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“Rassegna stampa di oggi giovedì 6 novembre 2025”

Rassegna stampa del Salento – 6 novembre 2025

Buongiorno dal Salento! Anche oggi tra cronaca, cultura, sport e curiosità, il tacco d’Italia fa parlare di sé. Ecco le notizie principali scelte per voi da Ozanews.it.

📰 Cronaca e attualità

Un tragico scontro frontale ha insanguinato la statale 275 nel pomeriggio di ieri. Come riportato da Il Gallo, Anna Maria Fanciullo, 68 anni di Surano, ha perso la vita nello scontro tra la sua Fiat 600 e un furgone Mercedes Citan nei pressi di Scorrano, in direzione sud sulla Maglie-Leuca. Le cause dell’incidente sono ancora in fase di accertamento. L’autista del furgone ha riportato ferite lievi. I vigili del fuoco e i carabinieri di Maglie hanno dovuto estrarre il corpo dalla lamiera e ricostruire la dinamica. La strada è rimasta chiusa al traffico per le operazioni di soccorso.

Continua a destare preoccupazione il capitolo dell’ex Ilva di Taranto: secondo i dati Inail e Asl riportati da ANSA Puglia, la situazione rimane drammatica. In vent’anni si contano 2.035 malattie professionali e 10 morti in incidenti: numeri che accendono ancora una volta i riflettori su sicurezza e sostenibilità del polo siderurgico tarantino, mentre Avs solleva la voce sulla questione.

🎭 Cultura ed eventi

A Tricase torna il grande appuntamento enogastronomico autunnale: sabato 8 novembre prende il via la terza edizione di “Tricase VINtage”. Come raccontato da LecceNews24, l’evento celebra il vino e le tradizioni locali con laboratori per bambini, visite guidate al centro storico, rappresentazioni teatrali nelle antiche “puteche” (botteghe), mostre fotografiche e la rievocazione della cultura vinicola salentina. Ma l’epicentro della festa rimane la degustazione: ben 26 cantine vitivinicole presidieranno piazza Pisanelli con le loro proposte migliori. Dalle 21:30 spazio alla musica con artisti locali come Shàgara, Cinzia Marzo, Lamberto Probo e tanti altri interpreti della tradizione musicale salentina. Ingresso libero.

Nel settore agroalimentare, Quarta Caffè ritorna protagonista come segnalato da LecceSette. La storica azienda salentina sarà presente dall’8 al 12 novembre ad AGRO.GE.PA.CIOK 2025, il salone nazionale dedicato all’arte dolciaria, cioccolateria, gelateria e all’artigianato agroalimentare.

⚽ Sport e tempo libero

Nel mondo del calcio, il Lecce guarda ai giovani talenti del settore giovanile: Corriere Salentino dà spazio alle dichiarazioni di Pantaleo Corvino, direttore dell’area tecnica giallorossa. Corvino spiega il progetto attorno a Ndiaga Sall, attaccante del Nardò in Serie D che allena periodicamente con la prima squadra. Il giovane senegalese, arrivato in Italia come rifugiato politico, rappresenta l’eccellenza del “modello Lecce”: scoprire talenti quando sono ancora invisibili agli altri e farli crescere con pazienza. Anche Tiago Gabriel e Berisha sono già nel mirino di grandi club, confermando la continua filiera di giovani talenti che caratterizza il club. Il direttore sottolinea: il Lecce intende restare “piccola tra le grandi”, mantenendo sostenibilità economica pur rimanendo competitiva in Serie A, come accaduto nei quattro anni consecutivi di permanenza nella massima serie.

💬 Dai paesi del Salento

Dai centri più piccoli al grande palcoscenico sportivo regionale: il Salento continua a respirare di calcio, vino, tradizioni e storie umane. Dalle botteghe storiche di Tricase alle scuole calcio del Lecce, dalle strade tragicamente colpite dall’incidente sulla 275 agli stand enogastronomici che celebrano la cultura locale. Ogni giorno, il territorio racconta di sé attraverso le sue persone, i suoi valori e le sue sfide.

Dal mare di Torre San Giovanni alle campagne del basso Salento, dal profumo di vino nelle antiche puteche di Tricase al talento emergente del settore giovanile leccese: il Salento continua a raccontarsi tra passione e speranza, tra cronaca e sogni sportivi. Restate su Ozanews.it, il vostro sguardo quotidiano sul tacco d’Italia.

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Blitz a Taurisano: droga e 22 ordigni, due arresti

Maxi blitz della Polizia: scoperti cocaina, contanti e ventidue ordigni artigianali esplosivi durante perquisizioni nei domicili di due pregiudicati

Materiale esplodente sequestrato dalla Polizia a Taurisano
Foto: Polizia di Stato

Nella giornata di ieri la Polizia di Stato ha portato a termine una complessa operazione di polizia giudiziaria a Taurisano, piccolo centro del Salento, finalizzata al contrasto del traffico illecito di sostanze stupefacenti e della detenzione di materiale esplodente. Il blitz, condotto dagli agenti del Commissariato locale con il supporto delle unità cinofile della Guardia di Finanza, ha portato all’arresto di due uomini, entrambi già noti agli uffici di polizia.

L’operazione si inserisce in un ampio contesto di lotta alla criminalità diffusa nella provincia di Lecce. I poliziotti, dopo approfondite indagini, hanno eseguito contemporaneamente due perquisizioni nei domicili di altrettanti pluripregiudicati di Taurisano. Nel primo caso, all’interno di una tavernetta seminterrata, le forze dell’ordine hanno rinvenuto e sequestrato 130 grammi di cocaina, occultati in una nicchia nel muro e ulteriormente nascosti da un battiscopa in ceramica. Il proprietario dell’immobile, un 50enne, è stato arrestato con l’accusa di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti.

Nel secondo obiettivo, i poliziotti hanno sorpreso un 40enne mentre era in procinto di cedere una dose di cocaina a un acquirente. All’interno della casa sono stati trovati centinaia di piccoli contenitori cilindrici, presumibilmente usati per confezionare le dosi, oltre a un bilancino di precisione, appunti sospettati di essere legati all’attività di spaccio e 605 euro in contanti. L’elemento più allarmante, però, è stato il rinvenimento di ben 22 “bombe carta” – manufatti esplosivi di categoria professionale non in libera vendita, giudicati estremamente pericolosi per le condizioni di conservazione e la loro potenziale micidialità. Gli artificieri dell’Arma dei Carabinieri sono intervenuti per mettere in sicurezza il materiale esplosivo (Fonte: Questura di Lecce).

Entrambi i soggetti sono stati associati presso il carcere di Borgo San Nicola: il primo per detenzione ai fini di spaccio di droga, il secondo per detenzione di materiale esplodente nonché indagato per spaccio e detenzione ai fini di spaccio di stupefacenti. Il ritrovamento dei “candelotti”, custoditi in condizioni precarie e a rischio di innesco accidentale, ha fatto scattare l’allarme tra le forze dell’ordine, che sottolineano la gravità potenziale di un simile arsenale nelle mani della criminalità locale.

“I manufatti esplosivi erano potenzialmente letali per tipologia e modalità di custodia. L’immediato intervento degli artificieri ha evitato gravi rischi per l’incolumità pubblica”

L’operazione conferma l’attenzione delle forze dell’ordine sulle aree maggiormente esposte al traffico di droga e alla detenzione di armi od esplosivi artigianali, fenomeni in crescita in alcune realtà della provincia di Lecce. La posizione giudiziaria dei due arrestati sarà definita nelle prossime settimane, mentre il materiale sequestrato sarà sottoposto a ulteriori accertamenti tecnici da parte degli organi competenti.

Sondaggi regionali 2025, Decaro verso una vittoria annunciata in Puglia

A meno di tre settimane dalle elezioni regionali del 23 e 24 novembre, la Puglia sembra già conoscere il nome del prossimo governatore. Secondo l’ultimo sondaggio Ipsos, il candidato del centrosinistra Antonio Decaro è in netto vantaggio e si prepara a raccogliere l’eredità di Michele Emiliano con una percentuale record: 63,8% delle preferenze.

Molto distante il candidato del centrodestra Luigi Lobuono, fermo al 33,1%, mentre le altre candidature appaiono marginali: Ada Donno (Puglia pacifista e popolare) si attesterebbe al 2,2%, e Sabino Mangano (Alleanza civica) allo 0,9%. Ma a preoccupare maggiormente gli osservatori è il dato sull’affluenza: solo il 43% dei pugliesi, secondo le stime, si recherebbe alle urne.


Il peso dei partiti e la sfida dello sbarramento

Nel dettaglio, il sondaggio fotografa anche le intenzioni di voto per i partiti.
Nel campo del centrosinistra il Partito Democratico guida con il 23,5%, seguito dalle liste civiche “Decaro Presidente” (13,2%), Movimento 5 Stelle (8,7%), Per la Puglia (6,3%), Avanti Popolari (5,9%) e Alleanza Verdi e Sinistra (5,6%).

Sul fronte opposto, Fratelli d’Italia si conferma il primo partito del centrodestra con il 17,3%, seguito da Forza Italia (9,6%) e dalla lista unificata Lega-Udc-Nuovo Psi che con il 4,5% rischia di oscillare attorno alla soglia di sbarramento fissata al 4%. Chiudono Noi Moderati (1,6%) e La Puglia con Noi (0,8%).

Il centrosinistra, dunque, appare compatto e radicato, mentre la coalizione avversaria sconta una fase di debolezza organizzativa e territoriale, con qualche tensione interna legata alla composizione delle liste in alcune province.


Decaro, da Bari alla guida della Regione

L’ex sindaco di Bari e attuale europarlamentare Antonio Decaro ha saputo costruire in questi mesi un consenso ampio, fondato su un’immagine di amministratore concreto e vicino ai territori. La sua proposta, raccolta nel programma “Puglia 2030”, punta su innovazione, sanità territoriale, infrastrutture sostenibili e lotta alle disuguaglianze.

Sostenuto da un’ampia coalizione, Decaro ha saputo tenere insieme l’asse politico costruito negli anni da Michele Emiliano, cercando però di marcare una discontinuità: «Non sarà un libro dei sogni – ha dichiarato – ma un progetto reale per il futuro dei pugliesi».


Lobuono tenta la rimonta

Sul fronte opposto, Luigi Lobuono, imprenditore barese ed ex presidente della Fiera del Levante, rappresenta la scommessa del centrodestra. Nonostante la sua candidatura unitaria, la coalizione fatica a recuperare consenso in una regione che da vent’anni vede prevalere il centrosinistra.

Lobuono sta cercando di impostare la campagna su temi come lo sviluppo economico, la sburocratizzazione e la sanità, ma la distanza nei sondaggi sembra difficile da colmare.


Astensione, la vera incognita

L’elemento più delicato resta la partecipazione al voto. Il dato dell’affluenza prevista al 43% rischia di trasformare le elezioni in una partita decisa da pochi elettori motivati. In un contesto di disillusione e scarsa fiducia nella politica, la capacità dei candidati di mobilitare la propria base sarà decisiva.

Una bassa affluenza potrebbe premiare la coalizione con maggiore radicamento locale – in questo caso il centrosinistra – ma al tempo stesso minare la legittimazione popolare del futuro governo regionale.


I riflessi nel Salento

Nel Salento, dove la sensibilità ambientale e la crisi occupazionale restano temi centrali, le forze politiche locali si giocano un ruolo decisivo. I comitati e le associazioni, come quello “No Burgesi” di Ugento, hanno già rivolto un appello pubblico ai candidati chiedendo impegni concreti sulla chiusura e bonifica delle discariche e su una gestione dei rifiuti più sostenibile.

In questo scenario, i rappresentanti salentini nelle liste regionali – sia di centrosinistra che di centrodestra – saranno chiamati a farsi portavoce di istanze territoriali spesso trascurate da Bari, in un equilibrio delicato tra fedeltà ai programmi di coalizione e ascolto delle comunità locali.


Verso il voto

Mancano pochi giorni all’apertura delle urne e la Puglia si prepara a scegliere il nuovo governatore. I numeri sembrano indicare una vittoria netta di Decaro, ma la politica insegna che nessuna partita è chiusa prima del fischio finale.

Il 23 e 24 novembre non sarà soltanto un voto sul futuro presidente della Regione, ma un test per l’intero sistema politico pugliese: tra chi vuole consolidare un modello e chi spera di cambiare rotta, con la sfida, sempre più urgente, di riportare i cittadini a credere nella partecipazione democratica.

Burgesi, l’appello del Comitato ai candidati alle Regionali: “Chiudere e bonificare il sito, basta con l’emergenza rifiuti”

A poche settimane dalle elezioni regionali del 23 e 24 novembre 2025, il Comitato “No Burgesi” lancia un appello accorato a tutti i candidati pugliesi, con particolare attenzione a quelli salentini. In una lettera aperta diffusa nelle scorse ore, il Comitato denuncia ancora una volta la situazione della discarica di Burgesi, alle porte di Ugento, definendola “una ferita aperta nel cuore del Salento”, e chiede impegni concreti per la chiusura definitiva e la bonifica del sito.

La presa di posizione nasce in seguito alla delibera della Giunta regionale n. 130 dell’11 febbraio 2025, che – secondo quanto riportato nella lettera – rappresenta “un atto concreto e inequivocabile per continuare a conferire rifiuti urbani nelle discariche di Burgesi”, nonostante da 35 anni il sito sia “sotto osservazione per inquinamento di aria, falda acquifera e suolo”.

Il Comitato, che riunisce oltre 40 associazioni locali e numerosi cittadini, parla di “una gestione fallimentare e retrograda del ciclo dei rifiuti”, rimasta incompiuta e “a vantaggio di un oligopolio di aziende private che da anni traggono profitto da questa situazione”.

Una storia lunga trentacinque anni

L’attività della discarica di Burgesi inizia nel 1991, come parte integrante del Piano Regionale dei Rifiuti Urbani (PRGRU). Il Comitato ricorda che, nel corso degli anni, il sito è stato mantenuto operativo attraverso successive revisioni del piano, passando dalle amministrazioni guidate da Raffaele Fitto, Nichi Vendola e Michele Emiliano, senza però mai abbandonare la logica centrata sulle discariche.

“Una visione miope e condivisa trasversalmente – si legge nella lettera – a diversi livelli di competenza, regionale, provinciale e comunale”. Nonostante le promesse di chiusura annunciate più volte (prima nel 2008, poi nel 2009 e ancora nel 2022), la realtà è andata nella direzione opposta: “oggi si aggiungono ulteriori 195 mila metri cubi di rifiuti a una montagna già alta 21 metri, per un totale di circa 1,5 milioni di tonnellate”.

Emergenza sanitaria e ambientale

L’allarme non riguarda soltanto l’impatto ambientale ma anche la salute dei cittadini. Il Comitato sottolinea “il continuo incremento di malattie croniche e mortali” tra la popolazione dei comuni limitrofi, un prezzo “altissimo e inaccettabile” pagato dal territorio per decenni. “Il popolo salentino – si legge ancora – subisce da anni le conseguenze di scelte politiche miopi e di una gestione che non ha mai avuto il coraggio di cambiare paradigma”.

La richiesta ai candidati: “Prendete posizione chiara e pubblica”

Il documento invita i candidati di tutti gli schieramenti politici a superare le logiche di partito e a impegnarsi “con spirito di collaborazione per la propria terra e per il bene comune”. Le richieste sono tre e non lasciano spazio a interpretazioni:

  1. Annullare la delibera regionale n. 130 dell’11 febbraio 2025 e tutti i suoi effetti.
  2. Procedere con la chiusura definitiva del sito di Burgesi.
  3. Avviare la bonifica completa dell’area.

Il Comitato chiede inoltre che ogni candidato renda nota “una chiara posizione e un preciso impegno concreto” sul Piano Regionale dei Rifiuti Urbani, per consentire ai cittadini di “esprimere una scelta di voto consapevole, basata su coerenza e responsabilità”.

Una chiamata alla responsabilità collettiva

La lettera si conclude con un invito forte: “È tempo che il Salento e il suo popolo prendano in mano il proprio futuro come comunità”. Il messaggio è chiaro: non bastano promesse o generiche dichiarazioni d’intenti. Il territorio attende risposte precise, atti concreti e una nuova visione del ciclo dei rifiuti che metta finalmente al centro la salute pubblica e la tutela ambientale.

Nasce “S.T.O.P. Caporalato”: ARPAL Puglia attiva lo sportello

Da servizio stagionale a presidio attivo 365 giorni all’anno. Presentazione domani a Nardò nell’ambito del “Qui non c’è Lavoro Festival”

La lotta al caporalato in Puglia diventa permanente. Non più solo un’emergenza estiva da affrontare durante i mesi della raccolta, ma un impegno strutturato che copre l’intero anno. È questo l’obiettivo dello Sportello Territoriale Operativo Permanente (S.T.O.P.) contro il caporalato agricolo, progetto di ARPAL Puglia che sarà presentato domani, 6 novembre, a Nardò.

Un presidio che non chiude mai

L’appuntamento è fissato per le ore 10 nella sala Capone del Comune di Nardò, nella sede dell’ex Tribunale, nell’ambito del “Qui non c’è Lavoro Festival”. Il progetto, che gode di un ampio partenariato e si svolge sotto l’egida della Prefettura di Lecce, rappresenta un’evoluzione significativa nell’approccio al fenomeno del caporalato.

“Quelli che erano un tempo degli sportelli sperimentali contro il caporalato adesso, come accade a Nardò, diventano veri e propri presidi permanenti, che tolgono l’ossigeno ai caporali e fanno venir meno ogni ragione su cui questi possano fondare la loro azione”,

spiega Gianluca Budano, direttore di ARPAL Puglia.

“La macchina amministrativa dei servizi per l’impiego funziona come strumento stabile di efficienza nell’incrocio domanda-offerta, ma anche come luogo di certezze e di legalità, al fine di sottrarre qualunque tipo di terreno fertile su cui spesso la criminalità si organizza, speculando sulle persone più fragili”.

I risultati della stagione estiva 2025

Durante la presentazione saranno illustrati i dati della stagione 2025 nella Foresteria Boncuri, dove ARPAL è stata presente sia attraverso il Centro per l’Impiego sia con il Camper del Lavoro, supportato da un mediatore culturale. I numeri parlano chiaro: dal 26 giugno al 15 settembre, lo Sportello anticaporalato stagionale ha preso in carico 190 persone, quasi due terzi degli ospiti della struttura.

Sono 112 gli utenti iscritti nelle liste agricole speciali, condizione necessaria per la permanenza in foresteria senza contratto di lavoro. Ben 76 lavoratori sono stati assunti da nove imprese che si sono rivolte al Centro per l’Impiego, mentre per tredici persone è stato necessario attivare un servizio di accoglienza integrata. Molti lavoratori sono stati supportati nella presentazione delle candidature, anche per settori diversi dall’agricoltura, con alcune aziende che hanno messo a disposizione vitto, alloggio e navette gratuite.

Un progetto in dieci azioni

Lo Sportello permanente si articola in dieci azioni strategiche:

Modello “hub & spoke”: il Centro per l’Impiego di Nardò fungerà da hub centrale, coordinando una rete di presidi fissi (gli altri nove Centri per l’Impiego dell’Ambito di Lecce e otto sportelli virtuali) e mobili (due Camper del Lavoro).

Servizi permanenti: garantita l’erogazione gratuita di tutti i servizi per il lavoro, sia per le persone che per le imprese, con presa in carico integrata multidimensionale.

Formazione specializzata: il personale riceverà formazione specifica, soprattutto in materia di immigrazione.

Mediazione culturale: presenza di mediatori culturali e del Robot Amico per la traduzione multilingue.

Incontro domanda-offerta potenziato: attività di recruiting anticipate già in primavera, con priorità nell’assegnazione dei posti letto nella Foresteria Boncuri ai lavoratori assunti tramite lo Sportello.

Orientamento formativo: informazione sui percorsi professionalizzanti e corsi di lingua italiana, particolarmente utili per chi possiede titoli stranieri non riconosciuti in Italia.

Canali di vigilanza: procedure rapide e protette per segnalare casi sospetti all’Ispettorato Nazionale del Lavoro.

Welfare integrato: servizi di assistenza complessiva, resi possibili anche grazie al progetto SU.PR.EME 2 e alla collaborazione con il CIR-Consiglio Italiano Rifugiati.

Rete interregionale: rafforzamento dei collegamenti con i Centri per l’Impiego di Puglia e di altre regioni meridionali da cui provengono molti braccianti stagionali.

Comunicazione efficace: piano dedicato per far conoscere lo Sportello come punto di riferimento istituzionale sicuro.

Una rete forte contro lo sfruttamento

“I risultati dello Sportello Anticaporalato di ARPAL Puglia a Boncuri ne rendono strategica l’evoluzione in un progetto interistituzionale permanente”, afferma Marta Basile, dirigente U.O. Coordinamento Servizi per l’Impiego Ambiti Lecce e Brindisi-Taranto, “perché dimostrano che i Centri per l’impiego costituiscono un meccanismo efficace per il contrasto allo sfruttamento attraverso l’intermediazione pubblica e servizi ripensati alla luce della consapevolezza che il fenomeno delle migrazioni lavorative verso il distretto di Nardò non è più emergenziale, bensì da molto tempo strutturale”.

Il progetto conta su un partenariato strategico che include Prefettura di Lecce, Regione Puglia, Provincia di Lecce, Comune di Nardò, Questura di Lecce, ASL di Lecce, oltre a numerose organizzazioni sindacali (CGIL, CISL, UIL), associazioni datoriali (Coldiretti, CIA, Confagricoltura, Legacoop Puglia) e enti del terzo settore.

Il “Qui non c’è Lavoro Festival”, realizzato nell’ambito del progetto “Il Camper del Lavoro” in coprogettazione con Consorzio Mestieri Puglia, Cefas e Sale della Terra, si concluderà il 7 novembre con un evento innovativo: il primo Recruiting Day in carcere, presso la Casa Circondariale “Borgo San Nicola” di Lecce.

Alla presenza del prefetto Natalino Manno e del garante regionale delle persone detenute Piero Rossi, nell’ambito del progetto “Lavoro F.U.O.R.I.” (Formazione Unita a Orientamento per il Reinserimento e l’Inclusione), diversi detenuti potranno sostenere colloqui di selezione con dieci aziende che credono nel valore del reinserimento sociale attraverso il

Olio pugliese: speculazioni e contraffazioni minacciano il settore

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CIA Puglia e Italia Olivicola denunciano prezzi anomali e pratiche illegali. Incontro con il sottosegretario La Pietra per chiedere controlli più severi

L’avvio della campagna olivicola 2024 in Puglia è segnato da preoccupanti segnali di allarme: speculazioni sui prezzi, olio contraffatto spacciato per extravergine e manovre sleali che rischiano di destabilizzare un settore strategico per l’economia regionale. A lanciare l’allarme sono Italia Olivicola e CIA Agricoltori Italiani di Puglia, che martedì 4 novembre hanno portato la questione direttamente a Roma.

L’incontro al Ministero

Il presidente di Italia Olivicola e di CIA Puglia, Gennaro Sicolo, accompagnato da Francesco Losito di CIA Bat, ha incontrato il sottosegretario all’Agricoltura Patrizio Giacomo La Pietra per denunciare una situazione che sta mettendo in ginocchio i produttori pugliesi.

“Abbiamo manifestato al sottosegretario le crescenti preoccupazioni del settore olivicolo-oleario rispetto ai rischi che il mercato dell’olio sia condizionato artatamente e in modo illegale”, ha spiegato Sicolo al termine dell’incontro. “Abbiamo chiesto un deciso intervento del Governo per rafforzare le azioni di controllo e contrasto contro fenomeni speculativi e criminali che minacciano di alterare il mercato”.

I rischi per produttori e consumatori

La Puglia, regione leader nazionale sia per quantità che per qualità della produzione olivicola, si trova a dover fronteggiare una concorrenza sleale che opera su più fronti. Da un lato, l’anomalo abbassamento dei prezzi dovuto a manovre speculative che danneggiano i produttori onesti. Dall’altro, la presenza sul mercato di olio contraffatto o di bassa qualità venduto come extravergine, con evidenti rischi per la salute dei consumatori.

Le conseguenze di questi fenomeni illegali sono duplici: i produttori pugliesi vedono eroso il valore del loro lavoro e degli investimenti nella qualità, mentre i consumatori rischiano di acquistare prodotti che non corrispondono agli standard dichiarati in etichetta.

La richiesta di azioni concrete

Italia Olivicola e CIA Puglia hanno chiesto al Governo di intervenire con urgenza attraverso:

  • Il rafforzamento dei controlli lungo tutta la filiera
  • Azioni di contrasto più incisive contro le frodi alimentari
  • Strumenti per garantire la trasparenza del mercato
  • Tutele più efficaci per i produttori che rispettano le regole

L’obiettivo è proteggere un patrimonio agroalimentare che rappresenta un’eccellenza del Made in Italy e garantire ai consumatori la certezza di acquistare prodotti genuini e di qualità.

La campagna olivicola pugliese, che dovrebbe essere un momento di celebrazione per uno dei prodotti simbolo della regione, rischia invece di trasformarsi in un’occasione per operatori senza scrupoli di trarre profitti illegali a danno di chi lavora con serietà e passione nella produzione dell’oro verde pugliese.

Trasporto scolastico, summit dopo 2 mesi

Servizi di Trasporto Pubblico Locale Scolastico: la Provincia convoca un incontro per monitorarne l’andamento

Lecce – A due mesi dall’inizio dell’anno scolastico, la Provincia di Lecce decide di convocare tutti gli attori coinvolti nel trasporto pubblico locale per fare il punto della situazione. L’incontro è fissato per giovedì 6 novembre alle ore 10.30 nella sala consiliare di Palazzo dei Celestini a Lecce, ma la domanda sorge spontanea: perché aspettare due mesi per verificare che tutto funzioni?

A chiamare a raccolta i protagonisti del trasporto pubblico è il presidente facente funzioni della Provincia, Fabio Tarantino, che ha convocato Cotrap, FSE (Ferrovie del Sud Est), l’Ufficio Scolastico Regionale per la Puglia – Ambito Territoriale di Lecce, i dirigenti scolastici degli istituti superiori del territorio e i sindaci dei Comuni salentini. Un tavolo ampio, che coinvolge istituzioni, aziende di trasporto e scuola, con un obiettivo dichiarato: monitorare l’andamento dei servizi di TPL scolastico ed esaminare eventuali problematiche emerse.

Tuttavia, la tempistica dell’iniziativa lascia qualche perplessità. Due mesi sono un tempo significativo nella vita scolastica: significa che migliaia di studenti salentini hanno affrontato quotidianamente corse soppresse, ritardi, sovraffollamento, disagi legati a coincidenze mancate o linee inadeguate. Se criticità ci sono state – e l’uso del condizionale appare quasi retorico – è legittimo chiedersi perché non siano state affrontate subito, magari prima dell’inizio delle lezioni o almeno nelle prime settimane di scuola.

Il trasporto pubblico locale nel Salento leccese è da tempo un nervo scoperto, non solo per gli studenti ma per l’intera comunità. Chi vive nelle aree interne o nelle marine conosce bene le difficoltà di collegamenti, la carenza di corse in orari strategici, la vetustà di molti mezzi. Per chi frequenta gli istituti superiori, spesso situati nei centri più grandi come Lecce, Casarano, Tricase o Maglie, il bus diventa una variabile quotidiana da cui dipende la puntualità, l’arrivo a casa in orario, persino la possibilità di partecipare alle attività extrascolastiche.

L’incontro, di per sé, è un segnale positivo: significa che la Provincia riconosce la centralità del tema e la necessità di confronto tra le parti. Ma il rischio è che si trasformi nell’ennesimo tavolo di ascolto senza conseguenze operative immediate. Servono dati chiari, risposte concrete e tempistiche definite per eventuali correttivi. Gli studenti e le loro famiglie non possono permettersi altri mesi di attesa.

Vedremo cosa emergerà giovedì mattina. L’auspicio è che dalle parole si passi rapidamente ai fatti, perché il diritto allo studio passa anche – e soprattutto – dalla possibilità di arrivare a scuola in orario, in sicurezza e con dignità.

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