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Politica

Quello che a Ugento non si ha il coraggio di fare

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In un’inaspettata svolta politica nel basso Salento, mentre Ugento rimane impantanata nella sua palude amministrativa, la vicina Taviano ha dato una lezione di coraggio politico che riporta alla mente un precedente storico della nostra città, troppo spesso dimenticato.

A Taviano, nove consiglieri – sei di maggioranza e tre di opposizione – hanno firmato davanti a un notaio le loro dimissioni, decretando la fine anticipata dell’amministrazione Tanisi.

Un gesto che ha il sapore della responsabilità politica, arrivato dopo mesi di tensioni culminate con la nascita del gruppo “Per la Città” e un tentativo in extremis del sindaco di salvare la situazione con la nomina di una nuova giunta.

Ma la storia, si sa, ha il vizio di ripetersi, o meglio, di mostrarci che ciò che oggi sembra impossibile, in passato è già stato fatto. Era il 31 maggio 2000, esattamente 25 anni fa, quando Ugento visse una situazione sorprendentemente simile. In quella data, 11 consiglieri comunali, tra cui l’attuale vice sindaco Massimo Lecci, firmarono un documento – che OzaNews può mostrarvi in esclusiva – che decretò la fine dell’amministrazione guidata da Gabriele Congedi.

Questo precedente storico rende ancora più stridente il contrasto con l’attuale situazione ugentina. Se 25 anni fa ci fu il coraggio di prendere una decisione drastica per il bene di qualcuno più che della città, oggi quel coraggio sembra essersi dissolto nel tempo, sostituito da una politica del “tirare a campare” che sta lentamente soffocando le potenzialità del nostro territorio.

Mentre a Taviano i consiglieri hanno avuto il coraggio di ammettere che “quando un sindaco non rispetta e non sa tenere la maggioranza che lo ha fatto eleggere e non rappresenta la città, non resta che prenderne atto e ridare la parola agli elettori”, a Ugento si continua a vivacchiare in una situazione paradossalmente più grave. È ironico pensare che proprio chi oggi siede sulla poltrona più alta del comune fu tra i protagonisti di quella controversa decisione del 2000.

Il caso Taviano, unito al precedente storico ugentino del 2000, ci insegna che quando la politica non si traduce nella sua essenza più vera, quella di servizio alla comunità, anche le decisioni più difficili diventano inevitabili. Una lezione che l’Ugento di oggi sembra aver dimenticato, nonostante abbia nel suo DNA politico esempi di come si possa e si debba agire.

E allora, mentre guardiamo quel documento di 25 anni fa, testimonianza di un tempo in cui il coraggio politico non mancava nella nostra città, viene spontaneo chiedersi: cosa è cambiato? Perché quello che fu possibile nel 2000, e che oggi è possibile a Taviano, sembra diventato un’utopia nell’Ugento del 2024?

La risposta, forse, sta proprio in quel documento ingiallito dal tempo che vi mostriamo, un memento di come la politica possa e debba essere strumento di cambiamento quando necessario, non di conservazione dello status quo a tutti i costi. Un insegnamento che, a quanto pare, abbiamo dimenticato troppo in fretta.

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Videomaker, Fotografo, Giornalista ed esperto di marketing digitale. Tutto questo dopo aver vissuto dieci anni a Bologna ed esser tornato in Salento. Oggi dirigo la redazione di Ozanews, la comunicazione di Ugento Calcio e le iniziative di Officine Multimediali ETS mentre continuo a lavorare per i miei clienti storici.

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