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La storia dei Falchi perde un altro simbolo: ciao Biagio

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La notizia della scomparsa di Biagio Congedi è arrivata nella serata di ieri, dolorosa, inaspettata.

Impossibile per un ugentino non conoscere Biagio: da sempre impegnato per il territorio, per molti anni in prima fila nella Protezione Civile e poi attento sostenitore e promotore dello sport, tutto lo sport, nel senso più inclusivo del termine.

Il suo nome resta indissolubilmente legato ai Falchi Ugento che con Tonino Cavalera in panchina conquistarono la serie B1. Biagio faceva parte del direttivo della squadra e si occupava (tra le altre cose) delle dirette streaming. I Falchi furono i primi ad intuire le potenzialità dei social network che in quegli anni stavano iniziando a diventare popolari e proprio su quei social Biagio si era organizzato per trasmettere le partite, soprattutto in trasferta.

Arrivava prima di tutti, in palestre buie e spesso gelide in pieno inverno, oppure già brulicanti di tifosi avversari (a Alessano, Leverano e Pulsano ancora riecheggiano i cori di quelle sfide epiche) e sistemava la sua postazione con pc, telecamera e chiavetta. Affiancato dall’amico di mille colorite telecronache Martino Carluccio, lo spettacolo poteva cominciare.

Biagio non si è mai fatto fermare dalla sua malattia. Anzi, probabilmente era diventata un motivo per vivere la vita con uno sprint in più, una ragione per non smettere di sorridere e di progettare nuove sfide. Anche nei momenti più bui e debilitanti, non faceva che ripetere “quando starò meglio faremo….andremo…..”. Perché lui sapeva che prima o poi sarebbe stato meglio e l’ennesima sfida, l’ennesimo problema, l’ennesima complicazione sarebbero stati un’esperienza lasciata alle spalle.

Fino a ieri sera, quando il suo sorriso bonario si è spento. Ci mancheranno le sue battute improvvise e caustiche, ci mancherà la sua voglia di organizzare, il suo non tirarsi mai indietro, la sua urgenza di costruire, realizzare, sempre con lo sguardo al futuro. L’amore per l’Inter, la pallavolo, gli animali, c’era sempre qualcosa di cui parlare, su cui scherzare, qualcosa da condividere. E di strada, con Biagio, ne abbiamo condivisa tanta. Abbracciamo forte la moglie Giovanna, il suo angelo che gli è sempre stata accanto in tutto questo faticoso percorso.

Dopo Lallo, il PalaOzan perde un altro pezzo fondamentale della sua gloriosa storia. Ugento perde un’anima buona che ha fatto tanto per questo paese. Ciao Biagio, ci mancherai immensamente.

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