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Editoriali

Ci vuole rispetto!

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Solo un pazzo potrebbe essere contrario alla “riappropriazione degli spazi destinati alla crescita personale, alla socialità, allo sport”. Lo sosteniamo da sempre sul nostro giornale. Lo parteggio da sempre, come dirigente sportivo e come sociologo e criminologo. Mi confortano molti studi universitari e vasta letteratura scientifica.

I contenuti dell’intervento social del nostro Presidente del Consiglio comunale non può che trovarmi pienamente concorde. Sarei incoerente e soprattutto scorretto se mi sincerassi in quel pregiudizio politico “a prescindere”. Direi anche personalistico, che invece si palesa in certi atteggiamenti ed esternazioni intempestive, mosse da infantilismo istituzionale e da ripicche che non giovano alla socialità della nostra città. Ugento è anche Gemini, T. re S. Giovanni, T. re Mozza e Lido Marini!

Come si potrebbe essere contrari nel “credere nei giovani, dando loro strumenti e spazi per crescere con valori sani, per imparare il rispetto delle regole, per vivere la bellezza dello stare insieme”

Solo un demente avrebbe qualcosa da obiettare. Ma il punto non è questo. Ovvio che un centro sportivo così moderno è necessario per consentire ai nostri piccoli e grandi concittadini di socializzare e crescere con la pratica dello sport. Gemini lo merita! 

Interessa discettare sulle modalità e la tempestività con cui vengono fatte certe dichiarazioni. Se è vero e condivisibile che l’obiettivo è quello di educare ai valori sani, al rispetto delle regole ed a vivere la bellezza dello stare insieme, mi chiedo perché fare un’inaugurazione proprio domenica, in occasione di una gara importante come quella di ieri tra l’Ugento ed il Francavilla in Sinni? Era proprio improcrastinabile? Non poteva farsi un’altra domenica coinvolgendo magari (e meglio) tutta la cittadinanza?  È stato voluto? Come scriveva Agatha Christie in un suo famoso romanzo giallo:

“i sospetti ci stanno, ma le prove tardano a venire”.

A meno che non sia sfuggito a me, come mai Sindaco, vice – Sindaco e Presidente del Consiglio comunale non si sono mai visti in occasione delle partite casalinghe? Almeno di quelle importanti. Tra l’altro, al Capozza di Casarano si gioca una sola volta all’anno. Eppure, da qualche mese il nostro campo è agibile. Mi chiedo ancora come mai l’occasione di disputare un campionato nazionale di serie D, non possa essere colta come input per politiche condivise di marketing territoriale, quindi di traino per la crescita e lo sviluppo? A maggior ragione se, stando agli ultimi dati forniti direttamente dalla Borsa Internazionale del turismo vi è “una conferma che sa tanto di smentita”? Il “dato” più alto di sempre, conciona puntualmente il Presidente del Consiglio sulla sua pagina social. Ne siamo felici, tuttavia trascura che le statistiche vanno lette, interpretate e contestualizzate perché si tratta sempre di un “dato grezzo”. 

Il protagonismo individuale assurge spesso ad inqualificabile tracotanza istituzionale. Da mettere pubblicamente in luce perché doverosamente criticabile (in senso nobile!).  Non meraviglia il “non pervenuto” del trio delle meraviglie al nostro campo sportivo, dove non ci sono tribune d’onore, ove sciorinare e sfoggiare. Siamo dinanzi ad una latitanza cronica se si considera l’assenza in piazza Italia la sera della vittoria della finalissima contro il Bisceglie dello scorso maggio. Anche di quella vittoria è doveroso prendersi cura caro Presidente Scorrano! Rispetto istituzionale prim’ancora che sportivo avrebbe richiesto un’accoglienza diversa alla squadra, allo staff tecnico ed ai dirigenti. Perché nessuna fascia tricolore e bianca e gialla a stringere la mano per un risultato storico per la città di Ugento?Presenziare le gare casalinghe non è anche un “vivere la bellezza dello stare insieme”? Non è condividere con i propri concittadini emozioni e passioni che vanno al di là delle legittime convinzioni politiche di ognuno? I cittadini, prim’ancora degli sportivi ci sono sempre. Prima, come anche dopo ogni elezione. Meritano rispetto anche quando non ci si siede su una poltroncina da stadio. Staranno forse scomodi seduti su gradinate umide e fredde, ma vivranno emozioni indimenticabili. Suvvia, ci vuole rispetto!

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