Il primo incontro della serie “Tracce identitarie di Ugento: tra storia, archeologia e natura”

Nell’asettica cornice dell’ex chiesa di Santa Filomena, si è svolto il primo di una serie di incontri, per la precisione sette, che nelle intenzioni degli organizzatori vogliono essere il segno di un’amministrazione che salvaguardia la storia della sua città.

Attraverso la presentazione di volumi che raccontano il territorio, si vuole quindi richiamare l’ attenzione dei cittadini sul patrimonio culturale e accrescere quella consapevolezza nella cittadinanza.

L’inizio della serata è stato caratterizzato dall’intervento brioso del professore Michele Mainardi. La serata ha visto anche l’intervento del primo cittadino che ha elencato tutta una serie di programmi e progetti non ultimo quello dell’accesso al Parco per i disabili.

L’intervento dell’Assessore Congedi ha portato anche la sua personale esperienza in qualità di insegnante, testimoniando l’interesse dei suoi allievi nel vedere le fotografie contenute nel testo di Roberto Gennaio e che immortalano la flora e la fauna del Parco.

L’incontro fa parte del ciclo“ Tracce identitarie di Ugento: tra storia, archeologia e natura”; nello specifico il libro di Gennaio contiene, attraverso le immagini, testimonianze di fiori di rara bellezza e fragilità.

Il professore Mainardi, ha riassunto in una breve frase sia lo spirito dell’autore sia il messaggio che contiene il libro : una missione di conoscenza, un invito a voler bene a tutti gli esseri viventi, un messaggio di verità e fratellanza.

Parole significative, che speriamo trovino conferma concreta negli atti annunciati dall’amministrazione comunale.

Nuove giostrine in Piazza Immacolata

I cittadini che vivono nei pressi di Piazza Immacolata , avranno sicuramente notato che accanto al monumento in memoria dei caduti della Guerra, sono stati collocati dei giochi per bambini.
Ma non sono giochi uguali agli altri; hanno la particolarità che sono giochini che possono essere utilizzati da bambini affetti da disabilità.
Muniti di rampe per consentire al bambino disabile la possibilità di poter sedere sulla sedia del gioco il “ Girasole “


È stato posto un cartello nei pressi del gioco che spiega dettagliatamente le modalità e le norme di sicurezza affinché il bambino possa vivere una esperienza di gioia e di felicità in completa sicurezza sempre sotto la supervisione del proprio genitore.
Sulla giostrina “ Girasole” appare la scritta “ Giochiamo tutti insieme “.
La breve frase è fortemente indicativa di un invito e allo stesso tempo sottolinea quella che dovrebbe essere la normalità in un contesto sociale come può essere lo scenario ludico dove bambini di differenti fasce d’età e di provenienza familiare differenti, accomunati solo dalla carrozzina , si incontrano per vivere un momento di serenità.

L’8 marzo delle Donne

Si è solito affermare che non vi sia dopotutto molto da festeggiare, ed è altrettanto vero che si rischia, quando si affronta l’ argomento usando carta e penna, di cadere nella trappola del testo giornalistico volto a snocciolare statistiche su donne che hanno difficoltà ad affermarsi sul lavoro e nella società, perché viene negata loro questa possibilità, come sottolineato in questa giornata di convegni, seminari e dibattiti nei circoli culturali.

È obbligatorio fare una sorta di resoconto sui diritti calpestati delle donne? Forse, il sunto del numero delle donne uccise dall’inizio dell’anno, può essere più interessante.

Magari, è meglio parlare delle donne che subiscono le persecuzioni da parte dei loro ex? O parlare del caso della giornalista sportiva che ha dovuto subire la pacca sul sedere e che per giorni, è riuscita a distogliere la nostra attenzione dalle statistiche dei bollettini di morte, causa Covid, emessi ogni giorno dal ministero della Sanità?

È più interessante la diatriba sulle calze a rete, indossate da una nota cantante salentina durante la sua esibizione sanremese?

O magari, potrei cominciare a scrivere di quella povera donna costretta a prostituirsi dal criminale di turno, alla quale venivano riconosciute un pacco di sigarette, due euro al giorno, il minimo di cibo che consentisse al suo povero corpo di sopportare tutto.

Potrei scrivere anche della figura silenziosa che appare nel libro “ Il nome della rosa” di Umberto Eco, quella povera stracciona che è oggetto di desiderio da parte di alcuni monaci della abbazia ma lei, ama e si concede consapevolmente e in maniera istintiva solo al giovane frate Adso?

O cominciare a parlare di Maria Maddalena, figura di donna presente nel Vangelo?

E invece voglio parlare delle donne, tutte quelle che ogni giorno si preoccupano di essere: solo una buona madre, solo una buona moglie, solo una buona amica, solo una buona collega di lavoro, solo una caparbia capo ufficio.

Che siate spensierate( come potrebbe essere la donna- amica) che siate dotate di senso pratico,( come può essere una collega di lavoro) che siate donne generose o compassionevoli ( come una madre) ciò che conta è l’ integrità personale, intesa come la lealtà verso se stesse e soprattutto intesa come consapevolezza che le nostre convinzioni, le nostre azioni e i nostri valori, sono espressione del nostro comportamento, qualunque sia la situazione che siamo chiamate ad affrontare e il ruolo che scegliamo di avere.

Anche il corso di san Giovanni invaso dai rifiuti

Siamo sul lungomare Corso Annibale a Torre San Giovanni a testimoniare l’ ennesimo scempio al decoro urbano.

Lungo il corso, oltre ai cestini per il conferimento dei rifiuti di coloro che trascorrono qualche ora in spensieratezza, sono presenti degli utili contenitori per il conferimento dei mozziconi di sigaretta.

A quanto pare e come testimoniato dalle foto, appare evidente che questi contenitori siano utilizzati in maniera impropria. Difatti sono stati utilizzati per conferire rifiuti di natura privata e domestica. Sono state adagiate delle buste contenente al loro interno, materiale e oggetti non correttamente smaltiti.

Il degrado ambientale derivante dall’abbandono di rifiuti è un fatto di immediata percezione e concerne qualsiasi tipologia di rifiuto (nel caso in specie domestico).

Sotto l’ aspetto normativo, l’abbandono dei rifiuti, costituisce reato ai sensi del Testo Unico in materia ambientale (noto anche come Codice dell’Ambiente del 2006)

Il codice, all’art 195 sancisce il divieto assoluto di abbandono di rifiuti.

L’abbandono di rifiuto si concretizza con una operazione di deposito sul suolo di materiale di scarto e nello specifico, l’ abbandono ha natura occasionale e discontinua consistendo in un atto episodico di rilascio di scarti con una quantità tale da rappresentare un minimo impatto ambientale.

Il fenomeno, è aumentato in modo esponenziale soprattutto nell’ultimo decennio ed è una problematica riconducibile in parte a fattori di educazione, senso civico e rispetto ambientale dei singoli cittadini.

Il risultato è che il degrado aumenta con il continuo abbandono dei rifiuti e il conseguente decadimento di un bellissimo paesaggio.

Ma perché la gente butta i rifiuti e li abbandona volutamente? Quale immagine diamo del nostro paese soprattutto a coloro che vogliono godere dei bellissimi paesaggi?

Non è forse arrivato il momento di sviluppare percorsi comuni e coordinati invece di affidarci alla sola preziosa disponibilità di alcuni volontari, agendo in un contesto di società civile che pensa alle soluzioni di un problema e non assiste passivamente al grave degrado di un territorio importante quale è quello di Ugento?

Cosa sta succedendo a Ugento?

Negli ultimi giorni nella nostra città si sono verificati due episodi poco piacevoli che pongono una serie di questioni sulla sicurezza che dovrebbe essere garantita ad ogni singolo cittadino .

Il furto dei pneumatici avvenuta a danni di più cittadini e la rapina di ieri, avvenuta intorno alle 19 e 30 (sabato 5 febbraio) a danno di un negozio di detersivi e cosmesi, danno solo una parziale visione dello stato in cui negli ultimi tempi è costretta a vivere la comunità ugentina.

Molti coloro che hanno commentato in maniera sarcastica entrambe le vicende , adducendo motivi legati alla grave situazione economica in cui versano le famiglie che pur di racimolare qualche soldo, utilizzano modalità di fatto, poco legali.

E’ da considerare fuori luogo e pericolosa qualsiasi giustificazione o scusante per “ assolvere” gli autori dei fatti ma il cittadino, che spesso è portato ad assolvere e a giustificare queste situazioni per via di una strana forma di immedesimazione , che si esprime poi in una bassa, se non del tutto inesistente forma di solidarietà verso coloro che hanno subito la rapina ( nel caso dei proprietari del negozio o la sottrazione dei pneumatici nel caso dei proprietari delle auto)

Di fatto, quando non si è coinvolti in una brutta vicenda, è facile essere sarcastici.

Pensiamo però per un solo attimo, cosa può provare colui che improvvisamente, vede entrare nel proprio negozio dei loschi figuri con una pistola in mano che intimano di consegnare l’ incasso.

Occorre essere calmi, cauti ed evitare reazioni che potrebbero innescare una serie di azioni pericolose da parte degli autori della rapina e che potrebbe avere conseguenze ben più gravi della semplice sottrazione del denaro.

La microcriminalità dilagante in questo periodo di pandemia è un fenomeno che non va sottovalutato dai cittadini che per loro fortuna sono semplici “ lettori” di una notizia giunta loro tramite un giornale.

Non dimentichiamo che dalla parte del derubato potremmo anche solo accidentalmente esserci noi, un pomeriggio, mentre rincasiamo da una breve passeggiata a piedi o mentre usciamo dalla nostra auto, dopo essere rientrati dal centro commerciale.

Azioni quotidiane e normali che vengono improvvisamente interrotte da una azione criminale che potrebbe segnare il malcapitato per tutto il resto della propria vita.

Preoccupiamoci di non sottovalutare queste azioni che danneggiano non solo lo sfortunato commerciante ma tutta la comunità e il benessere mentale degli ugentini.

Quando usciamo di casa a piedi o in auto, per sbrigare faccende o commissioni nel nostro territorio e per un solo attimo siamo portati a pensare “ non porto con me molti soldi, non si sa mai” allora più che di sarcasmo, è necessaria una forte dose di preoccupazione e chiedersi cosa sta accadendo nella nostra città.

Il Garante della persona disabile: un’opportunità fallita .

Correva l’anno 2010 quando il Consiglio Comunale di Ugento, con voto unanime, approvò l’istituzione della figura del Garante dei Diritti della persona disabile, un’importante figura attraverso la quale dare un aiuto concreto e fattivo a queste persone.

Ugento, fu il primo comune in Italia ad istituire il garante della persona disabile; il comune dunque, si presentava come apripista, un esempio per altre amministrazioni .

Il Parlamento Italiano, con una legge del 2009, dava piena ed intera esecuzione alla Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità del 2006.

Il Consiglio Comunale, l’anno dopo l’approvazione del Parlamento, istituiva la figura del Garante. Questa si adopera per affermare i diritti di questi soggetti e promuove eventi e incontri formativi .

La prima relazione sulla attività svolta dal Garante si compone di 4 pagine e risale al periodo ottobre 2013 – dicembre 2014. Consultabile sul sito del comune. CLICCA QUI

L’ordinanza istitutiva di questa figura prevedeva di redarre una relazione annualmente ma evidentemente ciò non è avvenuto

Francesco Russo ha ricoperto per primo la carica di Garante, lo stesso del triennio successivo. Dopodiché fu nominata una donna, la signora Scarcia, anche se le modalità con le quali furono incaricati risulta poco chiara.

Dopo la relazione triennale, non vi è più nessuna informazione a riguardo.

L’ iniziale entusiasmo, si è rilevato essere un fuoco fatuo? Una occasione mancata per una piena affermazione dei diritti della persona disabile nel nostro comune?

Lo stesso ufficio è ubicato lungo la strada provinciale che conduce al cimitero comunale.

Non meriterebbe forse una collocazione più idonea e meno periferica considerando anche il “ significato simbolico” che assume la figura del  Garante?

Senza dimenticare che la strada è molto trafficata e ciò può costituire una pericolo per la stessa incolumità delle persone disabili che intendono recarsi presso l’ Ufficio.

In attesa fiduciosa delle relazioni successive al 2014, è importante sottolineare che il riconoscimento dei diritti del disabile non si limita solo al parcheggio riservato (spesso utilizzato furbescamente da chi è privo di disabilità) o alla rampa di accesso sul marciapiede. Occorre implementare misure e progetti che hanno come fine una maggiore inclusione sociale:

1)     Accesso alle spiagge quelle libere con  possibilità di accedere al mare con i mezzi di trasporto idonei (i cosiddetti job).

2)     Presenza sulle spiagge di personale sanitario e para sanitario  che possano coadiuvare i familiari del disabile.

3)     Sensibilizzare la comunità al rispetto delle diversità con giornate a tema e programmare nelle scuole incontri per parlare della disabilità.

Per fare ciò,  occorre una forte volontà di attuazione e uno sforzo economico.

L’amministrazione comunale, dormiente su questioni così delicate, dovrebbe riconoscere che poco o nulla è stato fatto affinché la figura del Garante potesse realmente portare beneficio.

Resta “ una bella lettera morta”  in data 2010.

Una discarica abusiva a ridosso del centro abitato di Ugento

Lungo la Sp72 che collega l’ abitato di Ugento a quello di Casarano, l’amante delle passeggiate nella Natura che decidesse di percorrere la stradina adiacente al primo cavalcavia, avrebbe sicuramente l’impressione di trovarsi nella periferia dimenticata delle baraccopoli sudamericane.

La presenza di cumuli di immondizia adiacenti i canali di scolo e lì appositamente accantonati dalle aziende deputate alla raccolta dei rifiuti, pur testimoniando l’ eccellente e certosino lavoro effettuato dalle stesse, dimostra altresì come le piccole e nascoste arterie periferiche diventino sempre più contenitori di rifiuti di svariata natura e consistenza (pneumatici, scarti di lavori edili,rifiuti casalinghi, scarpe, abbigliamento dismesso e contenitori vari di plastica).

Giova poco ricordare che l’ abbandono di rifiuti è un reato. Tutti ne sono a conoscenza, anche coloro che senza scrupoli si recano lì in mezzo alla Natura col solo scopo di abbandonarli.

Ma è stata la pulizia dei canali ha portato a galla una serie di rifiuti abbandonati nel tempo e ormai trovano smaltimento legale negli ecocentri ormai presenti in tutti i comuni. La pulizia ha creato diversi cumuli di spazzatura che verranno rimossi, anche se ancora se ne intravede lungo il bordo strada.

Dinnanzi all’atteggiamento del cittadino noncurante che tende come gli animali della foresta a marcare il territorio attraverso il rilascio dei rifiuti, bisogna porsi una domanda molto seria : davanti a questi abbandoni cosa intendono fare le amministrazioni locali, provinciali e regionali?

Non ci sono giustificazioni di nessuna sorta. Non si tratta di scomodare situazioni legate al commercio illecito di rifiuti, non si tratta di camion di grosse dimensioni che scaricano rifiuti nelle campagne, non si tratta di ecomafie.

Siamo di fronte ad abbandoni di rifiuti effettuati dal privato cittadino, dal piccolo imprenditore del posto , che noncuranti dei danni ecologici e alla immagine del territorio salentino, danneggiano tutta la comunità e i cittadini diligenti che conferiscono correttamente e civilmente i loro rifiuti nei luoghi deputati.

Non è difficile dimostrare quanto detto, basterebbe fare un giro su google street view per vedere addirittura gli “sporcaccioni” in azione

Exit mobile version