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Politica

Notte della cultura amara a Ugento: la denuncia

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Non è certo una novità che la vita pubblica ad Ugento sia sempre più imbrigliata in una rete di favori e privilegi che ostacola la trasparenza e la partecipazione civile. Lo testimonia, ancora una volta, l’ultimo episodio riportato dai cinque consiglieri comunali di minoranza, che hanno firmato un’interpellanza durissima, denunciando lo sfacelo organizzativo della “Notte della Cultura” del 7 settembre. E, ahimè, come è ormai tradizione nella gestione della cosa pubblica a Ugento, la cultura diventa una scusa, un palco finto, dietro il quale si ripete il solito spettacolo di clientelismi, disorganizzazione e spregio delle regole.

La serata (costata 11mila euro affidati interamente all’Associazione Culturale Gemini), che avrebbe dovuto rappresentare un momento di rilancio per l’immagine culturale della città, si è invece trasformata in una pagina buia. Stando alle accuse mosse dai consiglieri, in barba a prenotazioni, regolamenti e sicurezza pubblica, il Castello è stato aperto a una marea di persone, molte delle quali entrate senza pagare il biglietto. Danno erariale, affreschi a rischio, un libro antico che sparisce, il pericolo per l’incolumità dei visitatori e, ciliegina sulla torta, caos organizzativo totale.

Ma è qui che entra in scena il vero “dramma” della serata: l’intervento provvidenziale – per chi? – del Presidente del Consiglio Comunale Vincenzo Scorrano. In un’epoca in cui le regole sembrano ormai essere un optional, Scorrano si erge a protagonista, insistendo affinché il castello fosse aperto a tutti, senza che nessuna norma, nessun prenotato, nessun gestore, potesse frapporsi al suo volere. E come in una farsa degna di Shakespeare, il castello, simbolo del potere, diventa una metafora perfetta del sistema.

“Il castello è mio”, avrebbe esclamato Scorrano, nell’inveire contro il gestore che cercava, timidamente, di far rispettare le regole. “Io decido chi entra e chi no, l’orario delle visite lo decido io!” –

Parole che risuonano con una familiarità inquietante. Non è la prima volta che Ozanews denuncia questo tipo di comportamento. Da anni, la nostra testata si impegna a mettere in luce il marcio che avvolge la gestione pubblica della città. Un marcio fatto di favori elettorali, ricatti, concessioni ad personam e bandi che sembrano scritti su misura per i “soliti noti”.

La scena descritta nell’interpellanza – folla stimata intorno al migliaio di persone che invade il Castello senza controllo, terrazze buie e a rischio, gestori impotenti – potrebbe sembrare l’ennesimo capitolo di una commedia dell’assurdo. Ma non c’è nulla di divertente. Il dramma è reale, e chi paga il prezzo di questa gestione sconsiderata sono i cittadini di Ugento.

Nel mentre, interveniva il Presidente del Consiglio, che iniziava ad inveire contro il gestore sostenendo che il Castello fosse suo, che lui rappresentava il Comune, di essere Vincenzo Scorrano, che lui decideva quando chiudere il castello e quando far entrare le persone, che l’orario delle viste lo decideva lui, ripeteva più volte al gestore che lui era Vincenzo Scorrano e che rappresentava il Comune, che non c’era nessuna regola in merito alle visite al Castello, che il primo piano del castello era suo, per cui il gestore era obbligato a lasciarlo aperto perché lui aveva deciso così. Il gestore cercava di giustificare la chiusura del castello perché gli era stato chiesto dagli addetti dell’Imago per motivi di sicurezza in primis, ma il Presidente non ascoltava ragioni e continuava ad inveire contro il primo, accusandolo di non voler far visitare il castello, di non rispettare gli impegni con il Comune e quant’altro. – si legge nell’interpellanza

E non è solo una questione di biglietti non pagati o di un libro che non si trova più. Il vero problema è un sistema che da anni imbriglia il tessuto sociale in una fitta rete di favori e contropartite, in cui ogni evento pubblico diventa l’occasione per coltivare il voto di scambio e il clientelismo. Gli esempi sono numerosi e ricorrenti. L’interpellanza dei cinque consiglieri è solo l’ultima denuncia di un sistema ormai al collasso.

Basterebbe ricordare altri episodi del passato: dalla concessione ad personam, che circa 15 anni fa ha permesso ad un singolo di gestire praticamente in maniera gratuita l’intero patrimonio culturale ugentino per oltre 10 anni, fino al buco nero del Parco naturale, gestito per vent’anni senza trasparenza e con milioni di euro consumati in bandi e consulenze ad hoc. E poi la gestione delle licenze balneari, l’eterno nodo della raccolta rifiuti, le associazioni che ricevono contributi a pioggia, le stesse che poi si mobilitano in una campagna elettorale permanente per sostenere sempre la stessa persona che assicura loro queste mancette elettorali.

Ma torniamo alla notte del 7 settembre. Il vicesindaco Massimo Lecci e l’assessore alla Cultura Chiara Congedi hanno forse cercato di ripristinare l’ordine? Nient’affatto. Secondo l’interpellanza, il loro comportamento è stato altrettanto discutibile, lasciando che il caos regnasse sovrano. Nessun tentativo di richiamare il personale, nessuna attenzione alla sicurezza. Solo la consueta arroganza del potere, di chi si sente in diritto di fare e disfare a proprio piacimento, senza rendere conto a nessuno.

Era presente anche l’assessore Chiara Congedi, che cercava di calmare il Presidente del consiglio, anche perché gli sussurrava che stavano facendo una brutta figura di fronte a tante persone […] interveniva anche il vicesindaco per invitare il gestore a mantenere aperto il castello, anche lui con atteggiamento prepotente, dicendo al gestore che lui poteva entrare quando voleva, che allo stesso gestore non doveva chiedere nulla, che il gestore non era nessuno e che doveva ripetergli queste circostanze più volte. Il gestore giustificava la chiusura per le motivazioni di cui innanzi.

La domanda sorge spontanea: quanto ancora dovrà sopportare Ugento prima di vedere un vero risveglio? Quando finirà questo teatro dell’assurdo, in cui la cultura, anziché unire, diventa strumento di divisione, di privilegi e favoritismi?

Forse è giunto il momento che i cittadini di Ugento, stanchi di essere spettatori passivi, si alzino in piedi e reclamino il diritto a una gestione pubblica trasparente, responsabile, e realmente al servizio di tutti. Ozanews continuerà, come sempre, a fare la sua parte.

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Videomaker, Fotografo, Giornalista ed esperto di marketing digitale. Tutto questo dopo aver vissuto dieci anni a Bologna ed esser tornato in Salento. Oggi dirigo la redazione di Ozanews, la comunicazione di Ugento Calcio e le iniziative di Officine Multimediali ETS mentre continuo a lavorare per i miei clienti storici.

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