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Propaganda o informazione? Il caso Ugento e l’inganno mediatico

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Ugento è diventata il centro di un acceso dibattito sociologico, innescato dall’ultimo video pubblicato dal sindaco del comune. Il video, che mostra il primo cittadino mentre utilizza un’isola ecologica “intelligente”, è stato criticato da molti abitanti e attivisti locali, che accusano l’amministrazione di impegnarsi più nella propaganda che nella reale risoluzione dei problemi del territorio.

L’accusa, infatti, è che il video rappresenti un esempio lampante di propaganda: mentre il sindaco dimostra l’efficienza del nuovo sistema di raccolta differenziata, le strade del paese rimangono invase dai rifiuti. Questo contrasto tra l’immagine pubblica creata dal video e la realtà vissuta dai cittadini solleva una questione fondamentale: qual è la linea di demarcazione tra propaganda e informazione?

Per comprendere appieno la differenza tra propaganda e informazione, è utile rivolgersi al pensiero di alcuni dei più influenti filosofi e sociologi del XX secolo. Walter Lippmann, uno dei pionieri della teoria della comunicazione di massa, definì la propaganda come “lo sforzo sistematico di influenzare le opinioni di un pubblico al fine di ottenere una risposta predeterminata”. In altre parole, la propaganda non mira alla trasparenza o alla verità, ma piuttosto alla manipolazione delle percezioni, utilizzando mezzi che possono includere l’omissione di informazioni rilevanti o la presentazione selettiva dei fatti.

In contrapposizione, l’informazione è definita da Lippmann come il processo attraverso il quale i cittadini vengono messi a conoscenza della realtà dei fatti, in modo da poter prendere decisioni consapevoli e informate. Quindi, mentre l’informazione si basa sull’accuratezza e sulla completezza dei dati, la propaganda tende a distorcere questi elementi per servire un fine specifico.

Il video del sindaco: propaganda o informazione?

Il video del sindaco di Ugento si colloca in questa zona grigia tra propaganda e informazione. Da un lato, si tratta di una comunicazione istituzionale volta a informare i cittadini delle nuove tecnologie messe a disposizione per migliorare il servizio di gestione dei rifiuti. Tuttavia, quando il messaggio veicolato contrasta visibilmente con la realtà percepita, come nel caso delle strade sporche e trascurate, il rischio è che si trasformi in uno strumento di propaganda.

Il filosofo tedesco Theodor Adorno, membro della Scuola di Francoforte, ha affrontato la questione della manipolazione dei media, sottolineando come i mezzi di comunicazione di massa possano diventare veicoli di propaganda nelle mani di chi detiene il potere. Adorno affermava che la propaganda si basa su una sorta di “violenza simbolica” che non impone direttamente la propria volontà, ma manipola la percezione della realtà. Il video del sindaco potrebbe essere interpretato proprio come un esempio di tale violenza simbolica, dove l’immagine di un’isola ecologica efficiente viene sovrapposta alla realtà più complessa e problematica della gestione dei rifiuti nella città.

La propaganda, quando utilizzata a livello istituzionale, non è un fenomeno senza conseguenze. Come osservato da Noam Chomsky, la propaganda rappresenta uno strumento fondamentale per la manipolazione dell’opinione pubblica, spesso utilizzata per deviare l’attenzione dai problemi reali verso soluzioni apparenti. In questo senso, il video del sindaco non solo potrebbe distorcere la percezione dei cittadini riguardo alla situazione ambientale di Ugento, ma potrebbe anche minare la fiducia nel governo locale, creando un divario tra i cittadini e le istituzioni.

Erich Fromm, un altro esponente della Scuola di Francoforte, sosteneva che la propaganda può portare a una forma di alienazione, dove gli individui sentono che la realtà presentata dai media non corrisponde alla loro esperienza quotidiana. Questa alienazione può portare a una crescente disillusione e apatia politica, rendendo difficile per i cittadini impegnarsi attivamente nella vita democratica.

La necessità di una comunicazione trasparente

L’episodio di Ugento evidenzia l’importanza di una comunicazione trasparente e veritiera da parte delle istituzioni. Mentre la propaganda può offrire un sollievo temporaneo dall’insoddisfazione pubblica, alla lunga mina la credibilità delle istituzioni e danneggia la coesione sociale. Come sottolineava Hannah Arendt, la verità è un elemento fondamentale per la democrazia: senza di essa, il discorso pubblico diventa sterile e manipolabile, perdendo la sua capacità di guidare le azioni collettive verso il bene comune.

La differenza tra propaganda e informazione, quindi, non è solo una questione teorica, ma ha profonde implicazioni per il funzionamento della società democratica. In un mondo dove le immagini e i messaggi si diffondono rapidamente, è fondamentale che i cittadini siano in grado di distinguere tra ciò che è informazione autentica e ciò che è propaganda, affinché possano partecipare in modo critico e consapevole alla vita pubblica.

Ugento: proposta per intitolare lo Stadio Comunale a Giovambattista Viva

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L’Associazione Officine Multimediali ha presentato al sindaco e all’assessore ai lavori pubblici del Comune di Ugento una proposta di grande rilevanza emotiva e culturale: intitolare lo Stadio Comunale a Giovambattista Viva, conosciuto da tutti come “Titta,” in onore della sua memoria e del suo profondo legame con la comunità.

Giovambattista Viva, scomparso di recente, è stato un pilastro del calcio locale e una figura di riferimento per molti cittadini. Nato e cresciuto a Ugento, Viva ha dedicato la sua vita non solo al calcio, ma anche alla crescita e allo sviluppo della sua città natale. La sua carriera sportiva è costellata di successi, ma uno degli episodi più memorabili che lo hanno visto protagonista è stata la storica partita del Lecce contro il Santos di Pelé, un evento che rimane indelebile nella storia sportiva del Salento.

L’iniziativa di intitolare lo stadio a Giovambattista Viva è nata spontaneamente tra la popolazione, subito dopo la sua scomparsa. Numerosi cittadini, attraverso i social media e altre piattaforme, hanno espresso il desiderio di rendere omaggio a un uomo che ha dato tanto al calcio e alla comunità ugentina. L’idea ha rapidamente guadagnato consenso, coinvolgendo non solo tifosi e sportivi, ma anche associazioni locali e figure istituzionali.

L’Associazione Officine Multimediali, che ha fatto propria questa volontà popolare, ha sottolineato l’importanza di riconoscere ufficialmente l’eredità lasciata da Viva. “Titta” non è stato solo un calciatore, ma un vero e proprio simbolo di passione e dedizione. Intitolare lo Stadio Comunale a suo nome rappresenterebbe non solo un tributo alla sua figura, ma anche un modo per ispirare le future generazioni di giovani sportivi e cittadini.

Inoltre, l’Associazione ha evidenziato la necessità di interventi di rinnovamento dello Stadio Comunale, un impianto che, a detta di molti, necessita di essere adeguato agli standard moderni. La proposta di intitolazione, quindi, potrebbe essere vista anche come l’inizio di un processo di valorizzazione dell’impianto stesso, rendendolo un luogo di incontro e di celebrazione per tutta la comunità. L’intitolazione sarebbe un atto simbolico, ma carico di significato, capace di unire tutti gli ugentini in un ricordo collettivo e in un progetto comune.

L’Associazione Officine Multimediali ha dichiarato la propria disponibilità a collaborare con il Comune per facilitare la realizzazione di questa iniziativa, offrendo supporto logistico e organizzativo. Confidando nella sensibilità delle autorità locali e nella loro capacità di cogliere l’importanza di questo gesto, l’Associazione attende un riscontro positivo, auspicando che il sogno di molti cittadini possa presto diventare realtà.

Con l’intitolazione dello stadio a Giovambattista Viva, Ugento non solo onorerebbe un grande uomo e sportivo, ma riaffermerebbe i valori di comunità e memoria, fondamentali per mantenere viva l’identità del territorio.

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Roberto Cazzato è il nuovo Direttore Generale

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Roberto Cazzato è il nuovo Direttore Generale

Notizia fresca nel calcio pugliese: Roberto Cazzato è stato ufficialmente nominato nuovo Direttore Generale dell’Ugento Calcio.

Una nuova avventura per Roberto Cazzato

La cittadina del Salento, sempre più protagonista nel panorama calcistico regionale, si arricchisce di una nuova figura dirigenziale di eccellenza. Roberto Cazzato, avvocato e dirigente sportivo con un solido percorso alle spalle, arriva all’Ugento Calcio dopo esperienze significative come dirigente del Casarano Calcio e Direttore Operativo al Gallipoli, entrambe squadre militanti in Serie D.

Inoltre, il master in Sport Business Management conseguita da Cazzato, può solo arricchire le competenze già sviluppate tra le fila delle squadre del Salento. Questo sarà un valore aggiunto che porterà benefici sicuramente apprezzabili sia dentro che fuori dal campo, e siamo convinti che il suo ingresso terrà alto il livello dell’Ugento Calcio.

Parlando dell’imminente calendario delle partite dell’Ugento Calcio in Serie D, si preannuncia una stagione di fuoco con molti confronti interessanti e sfide accese. Con l’arrivo di Cazzato, si spera in un’iniezione d’entusiasmo che possa trasmettersi alla squadra e ai tifosi, con esordio fissato l’8 settembre a Nocera Inferiore.

Le aspettative per questa nuova stagione sono alte pur rimanendo con i piedi per terra. Con l’arrivo di Cazzato, l’Ugento Calcio si arricchisce di un professionista che porta con sé competenze ed esperienze preziose per puntellare un progetto sportivo che mira al lungo periodo.

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Il calcio ugentino in lutto: se ne va Titta Viva

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Ugento è in lutto per la scomparsa di Giovambattista “Titta” Viva, una leggenda locale che ebbe l’onore di scendere in campo con il Lecce nella storica partita contro il Santos di Pelé il 24 giugno 1968. Viva, allora giovane promessa, ebbe l’onore di giocare nella partita inaugurale del rinnovato stadio Via del Mare di Lecce. Entrò in campo al 71° minuto, sostituendo Taiano, uno dei giocatori di punta della squadra salentina. Questo momento segnò l’apice della sua carriera calcistica, lasciando un ricordo indelebile in chi ebbe la fortuna di assistervi.

Quella partita, un evento significativo per la regione, vide il Lecce affrontare il rinomato Santos, guidato da Pelé, che segnò tre gol nella vittoria per 5-1. La partecipazione di Viva a quell’incontro rimane un ricordo prezioso per la comunità calcistica di Ugento.

Dopo la carriera calcistica, Viva dedicò la sua vita alla sua città natale, dove era conosciuto non solo per il suo passato sportivo, ma anche per il suo impegno nella politica locale e nelle cause sociali. Gestiva un piccolo negozio di riparazione di elettrodomestici, diventando una figura conosciuta e amata dalla comunità.

Il mio personale ricordo di Titta risale ormai ad oltre trent’anni fa, quando da bambino mio padre mi portò per la prima volta nel negozio di Titta per aggiustare il telecomando della televisione. Fu allora che mi raccontò parte di questa splendida storia: “Questo signore ha giocato con Pelè”. Ed io da ragazzino che iniziava a dare i primi calci ad un pallone neanche riuscivo a crederci.

La storia di Giovambattista Viva va oltre il campo da calcio; è il racconto di un uomo profondamente legato alle sue radici, alla sua famiglia e al suo paese. Mentre Ugento piange la sua scomparsa, ricorda non solo il calciatore che affrontò Pelé, ma l’uomo che dedicò la sua vita a fare la differenza nella vita degli altri.

Tutta la comunità di Ugento è affranta per questa perdita e porterà avanti il ricordo e l’eredità di Giovambattista Viva, un uomo che ha toccato la vita di molti, sia dentro che fuori dal campo.

In suo onore riproponiamo il tabellino originale di quella gara:

Presenti 20.000 spettatori. Il Lecce è così schierato dal nuovo allenatore Seghedoni: Bottoni (dal 81′ Candido), Vezzani (dall’84’ Cartisano), Pavoni (dall’80’ Carrozzo); Melideo, Lucci (dall’84’ De Carlo), Comola (poi Trevisan); Taiano (dal 71′ Viva), Sacchella (dal 66′ Donadei), Mammì (dal 55′ Busilacchi), Bersellini (dall’84’ Lentini), Mellina. “[…] alle sei di sera del 24 giugno 1967. La mitica squadra del Santos di Pelé sta svolgendo un tour in Italia, e il gagliardissimo presidente del Lecce, Marcello Indraccolo, fa due telefonate agli amici che contano per far scendere nel Salento il già due volte campione del mondo di calcio. Ottima idea per reinaugurare il nuovo stadio del Lecce, dopo la partita, un anno prima ma passata un po’ in sordina, contro lo Spartak Mosca […]
Il Santos andò in vantaggio al 24esimo del primo tempo, con Pelé, naturalmente, pronto a “schiacciare la palla di testa nell’angolo basso di Bottoni”, scrive Elio Donno, figura mitica del giornalismo leccese, sul Corriere dello Sport dell’epoca. Quel gol è l’essenza stessa di Pelé, il quale si solleva un metro e mezzo da terra e, in posa plastica, quasi restando immobile nell’aria, colpisce di testa. “Si era sull’1 a 1, dopo un gol di Mammì che aveva sfruttato un perfetto traversone di Mellina”, e la cronaca di Donno lascia spazio solo al Santos, alla tripletta di Pelé, e alla formazione brasiliana che si impone per 5 a 1.
[…] Ezio Candido, il portiere di riserva del Lecce, entrato, a soli diciott’anni, nell’ultima mezz’ora della ripresa. “Giusto il tempo di parare una punizione velenosissima di Pepe, l’ala sinistra del Santos e della nazionale brasiliana, con il pallone che mi rimase appiccicato sulla maglia di lana, lasciandomi l’impronta”, ricorda Candido, per anni team manager del Lecce, rievocando un calcio che non esiste più. “La preparazione all’incontro col Santos? Loro fecero una sgambata nel campetto del presidente, mentre noi andammo a piedi dallo stadio alla spiaggia, alla pineta di san Cataldo, praticamente una corsetta a passo lento di sette chilometri […] No, non credo che qualcuno conservi la maglia di Pelé: mezzo secolo fa non c’era neppure il nome dietro la maglia, e non bisognava sprecare neppure una divisa”, conclude l’ex portiere, presente con il suo Lecce e il Santos al completo alla cena post partita a base di fave e cicoria, e ciceri e tria. Mentre Pelé, sorridendo a tutti per le foto di rito, si sentiva finalmente libero dalla marcatura a uomo di Salvatore Donadeo.” (Peppe Aquaro – http://www.corriere.it)

Tiziano Esposito all’attacco sulle isole intelligenti

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Tiziano Esposito, consigliere di minoranza del comune di Ugento, ha lanciato un nuovo attacco contro l’amministrazione locale, evidenziando la mancata attivazione di un’eco isola “intelligente” installata nei pressi del porto di Torre San Giovanni. Esposito ha pubblicato un video su Facebook per denunciare lo spreco di fondi pubblici, mostrando come il compattatore automatico di bottiglie, costato quasi 30.000 euro, non sia mai entrato in funzione da oltre due anni.

Nel suo post, Esposito ha ironizzato sulla definizione di “intelligente” riferita all’eco isola, chiedendosi se non sarebbe più utile utilizzare le risorse esistenti per migliorare i servizi già disponibili invece di costruire nuove infrastrutture che poi vengono abbandonate. Il video, realizzato per sensibilizzare i cittadini, mette in luce l’urgenza di trovare soluzioni concrete per la gestione dei rifiuti nella zona, soprattutto considerando l’investimento significativo di denaro pubblico.

“Ora ci si domanda quanto costerà rimettere in funzione questo compattatore,” ha aggiunto il consigliere, sollecitando un intervento immediato da parte delle autorità competenti per risolvere queste inefficienze e utilizzare in modo più efficiente i fondi pubblici.

Il caso sollevato da Esposito accende un faro sulle difficoltà che i comuni possono incontrare nella gestione delle attrezzature destinate al miglioramento dell’ambiente e delle condizioni di vita dei cittadini. Con l’aumento delle preoccupazioni per la sostenibilità e la gestione dei rifiuti, la questione potrebbe diventare un tema centrale nei prossimi dibattiti locali.

Pochi giorni fa, il sindaco di Ugento, Salvatore Chiga, aveva pubblicato un video dove presentava il nuovo servizio delle isole ecologiche “intelligenti,” che permettono di conferire spazzatura dopo aver usato un’apposita card per il riconoscimento e l’apertura del bidone. Nonostante questo avanzamento, molti cittadini si chiedono perché dovrebbero scegliere di recarsi a queste isole ecologiche, invece di usufruire del servizio di raccolta porta a porta già esistente. Inoltre, non sembra essere previsto alcun meccanismo premiale per chi conferisce in questi impianti, sollevando dubbi sull’effettiva utilità di tale scelta per i contribuenti.

Il risveglio culturale che parte dalla storia

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Anche quest’anno, motivi di lavoro mi hanno impedito di partecipare alla nuova edizione del Cibus Uxenti – Spettacolo, percorsi e cibo nel borgo antico di Ugento.

Attraverso le immagini ed i video che ho potuto visionare sui social, mi sono ancora più che convinto che la nostra comunità, quando vuole, quando cioè acquisisce consapevolezza della forza della sua storia e delle sue identità, riesce a superare difficoltà e a dimostrare che sa essere grande. Malinconicamente le foto e i video hanno riacceso tanti ricordi. Quelli belli. Di tante persone che non ci sono più! 

Quando viene messa nelle condizioni di poter dare sfogo al senso della libertà, alla creatività, a quelle idee, sempre nuove, di saper coniugare il prima, il presente e il dopo, è come quel pugile che pur stordito da un duro colpo, trova il coraggio e la forza per rialzarsi e proseguire il cammino. Mi è capitato di incontrare una persona, cittadino italiano come me, originario di Torino. Qui a Beirut lavora orami da una decina d’anni. Quando gli ho detto che sono di Ugento, ha avuto un sussulto: “posto meraviglioso, mare caraibico, gente buonissima, storia millenaria che molti vi invidiano”. Ho provato sensazioni difficili da descrivere. Il mio orgoglio identitario, la mia terra, mi hanno fatto alzare di qualche metro sopra il cielo. Poco dopo, notandomi, mi ha chiesto perché mi brillassero gli occhi. Non ho potuto fare a meno di rispondergli: “da quella terra sono nato e in quella vorrei ritornare; mi manca molto”.

Credo che ci occorra un ulteriore passo in avanti. Negli ultimi anni sono molte le occasioni in cui, non mi stancherò mai di ripeterlo riprendendo una necessità altrettanto spesso ribadita dal mio amico Angelo Minenna, la nostra comunità ha dato segno di “sentirsi popolo”. Di camminare insieme su un percorso comune, di guisa che legittimi orientamenti di appartenenza politica o di schieramento possano costituirsi in un nuovo modo di avvicinarsi ed affrontare le sfide del futuro. Occorre prendere per mano i molti concittadini che si sono assopiti nel torpore sociale degli ultimi trent’anni. Sono quelli che vorrebbero ma non possono sporcarsi le mani, buttarsi nella mischia, portare avanti le proprie idee ed i propri convincimenti, il che non significa necessariamente candidarsi alle elezioni per fare il consigliere o l’assessore. Significa risvegliarsi culturalmente. Significa partecipare. Significa condividere. Significa costruire. Significa criticare e collaborare senza pretendere nulla in cambio, perché l’assistenzialismo ed il favoritismo hanno solo decerebrato i pensieri a favore del pensiero unico dominante. Viene prima il bene comune, giammai l’interesse privato. Per una proprietà transitiva è il soddisfacimento degli interessi collettivi che si porta con sé quelli personali.

Ancora una volta la Proloco Ugento e marine, coadiuvata dall’Amministrazione comunale e da tutti quanti hanno collaborato per questo straordinario evento, dimostrano che si può (anzi si deve!) spingere verso quella rivoluzione di sano civismo che Ugento, Gemini e marine meritano perché occorre dimostrarsi tutti i giorni all’altezza della propria grandezza. Che è fatta di storia, di tradizione, di simboli e valori, di capacità di trasmettere agli altri chi siamo e dove vogliano andare. 

Il percorso è ambientato nella Ugento degli anni Trenta. Uno scenario suggestivo che viene peraltro animato con scene di vita vissuta, mestieri antichi, stornelli e cronache di paese realmente accadute, che è necessario riscoprire. Elementi che si completano poi con la degustazione di prodotti tipici locali ed un’esposizione di mercatini artigianali e contadini (ecco la riscoperta della nostra agricoltura!). Curata dall’Associazione agricola “Ruralia”, su via Della Luce è stata portata l’esperienza di una mostra pomologica di frutti e piante antiche del Salento. Ecco quello che Edgar Morin definisce approccio sistemico: capacità di mettere insieme più elementi per un obiettivo più ampio. Di assoluto valore culturale, sociale e politico. Di grande forza per il passato, per il presente e soprattutto per il futuro.

Un grazie agli oltre centocinquanta attori e figuranti, al direttivo della Proloco, all’Amministrazione comunale, alle forze di polizia, alle associazioni ed a tutti i volontari che hanno dedicato impegno, disponibilità e professionalità a questo magnifico evento. Un grazie alla mia Ugento!

Massimiliano Zecca: un’eccellenza Ugentina nel mondo

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Massimiliano Zecca, sta emergendo come una figura di spicco nel panorama mondiale della robotica applicata alla salute umana. Professore presso la prestigiosa Loughborough University nel Regno Unito, Zecca è riconosciuto a livello internazionale per il suo lavoro innovativo nell’assistenza agli anziani attraverso l’uso di tecnologie robotiche avanzate.

Recentemente, Zecca ha partecipato come relatore alla World Robot Conference in Cina, un evento di primaria importanza nel settore della robotica. Durante il suo intervento, ha affrontato un tema di crescente rilevanza: il ruolo delle tecnologie robotiche nel supporto alla salute e al benessere delle persone anziane. In un mondo in cui la popolazione invecchia rapidamente, la necessità di soluzioni efficaci per sostenere l’autonomia degli anziani e alleviare la pressione sui sistemi sanitari è sempre più urgente. Zecca ha illustrato come i robot, dotati di strumenti avanzati per il monitoraggio della salute e l’assistenza, possano rappresentare una risorsa fondamentale per affrontare queste sfide.

La carriera di Zecca è caratterizzata da un impegno costante nella ricerca e nello sviluppo di soluzioni tecnologiche all’avanguardia ed il suo lavoro è ampiamente rispettato e riconosciuto nella comunità scientifica. Zecca infatti è considerato un pioniere nel campo della robotica per la salute, un settore che sta rapidamente trasformando il panorama sanitario globale.

No possiamo non considerare anche le origini del Prof. Massimiliano Zecca e il suo legame indissolubile con le radici ugentine. Nonostante il successo internazionale, Zecca mantiene un profondo legame con la sua terra d’origine. Suo padre, il dottor Sandro Zecca, è una figura molto conosciuta nella comunità di Ugento, e i successi di Massimiliano sono motivo di grande orgoglio per tutti coloro che lo hanno visto crescere.

Massimiliano Zecca rappresenta un esempio lampante di come talento e dedizione possano portare una persona dalle piccole comunità del Sud Italia a influenzare il futuro della tecnologia su scala globale. Con un piede saldamente ancorato nelle tradizioni e l’altro proiettato verso l’innovazione, Zecca continua a spingere i confini della robotica, con l’obiettivo di migliorare la qualità della vita delle persone, soprattutto quelle più vulnerabili.

Il contributo di Zecca nel campo della robotica per la salute non è solo una testimonianza del suo talento, ma anche un segno tangibile di come la scienza e la tecnologia possano essere messe al servizio del benessere umano. In un’epoca in cui l’innovazione tecnologica è spesso vista con timore, figure come quella di Massimiliano Zecca ci ricordano il potenziale positivo della tecnologia quando guidata da un impegno etico e da una visione umanitaria.

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