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Lavoro ed Economia

Piano collettivo di salvataggio: chi salva chi?

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piano collettivo di salvataggio
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Abbiamo dato un occhiata a tutti gli atti resi pubblici sull’albo pretorio da parte del Comune di Ugento in merito al piano collettivo di salvataggio, presentato come indispensabile criterio per la bandiera blu, anche se in realtà non è precisamente così.

Il piano collettivo di salvataggio è un provvedimento che punta ad alzare gli standard di sicurezza del nostro litorale, coinvolgendo gli stabilimenti balneari e un’azienda che si occupa di salvataggio tramite moto d’acqua, con la possibilità di allargare il servizio di salvamento anche alle spiagge libere.

una delle torrette installate sulla spiaggia libera

Partiamo dalla Delibera di giunta n. 149 del 30.06.2022 nella quale si legge:

“come previsto dal disciplinare di procedura operativa adottato dalla FEE Italia per l’assegnazione della Bandiera Blu, i comuni che si fregiano di tale vessillo devono obbligatoriamente rispettare diversi adempimenti e in particolare tra questi risulta esservi quello correlato alle: Misure di sicurezza per la tutela dei bagnanti attraverso la predisposizione ed attuazione di un piano collettivo di salvataggio”.

un estratto dalla delibera

Esaminando la procedura operativa PO005 – PROCEDURA OPERATIVA Certificata ISO 9001 – 2015, alla voce “SERVIZI E SICUREZZA” sono riportati i seguenti punti, dove la (I) sta per carattere “IMPERATIVO” e (G) per “GUIDA”, quindi non obbligatorio e utile per acquisire ulteriore punteggio:

27. Un numero adeguato di personale di salvataggio e/o attrezzature di salvataggio deve essere disponibile sulla spiaggia (I)

28. L’equipaggiamento di primo soccorso deve essere disponibile sulla spiaggia (I)

29. Piani di emergenza per i casi di inquinamento o rischio per la sicurezza ambientale devono essere predisposti (I)

30. Deve essere prevista la gestione di diverse utenze e differenti usi della spiaggia in modo tale da prevenire conflitti e incidenti (I)

31. Misure di sicurezza per la tutela dei bagnanti devono essere attuate e libero accesso deve essere garantito al pubblico (I)

32. Una fonte di acqua potabile deve essere disponibile sulla spiaggia (G)

33. Almeno una spiaggia Bandiera Blu per ogni Comune deve avere accesso e servizi per disabili fisici (I)

Emerge chiaramente l’inesistenza dell’obbligo di adottare un piano collettivo di salvataggio che riteniamo utile se elaborato con criterio, con la collaborazione e partecipazione di tutti i soggetti coinvolti. Ma andiamo avanti.

Nelle premesse al “piano collettivo di salvataggio”, il Responsabile di settore, nonché progettista del piano stesso, da una lato afferma che:

l’attivazione di un piano collettivo di salvamento consente la sorveglianza di una vasta area di litorale, avendo altresì, il pregio di offrire ulteriori risorse per la salvaguardia della vita umana in mare e la sicurezza della balneazione, oltre alla consueta presenza di postazioni fisse”- mentre dall’altro – “la normale applicazione dell’ O.S.B. (ordinanza sicurezza balneare) prevede l’obbligo di garantire il servizio di salvamento sulle spiagge libere, cosa che invece non avviene senza l’implementazione del piano collettivo di salvamento”.

In realtà è difficile non accorgersi dell’assoluta infondatezza dei presupposti su cui si sta operando per un riconoscimento così importante per il territorio. Un ulteriore prova di ciò che abbiamo constatato è data dal fatto che vi sono diverse spiagge libere nelle quali, stando sempre al citato “piano collettivo”, il Comune procederà ad installare dei cartelli per segnalare l’assenza del servizio di salvataggio. Infatti:

“II Comune di Ugento, in tutto il tratto di litorale facente parte del P.C.S., dovrà dare informazione alla pubblica utenza tramite cartellonistica in triplice lingua, che il servizio di salvataggio verrà svolto in forma collettiva, evidenziando le varie stazioni di salvataggio in relazione all’effettiva ubicazione e apporre la cartellonistica prevista nelle spiagge libere non coperte dal piano”.

Le spiagge libere non coperte dal piano sono:

  • Da Lido Pineta a Balelido;
piano collettivo di salvamento ugento
  • Tratto di spiaggia in località Fontanelle, tra la Torretta n. 18 e Torretta n. 19.
  • Tratto di spiaggia confine Torre Mozza Lido – Marini – tratto tra Torretta 32 e Torretta 33.
  • Tratto di spiaggia a Lido Marina tra Torretta 41 e Torretta 42.

Siamo ormai a stagione turistica inoltrata e constatiamo che il comune non ha ancora provveduto a installare la cartellonistica prevista. È vero anche che già mancano molti dei cartelli obbligatori secondo l’Ordinanza di sicurezza balneare della Capitaneria di Porto di Gallipoli, come possono essere quelli di divieto di balneazione nel tratto di mare antistante Corso Annibale.

Se l’obiettivo del Comune di Ugento è sorvegliare una vasta area offrendo ulteriori risorse per la salvaguardia della vita umana in mare e la sicurezza della balneazione, per quale ragione ha escluso il tratto di mare compreso tra la costa e lo scoglio denominato “Le Pazze”, pur essendo un ampio tratto di scogliera fortemente frequentato dai bagnanti?

uno dei cartelli obbligatori per il mantenimento della bandiera blu

Perché non procede, per le spiagge libere, alla delimitazione con boe di segnalazione della zona di mare riservata alla balneazione? E qualora non posizionati, ad installare adeguata segnaletica, ben visibile agli utenti e redatta in più lingue con scritto semplicemente: “ATTENZIONE – LIMITE ACQUE INTERDETTE ALLA NAVIGAZIONE NON SEGNALATO”?.

Perché, per le spiagge libere, non procede a segnalare con boe di colore bianco posizionate ad intervalli non superiori a 25 metri, il limite delle acque sicure? E qualora non si voglia fare, perché non installare dei cartelli, ben visibili agli utenti, che ripotino in maniera chiara: “ATTENZIONE – LIMITE ACQUE SICURE NON SEGNALATO”?

L’Ordinanza di sicurezza prevede infine che è compito del Comune di Ugento procedere a frequenti controlli del litorale, al fine di verificare la permanenza dei cartelli installati all’inizio della stagione balneare, provvedendo al loro ripristino nel caso gli stessi fossero, per qualsiasi motivo, divelti, rimossi o comunque resi illeggibili. Chi controllerà? La nostra polizia locale o il nucleo di vigilanza ambientale impegnato a reprimere i gravi scempi a danno del nostro territorio?

E’ opportuno ricordare al Sindaco e all’assessore al turismo che la Bandiera Blu può essere rimossa in qualsiasi momento se si dovessero concretizzare i presupposti per tale provvedimento. Una spiaggia deve rispondere a tutti i requisiti, indicati di seguito con la lettera I (imperativo) e possibilmente al maggior numero dei requisiti indicati con la G (guida).

Come diceva il principe De Curtis in arte Totò: “a Ccà nisciuno è fesso!”. Siamo convinti che gli ugentini non siano mai stati stupidi, ma vittime di un sistema di potere che negli ultimi 25 anni gli ha visti avulsi da ogni tipo di partecipazione sociale e politica. Ci auspichiamo che questo cambi presto, quanto meno per non farsi prendere in giro e non passare da fessi.

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