Ambiente e Territorio
Perché Ugento si sta trasformando in una discarica a cielo aperto?
Una situazione sfuggita di mano e di cui è impossibile ormai far finta di nulla. Iniziato tutto con l’approvazione dell’ultimo bando per la gestione della raccolta dei rifiuti, oggi il territorio di Ugento si lecca le ferite causate da una gestione scellerata del territorio e delle sue risorse.
Ma di chi è veramente la colpa di tutto questo? Possiamo davvero continuare a raccontarci la favola dei turisti sporcaccioni? Gli stessi turisti a cui poi facciamo le feste sull’altare della nostra economia turbo-turistica.
Ma la colpa, a ben vedere, è di altri e si spiega molto semplicemente nella lettura del contratto di appalto della gestione dei rifiuti dell’ARO LE/10 di cui Ugento fa parte, un bando che sembra scientificamente scritto per poter avvantaggiare e far arricchire le aziende di raccolta rifiuti a discapito del territorio e dei cittadini di Ugento.
L’esempio più lampante è sicuramente la gestione degli eco centri di Ugento, in questo momento utili solo ad assumere altro personale a cui era stato promesso il posto in campagna elettorale, ma che sicuramente non servono a espletare la loro funzione primaria, quella cioè di raccogliere tutti i rifiuti che i cittadini più volenterosi e attenti scelgono di portare.
A chi di noi non è capitato almeno una volta di dover andare a smaltire qualcosa presso l’eco centro comunale? Un’avventura che sembra quasi una corsa ad ostacoli, tra controlli, postille ed eccezioni che di fatto, rendono impossibile il conferimento della maggior parte dei rifiuti. È infatti impossibile scaricare rifiuti se:
- Ci si reca presso l’eco centro con un mezzo che non sia la propria auto (e solo quella essendo i mezzi commerciali vietati)
- se i rifiuti da conferire non sono perfettamente separati ed identificabili
- se si vuole conferire un rifiuto speciale
Con il regolamento che impone le seguenti regole:
- richiedere, a chiunque abbia intenzione di conferire i propri rifiuti presso il Centro di Raccolta, documento di identità in modo da verificarne i requisiti per l’accesso di cui al successivo art. 6; ha, inoltre, facoltà di registrare le generalità e la targa del mezzo dell’utente che accede al Centro;
- accertare, a seguito di un esame visivo, l’idoneità dei rifiuti conferiti, assicurando la loro collocazione in aree distinte del centro per flussi omogenei, attraverso l’individuazione delle loro caratteristiche e delle diverse tipologie e frazioni merceologiche, separando i rifiuti potenzialmente pericolosi da quelli non pericolosi e quelli da avviare a recupero da quelli destinati allo smaltimento;
- di negare l’assenso allo scarico per quel rifiuto che non presenti caratteristiche adeguate all’avvio al recupero cui dovrà essere destinato;
- di non consentire l’accesso ai veicoli qualora se ne ravvisi la necessità, così come specificato nel successivo art. 6;
- fornire assistenza all’utenza al momento del conferimento e sensibilizzarla ad un corretto e maggiore conferimento differenziato di rifiuti.
Ma allora una persona che deve smaltire regolarmente dei rifiuti che non rientrino nei crismi prescritti dal regolamento come può fare? Alla precisa domanda, nell’eco centro nessuno sa rispondere, e litigandoci (anche parecchio) si finisce sempre con la solita frase: chiama il numero verde e chiedi. Peccato che questo numero , tra l’altro, non risponda più ormai da un paio di mesi.
A questo punto scatta la classica domanda: ma allora dove vado a buttare tutto questo? La risposta che ci è stata data in tutti e tre gli eco centri ugentini è sempre stata la medesima:
Dove vuoi ma non qua!
Dobbiamo quindi ringraziare per questa situazione in primis l’assessore all’ambiente Massimo Lecci, che da ex sindaco e detentore della della delega all’ambiente ormai da oltre 20 anni consecutivi, è stato colui che in prima persona ha seguito questa faccenda e il bando per l’assegnazione di un servizio che, ricordiamolo, costa ai cittadini di Ugento circa 250 mila euro al mese.
Ma perché non favorire l’accesso di tutti, indipendentemente da residenza e posizione fiscale, presso gli eco centri comunali? Non sarebbe interesse pubblico evitare il formarsi di continue discariche abusive nelle periferie dei nostri centri abitati? La risposta è no, ed è presto detto il perchè.
Come già detto in altri articoli, la raccolta dei rifiuti abbandonati lungo le strade e nelle campagne non rientra nell’appalto di gestione della raccolta dei rifiuti. Questo significa che si tratta di un servizio fatturato a parte da parte della stessa azienda che gestisce gli eco centri.
Non ci vuole un esperto di economia politica, dunque, per capire che l’azienda è economicamente spinta a non far funzionare gli eco centri, con le discariche abusive che stanno diventando un capitolo di incasso determinante nei bilanci di aziende che, sulla carta, si sono impegnate in ribassi a loro dire sostenibili.
La soluzione dunque esiste ed è totalmente appannaggio delle istituzioni pubbliche: rivedere il capitolato d’appalto, magari con la stesura di un altro ex-novo, dove vengano riviste le politiche gestionali degli eco centri e dove rientrino nella normale gestione anche gli interventi di raccolta rifiuti lungo strade e campagne. In questo modo sarebbe in primis la ditta gestire il servizio ad avere l’interesse economico a non far creare discariche abusive in tutto il territorio.