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Ambiente e Territorio

Continua la telenovela dello smaltimento rifiuti a Ugento: revocato il contratto

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Nella lotta contro l’inquinamento ambientale e l’inefficienza amministrativa, la vicenda dell’appalto dei servizi di gestione integrata dei rifiuti solidi urbani a Ugento emerge come una rappresentazione lampante delle complesse sfide che le comunità e le autorità locali devono affrontare.

L’annuncio della revoca del contratto di appalto all’Ecotecnica srl ​​/ Axa srl, con l’obbligo per l’azienda di garantire l’esecuzione del servizio in attesa del subentrante, sembra un passo avanti verso una migliore gestione delle risorse ambientali, duramente messe alla prova da anni di inerzia e disservizi che si traducono in un territorio mai come ora inondato dai rifiuti. Tuttavia, il dietro le quinte di questa vicenda racconta una storia di procedure opache e di interessi economici, che richiede una riflessione più approfondita.

La storia inizia nel 2013, con la costituzione dell’Associazione di Raccolta degli Oneri (ARO) tra i comuni di Acquarica del Capo, Presicce, Taurisano ed Ugento. L’obiettivo era quello di creare una gestione integrata dei rifiuti che tenesse conto delle specificità territoriali e socio-economiche di questi comuni. Nel 2016, venne approvato un piano industriale che avrebbe dovuto guidare l’intero processo.

Tuttavia, il percorso verso un sistema di gestione adeguato è stato segnato da ostacoli e questioni giuridiche. La gara d’appalto indetta nel 2016, che avrebbe dovuto premiare l’offerta più vantaggiosa per il “porta a porta”, ha visto l’aggiudicazione dell’ATI Ecotecnica-Axa. Ma le controversie legali si sono gettate ombre sulla regolarità di questo accordo.

La sentenza del Consiglio di Stato nel 2020 ha rilevato l’irregolarità contributiva dell’ATI aggiudicataria. Questo ha aperto la strada alla risoluzione anticipata del contratto, ma anche a una serie di ricorsi, diffide e interventi legali da parte delle parti coinvolte. Nel frattempo, l’ARO ha cercato un nuovo subentrante, ma l’ATI Gial Plast ha rifiutato le condizioni, portando al coinvolgimento dell’ATI Sangalli-Teorema.

L’ATI Sangalli ha mostrato disponibilità a subentrare, ma a condizioni che riflettessero la complessità della situazione e la quantificazione degli impegni finanziari. Questo passo avanti sembra indicare una via d’uscita dalla situazione di stallo, ma resta il fatto che tutto ciò ha richiesto tempo e risorse considerevoli, con diversi servizi già pagati dai cittadini di Ugento che non sono stati effettivamente erogati.

La vicenda di Ugento mette in evidenza le sfide della gestione dei servizi pubblici, soprattutto in ambiti delicati come l’ambiente. Le procedure di gara devono garantire trasparenza e concorrenza legale, evitando le pieghe oscure delle controversie legali. Inoltre, le autorità dovrebbero essere in grado di agire in tempi rapidi per risolvere situazioni di stallo, evitando ulteriori ritardi e inefficienze.

Una constatazione quanto mai attuale soprattutto a Ugento, dove importanti gare legate alla gestione degli impianti sporti e dei beni museali sono ormai alle porte. L’interesse pubblico dovrebbe essere la stella polare che guiderà l’amministrazione nell’assegnazione di questi importantissimi assets cittadini, dai quali dipendono direttamente le vite di diversi cittadini. Sarebbe importante riuscire ad invertire una tendenza che vede importanti fondi pubblici finire in aziende di fuori paese, riuscendo a valorizzare l’impegno cittadino.

Ma la questione deve essere approfondita soprattutto dal punto di vista politico, con l’appalto che ha portato alla gestione Ecotecnica che non è stato mai effettivamente rispettato, per colpe che continuano ad essere rimpallate tra il pubblico e il privato, evidenziando come il vulnus non può che essersi verificato in fase progettuale, con un bando scritto male e finito molto peggio.

I risultati di questa gestione sono sotto gli occhi di tutti: eco centri che funzionano a singhiozzo e ranghi ridotti, campagne invase dai rifiuti, bordi strada ridotti a cloache, marciapiedi invasi dall’erbacce, topi e scarafaggi che camminano indisturbati nel centro storico e nelle marine di Ugento. Una situazione che è troppo semplice imputare solo all’azienda che oggi è stato ufficialmente sollevata dall’incarico, nella speranza che la situazione in futuro possa migliorare.

A tutto questo si aggiunga lo stato di agitazione ormai perenne in cui sono costretti alcuni lavoratori del settore, una vicenda di cui già più volte abbiamo scritto.

In definitiva, la vicenda di Ugento non è solo una storia di contratti revocati e subentranti, ma è un richiamo all’importanza di una governance efficace, trasparente e responsabile.

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