Connect with us

Sport

La bellezza del calcio. Ugento c’è ancora!

Published

on

CONDIVIDI SUBITO QUESTO ARTICOLO
TEMPO DI LETTURA 3 MinutI

Verrebbe da dire alla faccia dei gufi! Che, ahimè, non sono pochi. Contrariamente a quanti ci davano per spacciati, nella gara disputata contro la blasonata Fidelis Andria, l’Ugento Calcio non solo ha brillato per la bellezza di quanto espresso in campo, ma ha anche conquistato una vittoria schiacciante. Costruita con merito, segnando un passo importante verso la salvezza, sebbene, occorre dirlo, la terna arbitrale non sia stata all’altezza della situazione. Accade però che il bel giuoco vinca e venga premiato.

In altre occasioni ebbi a definire Juanito Sanchez il Caravaggio del goal, perché, con il suo “ataque de la cobra”, ha eseguito un calcio di punizione magistrale! Rapido come il colpo del cobra. Bello come i tratteggi di Caravaggio. Un goal dedicato ad un bambino che vede in lui l’idolo di un calcio che ci piace. 

Ciò che contraddistingue la tecnica pittorica del grande artista milanese è la forma tridimensionale che con lo sfruttamento dell’illuminazione riesce a conferire alle sue opere. Osservandole, non possono non cogliersi i volumi dei corpi che improvvisamente emergono dal buio della scena. Solitari protagonisti della sua opera, anche rispetto allo sfondo, spesso lasciato indistinto. Per la realizzazione dei suoi dipinti, Caravaggio era solito posizionare le lanterne in modo che i modelli fossero illuminati solo in parte ed a luce radente: con questo artificio, faceva aggettare, cioè sporgere, dall’oscurità solo specifiche porzioni della scena dipinta, che acquistano in tal modo un rilievo quasi scultoreo. È la luce che plasma le figure. Determina ambienti e situazioni, ed è concepita o come apparizione o come fatto drammatico nell’intensità dei gesti dei personaggi. Se lo spartito è stato scritto con maestria da mister Oliva, tutta la squadra l’ha interpretato magnificamente come a voler dare forma e luce ai sogni, alle speranze, alle emozioni ed alle passioni degli ugentini presenti al comunale di via Taurisano. Giocate di altissimo livello. Sia individuali, in ogni zona del campo giuoco, sia collettive perché non deve mai dimenticarsi che il calcio è uno sport collettivo, inventato dagli inglesi con l’idea di offrire al pubblico uno spettacolo. Ed in effetti, ieri si è assistito ad uno vero e proprio spettacolo sportivo, di quelli che vanno ad aggiungersi alla storia di una realtà sportiva che con enormi sacrifici non molla, va avanti, lotta, non si scoraggia, non si lascia atterrire da comportamenti che nulla hanno a che vedere con la convivialità, lo stare insieme, il voler bene alla propria città.

I soliti detrattori diranno che siamo quintultimi e che non si è ancora fatto nulla. Vero. Altri ancora, che sono poi i peggiori, si travestono con mille maschere per nascondere il disprezzo per la propria città, stando sull’uscio della porta pronti a ridere e a deridere al primo inciampo. I peggiori “indifferenti” per citare qualche glorioso pensatore del passato. Per costoro, non c’è che da provare un’umana pietà.  

Ieri, l’Ugento Calcio ha sonoramente battuto una squadra di alto livello, sia per storia, sia per disponibilità di risorse. L’ha fatto con stile, con il bel giuoco, con la forza dell’impegno e del sacrificio di tutti i giorni. L’ha fatto con l’umiltà di chi ha rispetto dell’avversario. L’ha fatto con la preghiera, perché il Don Benji è sempre al suo, al nostro fianco. La sua parola, il suo sorriso e la sua presenza, sono fondamentali anche nello sport. Il calcio deve unire la nostra comunità, perché è un mezzo fondamentale per la crescita, lo sviluppo sociale ed economico. Godiamoci questo quadro vittorioso. Riviviamo quelle emozioni. Sentiamo nel cuore di appartenere ad una terra straordinaria. Sentiamoci ugentini e geminiani fino in fondo. Anzi fino in cima, direbbe Don Tonino Bello! 

Il calcio è bellezza. Ad essa contribuirebbe un impianto sportivo adeguato ad una serie nazionale, perché Ugento lo merita. Appassioniamoci a questa bellezza. Proteggiamola come bene prezioso perché Ugento c’è ancora e sempre ci sarà! 

Pubblicità