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Ambulanti sui posteggi per disabili: la segnalazione

Ambulanti sui posteggi per disabili: la segnalazione.

il posteggio occupato

Torre San Giovanni, 10 luglio – La segnalazione di un nostro lettore disgustato dall’ennesimo caso di inciviltà.

Il Comune di Ugento ha permesso l’occupazione di suolo pubblico a due commercianti ambulanti sui due posteggi riservati ai disabili nella zona centrale del corso.

Un atto inacceettabile per il nostro lettore che si è visto costretto, insieme al nonno con gravi problemi di deambulazione, a cercare parcheggio altrove e fare a piedi un lungo tratto di corso, nel tentativo di passare una serata al mare.

Il post del nostro lettore.

Mio nonno, poverino, ha dovuto andare a parcheggiare vicino alla “pucceria Salentina”, abbiamo fatto più volte segnalazione ma ogni volta la stessa storia. C’erano, ieri, 4 ausiliari che facevano le multe alle macchine senza tagliandino, però i 2 furgoni degli ambulanti non gli hanno fatto niente.

Questa cosa non è assolutamente normale, c’è gente, come mio nonno, che vorrebbe fare due passi sul corso e invece deve fare fatica a trovare un parcheggi.

la segnalazione del nostro lettore del 10 luglio.

Un problema di civiltà che, in questo caso, coinvolge colui che ha dato il permesso al venditore di sostare proprio in quel punto, agli ambulanti, infatti, viene concesso un posto direttamente dal comune per svolgere la propria attività.

A nulla è servito il post social del malcapitato che cercava, invano, di segnalare il problema o di avere risposte concrete. Il sindaco non ha risposto e non ha nemmeno dato conto al fatto.

Infatti, la situazione sembra ripresentarsi ogni sera.

La svista è costata una lunga camminata al nonno del nostro lettore e chissà a quanti altri ogni sera.

Speriamo che qualcuno legga l’artico e si impegni a mettere in moto la lenta macchina burocratica.

Basterebbe davvero poco per permettere sia all’ambulante di portare avanti il suo lavoro e al nostro lettore di permettere al suo caro nonno di fare una passeggiata o chiunque altro necessiti di parcheggiare sui parcheggi dei disabili di godere del tempore estivo sul corso di Torre San Giovanni.

Se trasbordo il percolato non inquino

Se trasbordo il percolato non inquino

Fermo restando il pieno rispetto per il lavoro dell’Autorità giudiziaria e degli organi inquirenti nonché il pieno riconoscimento di ogni garanzia e diritto di difesa, appaiono tuttavia singolari i contenuti della nota del legale che per conto dell’Azienda che gestisce il servizio di igiene urbana nel nostro comune, ha provveduto ad illustrare la propria versione in merito allo sversamento di percolato nei campi accertato dalla polizia provinciale nelle campagne di Ugento.

Sul piano tecnico occorre dissentire dalle affermazioni in quanto se è vero che per ragioni tecniche, economiche e/o ambientali il d. lgs 152/’06 (ex art. 193, comma 12) disciplina l’istituto del trasbordo nell’ambito della più ampia gestione dei rifiuti, e che lo stesso per le soste tecniche non è da considerarsi stoccaggio, non c’è alcun dubbio sull’essenzialità che lo stesso, specie se trattasti di rifiuti urbani di tipo “organico” che quindi producono enormi quantità di percolato, avvenga nel pieno rispetto della disciplina ambientale e nel rispetto di specifici requisiti all’uopo previsti. Se in casa traferisco il mio rifiuto organico da un contenitore più piccolo ad una più grande, rilevando il deposito di sostanza liquida, va da sé che farò attenzione a non riversarlo accidentalmente o direttamente per terra, sul pavimento o sul terreno.

Il trasbordo di rifiuti è giustificato allorquando vi siano due condizioni ovvero esigenze di trasporto e limite massimo temporale di quarantotto ore. Tali requisiti devono essere rispettati congiuntamente e dunque non sono alternativi.

In applicazione del principio per cui chi invoca un regime differenziato e di favore, il trasportatore ha l’obbligo di fornire la prova delle circostanze in base alle quali gli organi di controllo possano accertare che la sosta è effettivamente fondata su queste esigenze ed ha rispettato i richiamati limiti temporali. Esistono differenze tra il trasbordo totale: possibile “per concrete esigenze operative o imprevisti tecnici”; un trasporto di rifiuti che venga effettuato dallo stesso trasportatore con veicoli diversi o da trasportatori diversi, come sembrerebbe per il caso in questione.

Il trasbordo totale di un carico di rifiuti consiste nell’operazione in virtù della quale il viaggio di tutto il carico prosegue con mezzi diversi da quelli che hanno effettuato la raccolta, di proprietà dello stesso trasportatore ovvero con mezzi di trasportatori diversi. Nelle “concrete esigenze operative” rientrano le esigenze di ottimizzazione dei carichi e diminuzione dei viaggi, con ricadute positive in termini di impatto ambientale (es. contenimento, a seguito della riduzione dei viaggi, delle emissioni in atmosfera provocate dai mezzi impiegati per il trasporto); nelle comprovabili esigenze di trasporto non rientra l’attesa che il mezzo si riempia. Autorevole dottrina evidenzia che le esigenze di trasporto sono distinte dalle esigenze “economiche”, che suggeriscono di proseguire nella raccolta di rifiuti fino a quando il mezzo non si sarà riempito. Le prime dovrebbero comunque fare riferimento non a necessità dell’impresa di trasporto, bensì a quelle “materiali” del trasporto stesso (es. l’impianto di destino è chiuso).

Ed il trasbordo parziale: possibile in caso di trasbordo parziale del carico su mezzo diverso effettuato per motivi eccezionali. Si tratta evidentemente di un’ipotesi eccezionale e non prevedibile, in relazione alla quale nel nuovo formulario di identificazione di rifiuti il trasportatore dovrà indicare, nello spazio riservato al produttore/detentore, la propria ragione sociale e, nello spazio per le annotazioni, il motivo del trasbordo, il codice alfanumerico del primo formulario e il nominativo del produttore di origine. Il formulario è il documento che garantisce la tracciabilità del rifiuti e accompagna il rifiuto dalla sua produzione al suo smaltimento e/o recupero.

Una circolare ministeriale prevede che, oltre a distinguersi per il quantitativo di rifiuti effettivamente trasbordato, i due trasbordi, totale e parziale, devono giustificarsi per le diverse motivazioni che possono dare vita al trasbordo. Nel trasbordo totale, infatti, occorrerà la sussistenza di “concrete esigenze operative” o “imprevisti tecnici”, mentre nel caso di trasbordo parziale dovranno ricorrere “motivi eccezionali”.

La sentenza richiamata vale a confermare che il trasbordo è svincolato dal concetto di eccezionalità, nel senso che è consentito a prescindere dal verificarsi di “motivi eccezionali”. Aspetto ben noto agli addetti ai lavori ma che non attiene alla questione dello sversamento illecito di percolato. In effetti, se è possibile il trasbordo dei rifiuti, perché normato dalla legislazione, ciò che non è possibile fare è smaltirlo in terreni o in aree non destinate a tale tipo di attività, dovendo il percolato essere conferito presso specifici impianti di trattamento. Ciò che la polizia provinciale avrebbe contestato non è l’effettuazione del trasbordo in sé, che si ribadisce essere possibile e previsto dalle norme, ma piuttosto lo smaltimento tramite riversamento sui terreni, che peraltro sono risultati impregnati di tale sostanza. A dimostrazione di una condotta che, stando a quanto dichiarato dagli inquirenti, veniva perpetrato da diverso tempo sul territorio ugentino.

Occorre ancora osservare che il trasbordo è operazione diversa dalla trasferenza. Sia nel caso delle stazioni di trasbordo che dei siti di trasferenza, vengono convogliati i rifiuti indifferenziati, non suddivisi quindi fra secco, umido, plastica e vetro da inviare successivamente al trattamento per la selezione e il recupero della frazione secca o di quella umida. La differenza tra trasbordo e trasferenza consiste nel fatto che in caso di trasbordo i rifiuti non toccano terra ma passano da una macchina, quella che ha raccolto i rifiuti, in genere più piccola e agile nelle vie cittadine, a un’altra più grande che dovrà portarli negli impianti; nel secondo invece l’immondizia viene ‘parcheggiata’ in attesa di essere caricata sui mezzi per la destinazione finale. Le foto pubblicate dimostrano chiaramente quel che succede, invece, nel nostro comune.

La tecnica dello struzzo e il Comune di Ugento

la tecnica dello struzzo

Anche gli struzzi hanno una strategia per affrontare la vita e forse, considerando il fatto che sono sopravvissuti fino ad oggi, qualcuno potrebbe pensare non sia del tutto sbagliata.
La strategia dello struzzo non è quella di affrontare i problemi, ma quella di fuggire ai problemi. Acquiescenza a ogni costo. Se poi arriva il problema, esso cerca di evitarlo fuggendo, e quando non ce la fa più, mette la testa sotto la sabbia per non vedere e non affrontarlo, sperando che il suo problema si risolva da solo. Questo atteggiamento non può far altro che aggravare la situazione portandola all’esasperazione.
Una metafora, quella della tecnica dello struzzo, che sembra calzare a pennello sulla realtà che ci stiamo trovando ad affrontare con la pubblicazione di questo mensile. Ogni giorno usciamo di casa vedendo cose che in realtà non dovrebbero esserci ma alle quali siamo ormai assuefatti: la sporcizia sui marciapiedi, le deiezioni dei cani, le erbacce lungo le strade, i cumuli di spazzatura nelle campagne, i parcheggi selvaggi in spiaggia sono fenomeni che dovrebbero attenere alla sfera del malcostume, ma che da noi sembrano sfociare quasi nel folklore. Così succede che il piromane diventa “u pecuraru ca pareddhu a fa manciare e pecure”, o lo sporcaccione che improvvisamente si ritrova ad essere vittima di questo sistema che vuole impedirgli di esercitare il suo sacrosanto diritto di sporcare a casa sua.
Invece, come ormai sempre in più sanno, il futuro che ci troviamo ad affrontare dovrà passare obbligatoriamente dal cambio dei nostri paradigmi mentali e culturali, iniziando dalle figure apicali della nostra comunità. Non è possibile pensare di continuare ad adottare la tecnica dello struzzo in un mondo che va a mille all’ora e che non rimane certo lì ad aspettarti. L’esempio più calzante di tutto ciò sono le marine che si trovano intorno a Torre San Giovanni: Torre suda da un lato, Torre Pali/ Pescoluse dall’altro. Pensate a cosa fossero queste marine solo 30 anni fa. Sconosciuti borghi di mare in cui si trovavano casette diroccate quasi regalate. Guardate queste marine invece oggi: Torre Suda è diventato un centro pulsante della movida di un intera zona, mentre Torre Vado e Pescoluse hanno addirittura accresciuto il loro appeal a livello internazionale, con le pubblicazioni su riviste straniere che continuano a moltiplicarsi. E Ugento in tutto questo? Saremmo molto felici di sentircelo spiegare dal sindaco ma purtroppo la tecnica dello struzzo sembra, ad Ugento, non passare mai di moda.

Sta meglio il bambino caduto in un tombino di Torre San Giovanni

il bambino sta meglio, tombino scoperto torre san giovanni ugento

Una brutta avventura quella successa al piccolo turista che mentre passeggiava con i nonni sul lungomare di Torre San Giovanni, all’altezza del curvone del Porto Ausonio, è caduto in un tombino scoperto mal segnalato, causandosi una ferita lacero contusa che ha comportato l’applicazione di 20 punti, 10 interni e 10 esterni con una prognosi di 10 giorni.

Un fatto raccontatoci dal padre Gabriele raggiunto telefonicamente dalla nostra redazione, in seguito alla denuncia pubblica avvenuta sui social network da parte della madre, originaria di Casarano ma residente con tutta la famiglia a Torino.

Proprio per questo la querela nei confronti del comune, atto dovuto per poter tutelare la salute del bambino, è stata effettuata presso una tenenza dei carabinieri nel capoluogo piemontese, dove i genitori del bambino sono ancora a lavoro, aspettando le ferie che gli permetteranno di raggiungere il loro piccolo qui in Salento.

estratto-Querela-verso-Comune-di-Ugento

Come si legge nella querela:

in data 2 luglio 2022 alle ore 23,00 circa, mentre mio figlio passeggiava in località Torre San Giovanni, comune di Ugento, sul Lungomare Japigia in prossimità del civico 35, cadeva all’interno di un tombino profondo circa 60 cm con apertura in superficie di 40 x 40 cm procurandosi una ferita lacero contusa che ha richiesto l’apposizione di 20 punti di sutura tra interni ed esterni e 10 giorni di prognosi.
All’evento erano presenti… omissis…, nonni del bambino, nonché … omissis…, zii del bambino, tutti testimoni del fatto.
Intendo soprattutto sottolineare, comprovandolo con la documentazione fotografica allegata, come nella fattispecie ci si trovi di fronte ad una palese violazione dell’art. 40 del “Regolamento di esecuzione e di attuazione del nuovo codice della Strada D.P.R. 495 del 16.12.1992” che al comma 5 prevede espressamente quanto di seguito riportato: “Tombini e ogni tipo di portello, aperti anche per un tempo brevissimo, situati sulla carreggiata o in banchine o su marciapiedi, devono essere completamente recintati (fig. II.402)” e che pertanto i soggetti responsabili di tale violazione dovrebbero essere sanzionati nel rispetto dell’art. 21 comma 4 del DECRETO LEGISLATIVO 30 aprile 1992, n. 285.
Relativamente ai danni fisici e morali subiti da mio figlio mi riservo di agire in tutte le sedi opportune ai fini di ottenere il giusto risarcimento, ma chiedo alle autorità competenti di farsi parte attiva affinché in quel punto vengano rispristinate le norme di sicurezza dei pedoni cosicché nessun altro debba patire danni fisici a causa dell’inosservanza di norme inequivocabilmente chiare.

un estratto dalla querela

Acquisito il pare di diversi avvocati si apprende come in questi casi il danno economico non sia in sé la cosa peggiore, quanto la omessa eliminazione dell’insidia tale da provocare ulteriori danni ai cittadini, dimostrando plasticamente come il decoro urbano possa direttamente comportare danni alla salute delle persone.

Abbiamo provato ad ascoltare l’assessore ai lavori pubblici Alessio Meli che per primo ha chiamato la madre del piccolo per poter accertarsi delle sue condizioni e cercare di capire come sia possibile che un tale pericolo sia rimasto mal segnalato per così tanti giorni. L’assessore ha risposto alle nostre domande, dimostrandosi sorpreso quanto noi della condotta di chi ha piazzato quella transenna a segnalare il pericolo, mettendo nelle condizioni la pubblica amministrazione di subire conseguenze ben maggiori. Dobbiamo dare atto che anche il padre del bambino ci ha esposto come l’assessore Meli abbia chiamato senza alcuna intenzione giustificatoria, mostrando sincera preoccupazione. Un atteggiamento che anche noi abbiamo constatato, in una vicenda che effettivamente non riguarda direttamente la responsabilità del suo assessorato.

Sì perché se è vero come è vero che quel tombino è stato segnalato all’ufficio lavori pubblici il 22 giugno, è anche vero che la segnalazione tramite transenne è avvenuta in maniera totalmente errata, prevedendo in questi casi l’utilizzo di almeno 4 strutture che possano circondare completamente e in modo sicuro il tombino, così come previsto dal codice della strada e come giustamente riportato nella querela da parte del padre del bambino. Una domanda che abbiamo provato porre al corpo di Polizia Municipale di Ugento, che purtroppo in questo momento vede mancare il suo comandante, in licenza fino al 20 luglio. Proprio per questo non siamo riusciti a reperire informazioni chiare e dettagliate su quanto accaduto e su chi effettivamente abbia piazzato quella transenna, che a quanto pare fu anche spostata da un “ignaro” parcheggiatore che aveva pensato bene di spostarla per effettuare più agevolmente la manovra.

Quel che è certo che il tombino è rimasto aperto e mal segnalato dal 22 giugno al 6 luglio, giorno in cui la Damiani Costruzioni snc ha provveduto al suo ripristino, con un intervento avvenuto poco dopo la chiamata da parte dell’ufficio lavori pubblici del Comune di Ugento.

Una sconfitta bugiarda per Kaba e il team Conte

sconfitta bugiarda per kaba

MALTA 8 luglio 2022 – Titolo mondiale K1 con cintura WKA tra Kabe e Brandon Borg. Un match sofferto e combattuto, con due atleti che si sono battuti a viso aperto e non risparmiandosi per tutte le 5 riprese.

Una giornata complicata per Kaba, iniziata in salita fin dalla notte, come raccontato dal Maestro Mino Conte nel suo lungo post su Facebook che ha spiegato co0me sono andate le cose. I due sono stati ospitati insieme ad altri due atleti in una sola piccola stanza con un solo bagno, dove il caldo asfissiante ha contribuito alla comprensibile mancanza di sonno dovuta all’emozione di un appuntamento davvero importante.

Mino Konte e Kaba che si preparano al match

L’incontro era infatti di profilo internazionale con il debuttante Kaba che se l’è dovuta vedere con pugile professionista di 26 anni, il maltese Brandon Borg, che all’attivo ha già 10 incontri, di cui 3 vinti prima del termine.

A tutto questo si sono aggiunte anche le congiunzioni astrali. Quest’anno l’8 luglio cadeva infatti il giorno di Arafah, una data importantissima per i musulmani in cui non si mangia e non si beve fino al tramonto, con i pellegrini che si trovano alla Mecca che si spostano presso il Monte Arafah, dove chiedono perdono ad Allah

Oggi ho reso perfetta la vostra religione, ho completato per voi la Mia grazia e Mi è piaciuto darvi per religione l’Islam.” (Corano 5:3)

Il giorno di Arafah è il nono giorno di Dhul Hijjah nel calendario islamico. I 10 giorni di Dhul Hijjah hanno un significato religioso estremamente importante per ogni musulmano.

Nonostante tutto questo Kaba è riuscito a resistere 5 round rispondendo colpo su colpo al suo avversario, dimostrando ancora una volta che ci troviamo di fronte ad un vero e proprio fenomeno.

L’incontro è stato vinto dal campione di Casa Borg ai punti.

Giuseppe Carafa conquista una convincente vittoria a Grosseto – VIDEO –

quindicesima vittoria per giuseppe carafa

Torna a vincere lontano da Ugento il nostro Giuseppe Carafa che ha sconfitto Will O’Reilly nell’ambito di un incontro professionistico valido per la categoria dei pesi leggeri, in un incontro che lo ha visto protagonista di sei round tutti dominati, collezionando la sua quindicesima vittoria tra i professionisti.

Il campione della scuderia Conti Cavini Promotion è stato guidato all’angolo dai tecnici Matteo Diddi e da Totò Carafa della Boxe Terra d’Otranto di Matino. con gran parte della preparazione svolta con Francesco Stifani della BeBoxe di Copertino. Dopo la sofferta sconfitta subita l’anno scorso Guillaume Frenois in occasione del match che mise in palio il titolo World Boxing Association Continental, il classe ’94 aveva bisogno di conferme per ripresentarsi al meglio sul palcoscenico professionistico.

Sinora il campione ugentino ha conquistato i titoli italiani Neo Pro Boxe e Lega Pro Boxe, il titolo internazionale del Mediterraneo e il titolo Continental Ibo (International Boxing Organization). Il suo score nel pugilato professionistico è di 15 vittorie, 2 pari e 5 sconfitte.

Ma permetteteci anche di ricordarlo come una delle punte di diamante della nostra redazione, che lo ha visto protagonista della conduzione del nostro primo format live, OZANSPORT che tornerà presto dopo la pausa estiva.

Voglio ringraziare tutti coloro che mi sono stati vicini sia in preparazione che durante il match. La cosa più importante è che io sia tornato sul ring, e averlo fatto in un certo modo anche convincendo, dimostrando che ci sono ancora, che sono tornato e che sono pronto a un match di livello internazionale ed anche intercontinentale

In Maremma sono voluto salire sul ring con la pizzica perché come ben sai sono super campanilista e volevo che ci fosse un pizzico di Taranta anche in quel della Maremma. Una terra come la nostra, calorosa, e il popolo maremmano meritano il meglio, perché mi sono stati molto vicini anche loro. Voglio ringraziare appunto il mio maestro, mio padre, mia madre, Margherita la mia ragazza che mi è stata sempre accanto, sempre sempre accanto, sia durante il peso che dopo il match che durante il match e voglio ringraziare anche chi da lontano e non solo da lontano divulga e promuove lo sport nel mio paese e questa grande famiglia del di Ozanews e delle officine del quale faccio parte e del quale sono fiero di far parte e abbiamo iniziato un progetto e lo porteremo avanti sia sul ring che che in redazione.

Bullet is back! Forza Ugento e forza il pugilato italiano nel nel mondo che cercherò di portare avanti.

Aggiungo che il match è stato duro e volevo complimentarmi anche col mio avversario perché è stato molto molto coriaceo. Era anche più pesante di me questo sì, però io ho tirato veramente delle bordate… Parlo un po’ del tecnico… Ho cercato di fare un match di logorio alternando vari tipi di box e lui ha resistito in piedi malgrado i pugni che tirassi fossero veramente pesanti anche grazie alla preparazione di Matteo che è il mio preparatore atletico. Si è comportato bene è stato molto corretto sul ring, ha fatto ostruzione quando doveva farlo è stato molto preparato atleticamente. Complimenti a lui complimenti a Will degno avversario

Le dichiarazioni di Giuseppe Carafa in esclusiva per Ozanews.it

Beccati a scaricare percolato in campagna: 3 denunciati

scaricare percolato

UGENTO 8 luglio 2022 – Beccati a scaricare percolato nei campi, 3 denunce e sequestro per il mezzo di Ecotecnica, la ditta che gestisce l’appalto della raccolta rifiuti nel Comune di Ugento.

Sono stati colti sul fatto questa mattina dalla polizia provinciale che ha provveduto a constatare la situazione e contestare il reato di Smaltimento illecito del percolato in concorso tra i tre denunciati, tra cui l’autista del mezzo e il rappresentante locale della ditta.

A quanto sembra il fenomeno andava avanti da anni, nell’indifferenza di chi era preposto al controllo, con gli smaltimenti illeciti che avvenivano in più siti tra cui :

  • zona industriale di Via Racale;
  • vicinanze ecocentro di Torre San Giovanni, nei giorni di raccolta umido e indifferenziato;
  • capannone del cantiere, via delle industrie
  • Zona Burgesi

Un reato odioso che mente in serio pericolo la salute di tutti noi, essendo il percolato una sostanza altamente cancerogena.

l percolato di discarica è un liquido altamente inquinante che necessita di un trattamento specifico, di cui vi parleremo a breve.

Questo liquido si produce attraverso un semplice ed inevitabile processo. L’acqua piovana quando precipita sui rifiuti tende ad incanalarsi tra gli spazi presenti tra questi. Scorrendo e venendo a contatto con i rifiuti in discarica, ne raccoglie le scorie e le componenti chimiche inquinanti che rendono un’iniziale ed innocua acqua piovana un rifiuto da dover trattare.

Questo liquido, denominato appunto percolato di discarica può essere riqualificato in loco, quindi direttamente in discarica, o trasportato in appositi impianti di depurazione. In Italia si è soliti depurare tale sostanza presso impianti di depurazione di terzi. Quindi deve essere trasportato con macchinari specifici presso impianti che ne permettono il giusto trattamento.

Ci preme sottolineare che tale soluzione potrebbe non essere del tutto risolutiva. Infatti alcuni componenti come la frazione non biodegradabile del COD o gli alogenati organici, vengono degradati solo parzialmente e raggiungono i limiti imposti dalla legge per diluizione.

Parlando invece delle caratteristiche qualitative del percolato di discarica è necessaria una premessa. Le caratteristiche qualitative del percolato subiscono variazioni nel corso del tempo per effetto delle diverse reazioni chimiche che avvengono nel corpo della discarica. Risulta pertanto difficile parlare in termini generali delle possibili concentrazioni di elementi del percolato. E’ necessario quindi distinguere caso per caso.

Un valore fondamentale per le analisi è il pH. Oscilla in genere in un intervallo a cavallo della neutralità: da valori minimi (pH=5-6) corrispondenti al campo acido, a valori massimi in campo basico (pH=8.9), a seconda dell’età della discarica.

Anche l’ammoniaca e l’azoto presentano variabilità di valori. L’azoto ammoniacale, caratteristico dei percolati “vecchi”, è molto inquinante.

Sono presenti nel percolato dei metalli alcuni in concentrazioni significative come il ferro il manganese e lo zinco ed altri in quantità ridotte come il cromo e il cadmio.

Da qui alle prossime settimane scopriremo insieme numerosi metodi di depurazione di questa sostanza inquinante. Faremo un vero e proprio viaggio attraverso tecnologia ed innovazione.

Altri quesiti da porre all’assessore all’ambiente di Ugento Massimo Lecci: possibile che nessuno abbia mai saputo niente? Come è possibile che non esista nel nostro comune un sistema di monitoraggio di questi odiosi reati? Quali sono le contromisure messe in atto dall’amministrazione di Ugento? Per quanto ancora dovrà andare avanti questa situazione e quando si provvederà all’annullamento dell’ultimo bando?

Sono tutte domande che urlano l’esigenza di una risposta, che purtroppo come sempre, sappiamo già che non arriverà mai.

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