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Ambiente e Territorio

Crisi dei rifiuti a Ugento: i sindacati proclamano lo stato di agitazione

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La situazione della gestione dei rifiuti nei comuni dell’ARO 10/LE, di cui Ugento è capofila, raggiunge un nuovo livello di allarme. Con una nota congiunta inviata ieri, 17 giugno 2025, ai sindaci, agli assessori all’ambiente e ai responsabili dei servizi comunali, le segreterie territoriali di Fiadel, Fp Cgil, Fit Cisl, Uil Trasporti e la RSU hanno ufficialmente proclamato lo stato di agitazione del personale impegnato nel servizio di raccolta e igiene urbana.

La lettera, trasmessa anche alla Prefettura di Lecce, denuncia condizioni di lavoro inaccettabili e una gestione definita “gravemente deficitaria” da parte dell’RTI Sangalli Giancarlo & C. Srl e AVR per l’Ambiente Spa, aziende appaltatrici del servizio.

Una lunga serie di disfunzioni

Alla base della protesta sindacale c’è una lista impressionante di criticità. I sindacati segnalano l’arrivo nei cantieri di Presicce-Acquarica e Taurisano – comuni anch’essi appartenenti all’ARO 10 – di mezzi dismessi e in condizioni “igienico-sanitarie pietose”, provenienti dal cantiere chiuso di Brindisi. Gli stessi veicoli presentano, secondo quanto riportato, guasti agli impianti di sicurezza, malfunzionamenti delle attrezzature per la raccolta porta a porta, perdite di olio e colaticci, aria condizionata non funzionante, e addirittura assenza di luci e frecce.

Il quadro si aggrava ulteriormente con la cronica carenza di personale, che costringe gli operatori ecologici a turni massacranti anche durante le ore più calde della giornata. Le promesse aziendali di nuove assunzioni non si sono mai concretizzate, mentre le malattie e le dimissioni riducono sempre più la forza lavoro attiva.

Questa nuova escalation rappresenta solo l’ultimo episodio di una crisi annunciata e più volte denunciata, anche da questa testata. Già nel corso del mese di maggio erano stati resi noti documenti che parlavano di un servizio largamente sotto organico, con mezzi insufficienti e la mancata osservanza di molti punti contrattuali da parte dell’azienda. Nonostante le evidenze, nulla è stato fatto per correggere la rotta.

A peggiorare il quadro c’è anche il dato politico. In questi anni l’amministrazione comunale di Ugento, guidata dal sindaco Salvatore Chiga, non ha mai applicato sanzioni all’appaltatore, né ha mai dato segno di voler esercitare un controllo rigoroso sul rispetto del contratto, previsto dal capitolato. A più riprese, la minoranza consiliare ha denunciato l’inerzia del Comune, rimarcando come nessun verbale sia mai stato elevato, anche di fronte a evidenti disservizi e violazioni.

A rendere tutto ancora più paradossale è il fatto che il servizio di raccolta e smaltimento rifiuti resta tra le voci di spesa più onerose per i cittadini. In cambio, però, si riceve un servizio inefficiente e un territorio che, soprattutto nei mesi estivi, appare sporco, trascurato e inadeguato alle aspettative di residenti e turisti.

La proclamazione dello stato di agitazione e la sospensione di tutte le attività straordinarie è, secondo le sigle sindacali, l’unico strumento rimasto per attirare l’attenzione delle istituzioni e costringerle ad agire. Il prossimo passo sarà la richiesta di un tavolo di raffreddamento, come previsto dalla Legge 146/90, alla presenza del Prefetto di Lecce.

Tuttavia, il vero nodo resta la responsabilità politica. Da oltre vent’anni il settore ambientale del Comune di Ugento è controllato dalla stessa persona. E in questo lungo arco di tempo, i problemi si sono accumulati, senza mai trovare soluzione. Oggi, la città è sull’orlo del collasso igienico-sanitario.

Ora più che mai, l’urgenza è che la Regione Puglia e la Prefettura intervengano. Prima che l’estate – e con essa i flussi turistici – faccia esplodere definitivamente una bomba ecologica che non può più essere ignorata.

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