Lavoro ed Economia
B&B e sommerso nella provincia di Lecce: numeri allarmanti
Da Torre dell’Orso a Ugento, da Otranto a Gallipoli, il litorale salentino sta vivendo una trasformazione epocale. Non più solo località balneari, ma veri e propri resort a cielo aperto, dove il proliferare incontrollato di B&B e case vacanza sta ridisegnando il profilo sociale ed economico di intere comunità.
Il caso di Ugento è emblematico. Nella cittadina che conta circa 12.000 residenti, durante l’estate le presenze si moltiplicano esponenzialmente, con un boom di strutture ricettive che sfugge a ogni tentativo di censimento.
“In alta stagione è impossibile stabilire il numero esatto di B&B in attività”, confessa un operatore del settore che preferisce rimanere anonimo. “Accanto alle strutture regolari, spuntano come funghi appartamenti e villette che si trasformano in ricettività improvvisata, spesso pubblicizzata solo sui social o sul passaparola”.
Il fenomeno non risparmia nessuna località costiera. Da Torre San Giovanni a Torre Mozza, da Lido Marini a Marina di Ugento, interi quartieri si trasformano in “zone turistiche fantasma” per nove mesi l’anno, per poi esplodere in un caos abitativo durante la stagione estiva. Le conseguenze? Prezzi alle stelle per i pochi affitti residenziali disponibili e un’economia locale sempre più dipendente da tre mesi di stagione turistica.
Ma non è solo questione di numeri. La trasformazione investe anche il tessuto sociale delle comunità costiere. A Torre dell’Orso, storica località balneare a nord di Otranto, gli abitanti storici raccontano di un paese che “non si riconosce più”. Interi condomini vengono acquistati da società immobiliari per essere convertiti in residence turistici, mentre le attività commerciali tradizionali cedono il passo a servizi dedicati esclusivamente ai vacanzieri.
Le nuove normative introdotte dal primo gennaio 2024, che vietano il check-in automatico e impongono controlli più stringenti, sembrano aver sortito l’effetto contrario: “Molti proprietari hanno semplicemente smesso di dichiarare l’attività”, rivela un agente immobiliare. “Gli affitti in nero sono aumentati, mascherati da presunti prestiti gratuiti a ‘amici e parenti'”.
Il fenomeno ha assunto dimensioni tali da alterare persino il mercato immobiliare. A Castro, piccolo gioiello della costa adriatica, i prezzi delle case sono raddoppiati in cinque anni. “Chi compra non lo fa più per abitarci”, spiega un agente immobiliare locale, “ma per trasformare gli immobili in B&B o case vacanza. I residenti vengono sistematicamente esclusi dal mercato”.
L’impatto si ripercuote anche sui servizi essenziali. A Torre San Giovanni, il sistema di raccolta rifiuti va in tilt ogni estate, con un servizio calcolato e tarato sui numeri delle presenze ufficiali.
La soluzione? Gli operatori turistici regolari chiedono controlli più severi e sanzioni esemplari per chi opera nel sommerso. Ma c’è anche chi propone di ripensare completamente il modello di sviluppo turistico del Salento costiero. “Non possiamo basare l’economia solo sui tre mesi estivi”, è questo il mantra che ormai da oltre 10 anni risuona sempre più forte nelle riunioni di settore.
Intanto, mentre le istituzioni discutono e gli operatori si dividono, il fenomeno continua a crescere. L’estate 2025 si annuncia da record per le prenotazioni. Ma dietro i numeri in crescita si nasconde il rischio concreto di vedere le località costiere salentine trasformarsi in “non luoghi” turistici, dove l’identità locale sopravvive solo nelle cartoline per i turisti.
Una questione di cui si è occupato oggi anche il TGR Puglia
il servizio video del TGR