Sport
Il colosso Martinez e i colossi giallorossi
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Quando nel calcio si conquistano grandi vittorie, come quella di domenica scorsa viene naturale celebrare e osannare l’autore o gli autori del goal. Soprattutto quando a realizzarli sono calciatori dall’innata creatività e dall’estro superlativo che, unite ad un’organizzazione di gioco strutturata ed efficace, ne esaltano le qualità balistiche. È ciò che poi viene ricordato quando si chiacchiera in piazza, nei bar, con gli amici. Ovunque insomma si respirare l’aria della domenica calcistica. Contrariamente all’abitudine giornalistica di omaggiare il marcatore più in vista, l’attenzione deve rivolgersi da un lato a quei calciatori che per diverse ragioni si sentono di meno, che hanno giocato poco; dall’altro su quelli che vediamo frequentemente scendere in campo. Tutti, senza distinzione alcuna, hanno fornito un contributo fondamentale per i risultati fino ad oggi faticosamente raggiunti. Non si possono operare distinzioni perché ognuno è protagonista in questa avventura per la salvezza. Chi non gioca ha sempre e comunque un grande valore per l’andamento di una squadra. Hanno un compito gravoso perché devono lavorare tutti i giorni come gli altri per trovarsi pronti a rispondere alle chiamate di mister Oliva. Il che non è semplice sul piano fisico, su quello psico – emotivo e motivazionale. A loro va espresso un sincero ringraziamento per la pazienza, l’impegno e la professionalità profusi giornalmente, mettendosi a disposizione dello staff tecnico e dei propri compagni. Essere gruppo ed essere squadra abbisognano di questi atteggiamenti! E con essi si rafforzano partita dopo partita. C’è tuttavia una menzione che credo sia doverosa. Sulla quale nulla potrebbe obiettarsi: Emmanuel Martínez. Ema per tutti! Per rispetto e per ragioni di opportunità evito di esprimere considerazioni sotto il profilo tecnico, essendo necessario evidenziare altri aspetti di colui che, parafrasando la leggenda del Colosso di Rodi, merita di essere definito il Colosso Martinez. Questa è l’immagine che ho di lui quando anticipa un avversario, facendo fa salire magistralmente la difesa giallorossa dopo la riconquista del pallone.
Il Colosso di Rodi fu una delle sette meraviglie del mondo classico: un’enorme statua di bronzo del dio Elio situata nel porto di Rodi nel III secolo a.c. Secondo studi contemporanei il colosso non si sarebbe trovato all’accesso del porto, come porta di ingresso per le navi, ma era collocato su un pilastro all’interno della città vecchia o acropoli di Rodi, poi divenuta città dei cavalieri di Malta, in posizione sopraelevata sulla collinetta subito antistante al porto, in modo che fungesse da faro.
Avendo la fortuna e l’onore di osservare Ema durante gli allenamenti e poi durante le gare, di incontrarlo qualche volta in giro per la nostra città, la stima nei suoi confronti è sempre andata via via aumentando. Mi piace di lui la semplicità, la serietà, l’impegno e la dedizione non solo per il lavoro di calciatore, ma per la propria famiglia. Abbiamo il “bravo ragazzo”, maturo e padre di famiglia. Un esempio per i più giovani, da seguire nello sport come nella vita di tutti i giorni. Tutte qualità che emergono chiaramente quando padroneggia la linea difensiva dell’Ugento Calcio. Riesce ad essere leader in campo per lealtà, rispetto e correttezza verso compagni ed avversari.
Nella sfida di domenica ha letteralmente giganteggiato contro l’attaccante avversario, molto più alto di lui. Encomiabili l’atteggiamento in campo, la voglia di lottare, di non lasciare spazio, di non consentirgli di fare le sue giocate. Con ogni colpo di testa sembrava una statua a protezione della nostra porta. Un capitano in campo e fuori dal campo!
Oltre al “Caravaggio del goal” abbiamo anche il Colosso di Rodi. Il Colosso Martinez e i colossi giallorossi: Illipronti, Bedini, Navarro, Grisley, Ruiz, Teyou, Romero, Regner, Medina, Lezzi, Signorile, Rossi, Ancora, Inguscio, Mariano, Caterino, Romano, De Nuzzo, Merico, Uneida Viera.
Grazie ad ognuno di voi!