Ambiente e Territorio
La Puglia è a secco, prepariamoci al peggio
La Puglia continua a vivere un’emergenza idrica senza precedenti, con i dati che confermano un trend negativo drammatico per la disponibilità di acqua. Secondo Coldiretti Puglia, sulla base dei dati ANBI, le riserve idriche della regione sono scese al 10% del volume autorizzato e al 33% di quanto raccolto nello stesso periodo dell’anno scorso, con un calo di ben 105 milioni di metri cubi d’acqua negli invasi artificiali. Tra le situazioni più critiche, spicca quella dell’invaso del Pertusillo, ormai ai minimi storici, una risorsa fondamentale per il fabbisogno idrico regionale.
Il basso Salento è tra le aree più duramente colpite da questa crisi idrica, aggravata da una gestione idrica e idrogeologica inadeguata e da fenomeni climatici sempre più estremi. Con una media annua di soli 640 millimetri di pioggia, la Puglia è la regione d’Italia dove piove meno, e il Salento non fa eccezione. Qui, la siccità rappresenta una calamità cronica, capace di devastare le coltivazioni e compromettere gravemente l’economia agricola e zootecnica locale.
A novembre, il 43% del territorio pugliese era in condizioni di siccità severa o estrema, come evidenziato dall’Osservatorio Siccità del CNR, con il basso Salento particolarmente penalizzato. Le perdite di raccolti sono state disastrose: dalle olive al miele, dal grano alle ciliegie, il 2024 ha visto crolli produttivi che hanno messo in ginocchio l’agricoltura salentina. Gli apicoltori, ad esempio, hanno perso oltre la metà della produzione di miele, mentre i raccolti di olive sono crollati del 40% rispetto all’anno precedente, compromettendo un settore simbolo dell’economia locale.
Nonostante l’emergenza idrica sia una realtà da anni, il sistema regionale e locale continua a mostrarsi impreparato ad affrontare la situazione. Ogni anno, in Puglia, si perde l’89% dell’acqua piovana, una dispersione che la regione – e il basso Salento in particolare – non possono più permettersi. La mancanza di opere strategiche per la raccolta e il riutilizzo delle acque piovane, unita alla gestione inefficiente delle risorse idriche esistenti, amplifica una crisi che colpisce tanto l’agricoltura quanto le comunità locali.
L’invaso del Pertusillo, una delle principali fonti di approvvigionamento idrico della Puglia, è ormai a livelli critici, e la sua capacità ridotta non fa che aggravare il quadro complessivo. In queste condizioni, il rischio di lunghi periodi di siccità diventa sempre più concreto, rendendo necessario un cambio di passo nella pianificazione e gestione delle risorse idriche.
Secondo Coldiretti Puglia, la tropicalizzazione del clima, con eventi estremi sempre più frequenti, sfasamenti stagionali e precipitazioni brevi ma intense, sta trasformando la regione in un laboratorio di crisi climatica. L’agricoltura, settore trainante per il basso Salento, si trova ad affrontare non solo la carenza d’acqua, ma anche l’aumento dei costi per l’irrigazione, la diffusione di parassiti agevolata dalle temperature miti e gli sbalzi termici che compromettono le colture.
In questo contesto, è urgente un piano strategico per il futuro. La Puglia deve attrezzarsi con infrastrutture moderne per la raccolta e il riutilizzo delle acque piovane, investendo in tecnologie per l’irrigazione sostenibile e per la gestione delle risorse idriche. Serve inoltre un monitoraggio continuo delle riserve e una pianificazione che tenga conto dei cambiamenti climatici in atto.
Il basso Salento non può più permettersi di navigare a vista. Le istituzioni regionali e locali devono lavorare insieme per affrontare una crisi che minaccia non solo l’agricoltura, ma l’intero tessuto economico e sociale del territorio. La siccità, un tempo un’emergenza straordinaria, è ormai una realtà cronica con cui fare i conti. Prepararsi al peggio non è più un’opzione, ma una necessità per garantire un futuro sostenibile al Salento e alla Puglia intera.