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Editoriali

W la legalità

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Il nostro Centro Storico, cuore pulsante di una bellezza che dovrebbe unire e ispirare, è stato nuovamente teatro di un gesto che ferisce e divide. Vincenzo Scorrano, con parole capaci di toccare le corde giuste, ha raccontato di installazioni luminose distrutte, simboli spezzati di un tentativo di rinascita per le nostre strade. Eppure, le parole, per quanto belle, restano tali se non trovano riscontro nella realtà che si è chiamati a governare.

Scorrano ci parla di comunità, di rispetto e di valori condivisi, ma il sistema che rappresenta sembra tradire questi stessi ideali. La “legalità del sistema”, quella che ad Ugento spesso prende il posto della vera giustizia, non è altro che un gioco di specchi. Qui, la legalità si misura in favori elargiti, in associazioni di amici e parenti che beneficiano di fondi pubblici, in richieste sussurrate a porte chiuse, dove il merito soccombe al peso delle relazioni. È questa la cultura che vogliamo insegnare ai nostri giovani? È questa la bellezza che vogliamo proteggere?

Le telecamere e i controlli non bastano, ed è giusto riconoscerlo. Ma come possiamo promuovere la cultura della legalità quando l’amministrazione stessa dà l’esempio sbagliato? Non si tratta solo di numeri, ma di trasparenza e coerenza. Rendicontare l’uso dei fondi pubblici non è un atto tecnico: è un gesto simbolico, un esempio che dimostra cosa significa davvero essere virtuosi.

E qui sorgono domande che non possono più essere ignorate. Come può un presidente del consiglio comunale conciliare il suo ruolo istituzionale con quello professionale, quando organizza eventi finanziati dal Comune che dovrebbe rappresentare? Questo corto circuito istituzionale è la negazione stessa di quel cambiamento culturale che si invoca nei post e nei discorsi pubblici. La trasparenza non può essere una parola vuota: deve essere la base di ogni azione amministrativa.

Promuovere la legalità significa insegnare ai ragazzi che il merito conta più delle amicizie, che le istituzioni ascoltano e rispondono, che l’amministrazione è un modello di trasparenza. Significa mostrare che ogni gesto, ogni scelta, ogni euro speso ha un valore e un significato. Ed è per questo che chiediamo a Vincenzo Scorrano e all’amministrazione tutta di dimostrare, con i fatti, ciò che predicano a parole.

La bellezza non è solo un ornamento: è una responsabilità. E questa responsabilità passa dal coraggio di guardarsi allo specchio, di affrontare le storture di un sistema che premia il clientelismo e di lavorare per un futuro diverso. Ugento ha il potenziale per essere un modello, ma solo se chi governa avrà la forza di rompere con le logiche del passato e di abbracciare una vera cultura della legalità.

Riparare le installazioni distrutte è un inizio, ma il vero cambiamento si misurerà nella capacità di ricostruire la fiducia, di dare l’esempio e di trasformare le parole in azioni. Ugento merita di più. Ugento merita coerenza, trasparenza e una bellezza che non sia solo estetica, ma etica.

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Videomaker, Fotografo, Giornalista ed esperto di marketing digitale. Tutto questo dopo aver vissuto dieci anni a Bologna ed esser tornato in Salento. Oggi dirigo la redazione di Ozanews, la comunicazione di Ugento Calcio e le iniziative di Officine Multimediali ETS mentre continuo a lavorare per i miei clienti storici.