equilibrato nella critica, che praticava nobilmente perchè intellettualmente onesto e politicamente realistico.
Tempo fa, ricevetti una sua telefonata. Mi chiese di passare da casa sua perché aveva dei libri da regalarmi. Voleva fare spazio tra le tante carte, documenti e collezioni librarie che arricchivano il suo studio. Con mio grande piacere, mi accorsi che il suo regalo riguardava la “storia del movimento cattolico in Italia” e la raccolta dei principali protagonisti del cattolicesimo politico italiano: da De Gasperi a Don Sturzo, da Fanfani a Toniolo.
La mia età non mi consente di esprimere giudizi sul sindaco che è stato. Ero bambino e ciò che capivo era vederlo con la fascia tricolore in occasione della celebrazione del 4 novembre. A me piace più parlare di primo cittadino in ragione del fatto che è quel nostro concittadino incaricato di assumersi la responsabilità in primis di tenere unità una comunità, non di fomentare la disunione tra chi l’ha votato e chi no.
Un grande Sindaco, come lui credo sia stato, lavora ogni giorno per togliere la ruggine che blocca la distanza tra i cittadini, che impedisce a costoro di stare uniti pur nella diversità di idee e di pensieri. Amministrare è molto difficile. Non si possono accontentare tutti, mi ripeteva spesso. È nella natura complessa della “politica” riuscire a far convergere tutti gli interessi. Bisogna inevitabilmente scegliere e la politica è scelta tra priorità rispetto a ciò che è possibile fare.
Nella chiesa di Santa Filomena dove sono state esposte le sue esequie, nel silenzio del rispetto per la morte, passaggio inevitabile dell’umanità, ho udito da un cittadino proferire “un grande Sindaco”. Sono d’accordo con lui. Antonio, pur a fronte di una realtà complessa e difficile, è stato un grande Sindaco.
Mi piace pensare che sia felice che tante persone si rechino per l’ultimo saluto proprio in quell’aula che l’ha visto protagonista indiscusso, vero, sincero e leale, di scelte, spesso difficili, sicuramente dure e necessarie, ma assolutamente improntate al rispetto dell’avversario politico e soprattutto di tutti i cittadini, nella certezza di operare per il supremo interesse di tutti.
Mi metto a scorrere le pagine della storia di quel movimento cattolico. Sembra quasi di averti di fronte caro Antonio. A parlare di Ugento, della sua grandezza, della necessità che ci si riscopra protagonisti veri di una storia che oggi non vedrà più il tuo saluto dalla strada, in piazza o dalla macchina. E non ci prenderemo più il caffè al bar. Non ti vedrò più con i giornali in mano.
Impossibile dimenticarsi del bene che hai fatto come primo cittadino della nostra Ugento, come genitore, come uomo, come padre dei tuoi figli, come insegnante e come cittadino che mi ha onorato della sua stima ed amicizia. Mi mancheranno quelle chiacchierate, brevi ma efficaci. Sapevi insegnare tanto con concetti mai prolissi e fuori luogo. Sapevi cogliere la sostanza delle questioni e dei problemi. Come si dice, sapevi arrivare subito al dunque in ogni problema che ti presentava chi ti chiedeva aiuto.