Sport
Contro tutti e contro tutto

La bellezza dello sport è che si può vincere e si può perdere. Nel calcio si può anche pareggiare. L’ASD Ugento Calcio ha fondato la propria attività dilettantistica su valori imprescindibili e fondamentali: identità, senso di appartenenza, sostenibilità economica e sociale, partecipazione, solidarietà e condivisione, lealtà sportiva e rispetto di genere.
La trionfale gara di ieri contro il Gravina ha regalato altre emozioni alla nostra comunità. Ha segnato un altro passo verso il non facile obiettivo della salvezza che, è bene dirlo, scriverlo e sottolinearlo, non può essere minato e messo in dubbio da un operato arbitrale al di sotto delle aspettative. Sia chiaro che l’Ugento Calcio non chiede e non chiederà mai trattamenti che non sia consoni alla lealtà sportiva, ad un equilibrio delle decisioni arbitrali e soprattutto alle regole federali. Da sempre rispettate con la ferma convinzione che siano garanzia per tutti e di tutti! A vincere deve essere solo il bel calcio che si anima con la correttezza e la trasparenza dei comportamenti di calciatori, staff tecnico e dirigenziale, organi federali, tifosi e stakeholder.
A fronte di una vittoria conquistata con il sudore del sacrificio, della voglia di imporsi a tutti i costi perché nel profondo di ogni calciatore è impressa quella forza motivazionale che permette di superare ogni ostacolo, non può sottacersi sulle gravissime deficienze nella condotta della gara da parte della terna arbitrale. La correttezza e l’educazione sportiva a cui l’Ugento Calcio si ispira, impone di voler dubitare possa esserci qualsiasi forma di mala fede nei confronti di chi svolge, occorre riconoscerlo, una funzione ed un ruolo fondamentali, tutt’altro che semplici, come quelli del giudice di gara. Le decisioni arbitrali si rispettano. Anzi, devono essere rispettate. Tuttavia, possono e devono essere criticate. L’intento deve essere quello di migliorare per garantire conduzioni di gara improntate all’equità, all’equilibrio e soprattutto all’uso di un metro di giudizio che rispetti le regole, i calciatori, le società di calcio, tifosi e appassionati.
Seguendo la linea del nostro presidente Massimo De Nuzzo, quella del nostro direttore Roberto Cazzato e soprattutto del nostro mister, che ancora una volta, bisogna sottolinearlo, ha dato prova di pragmatismo e pacatezza, dentro e fuori dal rettangolo di gioco, non possono passare inosservate le evidenti nefandezze che hanno trovato un culmine negli obbrobri arbitrali consumatisi ieri pomeriggio. Non è rispettoso dello sport prim’ancora che del calcio e dell’Ugento Calcio. Dobbiamo fare luce negli angoli bui ed uscire allo scoperto con serenità e rispetto. Dicendo le cose pane a pane e vino a vino.
Sono molti i torti e le ingiustizie subite dall’inizio del campionato. Sarà sudditanza psicologica perché la nostra è una realtà piccola e nuova? Si vuole forse derubricare a fallimento sportivo ciò che invece costituisce un miracolo, che forse dovrebbe essere studiato sul piano sociologico, e non solo? Ogni sportivo è in grado di farsi la propria idea. È legittimato ad esprimerla. Non si possono non criticare interventi arbitrali che sono dei veri e propri colpi da arma da fuoco, degni del cecchino visto in “Sniper” o in “Salvate il soldato Ryan”. Cartellini gialli e rossi che volano come foglie al vento, solo per tentare di indebolire la squadra, perché si ripetono con una consuetudine che bisogna evidenziare, anzi denunciare pubblicamente. Dispiace, addolora e rammarica un tale atteggiamento. A leggere lo stato disciplinare dell’Ugento Calcio sembra di essere di fronte ad una forma di devianza sportiva per la quale urgerebbe un intervento terapeutico. Un’iperbole ingiustificata ed ingiusta nei confronti di ragazzi che stanno dando tutto, dimostrandosi grandi uomini ed eccellenti calciatori come ha giustamente evidenziato mister Oliva in conferenza stampa. Arbitrare non è facile. L’errore ci sta e lo si deve accettare con serenità e deferenza assoluta dei ruoli. Dobbiamo esserne consci. Non è ammissibile però che in una serie D, con terne di livello, non ci sia collaborazione tra assistenti e arbitro. Sono due i calci di rigori, di un’evidenza lapalissiana, a non essere stati concessi. Eppure, sia nel primo, che nel secondo, le posizioni dell’arbitro e del suo assistente erano perfettamente sincronizzate con la dinamicità dell’azione. Non avevano alcun ostacolo che gli impedisse di vedere ciò che tutti hanno visto. I video disvelano tutta la loro inadeguatezza.
Non ci rimane che impegnarci, rimanere uniti contro le ingiustizie che da tempo si manifestano con evidente precisione chirurgica, raddoppiare gli sforzi. Tutti insieme. Contro tutti e contro tutto. Lo dico e lo ripeto: non ci piegheranno mai! Forza Ugento, non molliamo! Forza Vagnoni!