Politica
L’ amministrazione “arcobaleno” si sgretola sul PUG
Sono state due giornate storiche per Ugento e il suo territorio. Dopo più di dieci anni, si è finalmente assistito a una partecipazione popolare di rilievo su un tema specifico: l’approvazione del Piano Urbanistico Generale (PUG).
Decine di cittadini si sono riuniti a Palazzo Rovito, anche questa mattina, per partecipare alla terza commissione presieduta dal consigliere Francesco Carangelo.
Già nella giornata di ieri i toni si erano surriscaldati, culminando questa mattina in un vero e proprio terremoto politico. Di fatto, la spaccatura interna ha segnato la fine politica di questa maggioranza, la cui fragile natura era già nota da tempo. La cosiddetta “amministrazione arcobaleno”, tanto vituperata e avversata dall’attuale vicesindaco, sembra essersi reincarnata in questo esecutivo, che tiene insieme forze eterogenee: dai consiglieri del Partito Democratico, come Scorrano e Soglia, passando dall’assessore Chiara Congedi arrivando agli assessori di Fratelli d’Italia, Meli e Ozza nell’unica amministrazione rossonera d’Italia. Una dimostrazione plastica che il potere, spesso, si rivela un collante più forte degli ideali politici, un collante che porta però con sé diverse controindicazioni.
Il detonatore è stato proprio l’approvazione del PUG, giunto al termine di una gestazione durata almeno 15 anni. Un provvedimento cruciale, che avrebbe richiesto una visione unitaria e una sintesi politica che, fino a oggi, il vero dominus di questa maggioranza era riuscito a imporre.
Ma questa volta, tutto è esploso: boom!
Troppo profonde le differenze di visione, unite al malcontento dei cittadini, ridotti da anni al ruolo di semplici spettatori delle decisioni politiche, con una rabbia esplosa in tutta la sua forza. Il PUG, percepito come un provvedimento iniquo, è stato accusato di creare barriere insormontabili per nuovi operatori economici e di penalizzare le aziende già presenti sul territorio, riducendo a zero le loro prospettive di sviluppo, proprio come descritto dagli stessi imprenditori che sono voluti intervenire.
Non è solo una questione economica. In molti hanno rivisto in questo PUG le stesse criticità che, 15 anni fa, caratterizzarono il primo Piano Parco. Anche questa volta, le zonizzazioni sembrano rispondere più a logiche di favoritismo personale e politico che a criteri normativi chiari e trasparenti. Tuttavia, diversamente dal passato, il “colpaccio” non è riuscito.
Il lungo iter di approvazione del PUG ha trovato alcuni dei suoi momenti chiave durante il periodo del Covid, con comunicazioni e audizioni svolte addirittura nel mese di agosto, in un clima di scarsa partecipazione pubblica. Questa volta, però, le “lucine di Natale” e gli effetti speciali della propaganda finanziata con risorse pubbliche non sono bastati a distrarre i cittadini da un appuntamento cruciale per il futuro del territorio.
Ugento ha risposto presente. La partecipazione popolare, così evidente in questi giorni, ha mandato un messaggio chiaro a chi di dovere: il giocattolo si è rotto.
La frattura emersa sul PUG non riguarda solo la maggioranza politica, ma anche il rapporto tra istituzioni e cittadini. La sensazione è che si sia ormai rotto quel patto di fiducia necessario per governare un territorio in maniera equa e trasparente.
In un clima che richiama quello di quindici anni fa, i cittadini hanno dimostrato di non essere più disposti ad accettare decisioni prese sopra le loro teste. La questione del PUG è diventata così il simbolo di un disagio più profondo, che mina le fondamenta stesse della politica locale e mette in discussione il futuro di Ugento.