Politica
Aumentano tassa spazzatura: la versione di Giulio Lisi

Dopo l’acceso dibattito consiliare del 26 giugno scorso sull’aumento della TARI, si arricchisce di nuovi spunti la polemica sulla gestione del servizio rifiuti a Ugento. A rilanciare l’indignazione di tanti cittadini è il consigliere di minoranza Giulio Lisi, che con un lungo e dettagliato intervento pubblicato sui suoi canali social ha definito l’intera gestione “un fallimento politico annunciato”.
Al centro dell’intervento, una serie di dati e riflessioni che sollevano interrogativi pesanti sul metodo di calcolo della TARI, sull’assenza di visione dell’amministrazione comunale e sulla condizione generale di degrado in cui versa il territorio ugentino.
Una tassa che pesa… anche sull’ingiustizia
Il consigliere Lisi parte dai numeri: 4.229.739 euro è il costo diretto del servizio a carico dei cittadini, ai quali vanno sommati altri 500.000 euro non iscritti in bilancio, che rappresentano debiti potenziali per extra-costi di smaltimento. In tutto oltre 4,7 milioni di euro che, secondo l’opposizione, gravano ingiustamente sulle spalle dei cittadini senza un’effettiva contropartita in termini di qualità del servizio.
Lisi sottolinea come le tariffe della TARI siano determinate ancora secondo un metodo “arcaico” basato su parametri come la superficie degli immobili o il numero dei componenti del nucleo familiare, senza considerare l’effettiva quantità di rifiuti prodotti. Un sistema che viola il principio basilare del “chi più inquina, più paga”, rendendo la tassa iniqua e insostenibile.
Una città che soffoca nei rifiuti
L’attacco dell’esponente dell’opposizione si sposta poi sulla gestione concreta del servizio: “Raccolta inefficiente, carenza di mezzi, spiagge sporche, centro urbano trascurato, peggioramento igienico del territorio”, queste le accuse mosse contro l’attuale amministrazione e in particolare contro l’assessore al ramo Massimo Lecci, da oltre vent’anni uomo chiave della macchina amministrativa ugentina.
Per Lisi, la responsabilità dell’attuale crisi ambientale non è solo del nuovo gestore del servizio, ma anche e soprattutto della mancata vigilanza e della colpevole inerzia da parte dell’amministrazione, incapace – o non intenzionata – a imporre penali o chiedere correttivi efficaci.
Un’occasione mancata nel passato
Lisi ricorda anche un episodio emblematico della prima amministrazione Lecci: un progetto all’avanguardia presentato da un’azienda del Nord Italia per l’introduzione di un sistema di misurazione puntuale dei rifiuti. Quel progetto – capace di rivoluzionare il sistema TARI e basato sull’equità tariffaria – fu ignorato e dimenticato, come spesso accade quando le proposte innovative non rientrano nel perimetro del consenso consolidato.
“Quel progetto morì lì, e chi lo propose fu lasciato fuori dalle liste elettorali”, afferma Lisi, che invita i cittadini a riflettere non solo sull’efficienza della macchina amministrativa, ma anche su possibili interessi e responsabilità politiche non ancora chiarite.
L’amara conclusione: nessuna volontà di cambiare
Il messaggio finale del consigliere è chiaro: “Questa amministrazione non ha avuto visione e volontà di cambiare. Pensateci!”. Una conclusione che suona come un monito, ma anche come l’invito a un cambio di rotta profondo, in vista di un futuro diverso, più giusto e più efficiente per l’intera comunità ugentina.
Il dibattito sulla TARI, quindi, è ben lontano dall’essersi concluso. Anzi, si inserisce con forza in una campagna elettorale che si preannuncia incandescente, in cui la gestione dei rifiuti potrebbe diventare uno dei temi centrali per misurare credibilità e competenza della futura classe dirigente.