Ambiente e Territorio
Il promontorio di Pazze si sta sgretolando sotto il peso dell’incuria

La piccola spiaggia ai piedi del promontorio di zona Pazze, a Torre San Giovanni, non esiste più. La costa arretra, la falesia si sgretola e sotto l’erosione inarrestabile si nascondono pericoli reali per chiunque decida di avvicinarsi, ignaro del rischio. È questo il quadro drammatico che Ozanews denuncia da anni, e che oggi torna tragicamente attuale.
Già tre anni fa ci eravamo occupati della zona di Fontanelle, tra Torre San Giovanni e Torre Mozza, quando le spiagge sembravano ancora integre. All’epoca il fenomeno dell’erosione costiera era sotto gli occhi di pochi: oggi quelle stesse spiagge sono ridotte a lembi di sabbia, incapaci di garantire sicurezza o attrattiva turistica. Il caso di Pazze rappresenta un esempio lampante di ciò che potrebbe accadere altrove se non si interviene subito.
Il promontorio, parte del Parco Litorale di Ugento e sottoposto a vincoli ambientali, appare oggi trascurato e vulnerabile. I vincoli, pur essendo chiari, non vengono rispettati né vigilati con continuità, e questo favorisce un degrado rapido e pericoloso. L’erosione ha già cancellato la spiaggia e continua a scavare nella costa, con crolli che rappresentano un rischio concreto per turisti e bagnanti.
A peggiorare la situazione, ci sono arrivate numerose segnalazioni sull’uso scellerato che si fa del promontorio nella totale assenza di controlli. Turisti sempre più maleducati e irrispettosi dell’ambiente hanno occupato la falesia con comportamenti rischiosi, arrivando persino a installare gazebo su lastre delicate di roccia, come documentato in video condivisi sui social. Queste pratiche non solo accelerano l’erosione, ma rappresentano un pericolo reale per chi frequenta la zona.
Non si tratta di un problema isolato. Anche in altre marine salentine, da Porto Cesareo a Torre Lapillo, da Gallipoli al litorale di Baia Verde, la costa arretra e le dune naturali spariscono. Interventi concreti sono possibili: ripascimento delle spiagge, frangiflutti e barriere sommerse, rinaturalizzazione delle dune con vegetazione autoctona. Ma ogni sforzo rischia di essere vano senza un controllo costante e capillare del territorio.
Ed è qui che entra in gioco la Polizia Municipale di Ugento. La tutela e il monitoraggio della costa spetterebbero alle autorità locali: senza vigilanza, i rischi diventano reali. Un crollo può avere conseguenze gravissime per le persone, generando responsabilità legali e danni all’immagine del territorio, che vive quasi esclusivamente di turismo. Ogni incidente rappresenterebbe una perdita economica diretta e una ferita difficile da rimarginare per il comune. Una tragedia annunciata che avrebbe precise responsabilità, con nomi e cognomi di dirigenti chiamati a rispondere dei danni.
Agire subito è indispensabile. Non solo per proteggere vite umane, ma anche per preservare un patrimonio naturale e turistico che rischia di scomparire. Il promontorio di Pazze si sgretola, e con esso potrebbe scomparire un angolo di Salento unico al mondo. L’azione delle istituzioni non può più aspettare: sicurezza, tutela ambientale e interventi concreti devono partire ora, prima che sia troppo tardi.