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Giovane Ugentino di 25 anni pubblica studio su Nature: un successo prestigioso

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un ugentino sulla prestigiosa rivista “nature”

Leonardo Solidoro, un giovane e talentuoso dottorando dell’Università di Nottingham, ha recentemente raggiunto un traguardo straordinario con la sua partecipazione allo studio apparso su Nature. A soli 25 anni, Leonardo ha contribuito in modo significativo alla ricerca nel campo della fisica, dimostrando non solo dedizione e passione, ma anche un eccezionale talento scientifico.

L’articolo, intitolato “Rotating curved spacetime signatures from a giant quantum vortex”, ha attirato l’attenzione della comunità scientifica internazionale per le sue scoperte innovative nel campo della simulazione dei campi gravitazionali utilizzando superfluidi come l’elio liquido. Apparire su una rivista di così alto prestigio come Nature è un riconoscimento significativo del valore e dell’importanza della ricerca condotta da Leonardo e dal suo team.

Il lavoro di Leonardo si concentra sui simulatori di gravità, sistemi di laboratorio in cui piccole eccitazioni come il suono o le onde superficiali si comportano come campi che si propagano su una geometria dello spazio-tempo curvo. Attraverso questo studio, Leonardo e il suo team hanno dimostrato che è possibile stabilizzare un gigantesco vortice quantico stazionario in elio superfluido 4He, superando le attuali limitazioni in altri sistemi fisici.

Una foto del criostato in cui è stato eseguito l’esperimento

L’importanza di questa ricerca è amplificata dal fatto che Leonardo è un giovane Ugentino, il che aggiunge un ulteriore prestigio alla sua partecipazione a un lavoro così significativo. La sua giovane età sottolinea non solo il suo straordinario talento, ma anche l’eccezionale promessa e dedizione alla ricerca scientifica.

Il successo di Leonardo non solo onora personalmente lui e il suo team, ma riflette anche positivamente sulla comunità accademica italiana nel suo complesso. La sua partecipazione a un lavoro così significativo su una rivista di fama mondiale è una testimonianza del talento e della promessa presenti nella nuova generazione di ricercatori italiani.

Puoi trovare qui l’articolo originale

Franco Antonazzo vola alle fasi nazionali

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franco antonazzo vola alle fasi nazionali

Nella piccola città di Matino, nel cuore della Terra d’Otranto, c’è un giovane pugile che sta attirando l’attenzione di tutti gli appassionati del pugilato: Franco Antonazzo. Pupillo dal rinomato Totò Carafa e supportato dall’esperienza del campione italiano Giuseppe Carafa e dal fratello Antonio, Franco ha dimostrato di essere un talento promettente nella scena pugilistica italiana.

La sua ultima impresa è avvenuta durante la fase eliminatoria dei campionati interregionali a Chianciano Terme, dove ha brillato sul ring, conquistando il pass per le finali dei Campionati Italiani. Affrontando il veneto Cristian Spinelli nella categoria 48kg junior, Franco ha dimostrato il suo valore con una prestazione eccezionale.

Il match è stato un’epica battaglia tra due giovani talenti, ma è stato Franco a prendere il controllo del ring nel secondo round. Con una serie di fendenti precisi e determinati, ha costretto il suo avversario a cedere, facendolo contare e conquistando una vittoria impressionante.

Questa vittoria non è solo un trionfo personale per Franco Antonazzo, ma è anche una testimonianza della dedizione e del duro lavoro del suo team. Giuseppe Carafa ha guidato Franco con maestria, trasmettendogli non solo le abilità tecniche necessarie, ma anche la mentalità vincente che caratterizza i campioni.

Inoltre, la presenza e il supporto del campione italiano dei pesi leggeri all’angolo hanno sicuramente contribuito al successo di Franco. La sua esperienza e la sua saggezza hanno fornito a Franco la fiducia e la determinazione necessarie per emergere vittorioso sul ring.

Questa vittoria rappresenta solo l’inizio di un viaggio emozionante per Franco Antonazzo. Fra un mese, affronterà il suo match più importante fino ad oggi, un momento cruciale nella sua ancora giovane carriera. Ma con la sua determinazione incrollabile e il supporto del suo team, Franco è pronto ad affrontare qualsiasi sfida che il destino gli riserva.

Per la comunità di Matino e per tutti coloro che credono nel talento e nella passione, Franco Antonazzo è diventato un simbolo di speranza e di ispirazione. Il suo impegno e la sua dedizione dimostrano che con duro lavoro e determinazione, è possibile raggiungere grandi traguardi, anche partendo da una piccola città come Matino.

Continueremo a seguire con interesse il percorso di Franco Antonazzo, consapevoli che il meglio deve ancora venire per questo giovane campione in erba.

La minoranza di Ugento esprime solidarietà ai lavoratori Ecotecnica

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Noi consiglieri comunali di opposizione del Comune di UGENTO: Musarò Fabiola, Laura De Nuzzo , Giulio Lisi, Tiziano Esposito ed Ezio Garzia, costernati ancora una volta per il disagio e l’umiliazione cui sono sottoposti i lavoratori di Ecotecnica , esprimiamo loro vicinanza e solidarietà in questa battaglia che stanno affrontando per il rispetto del
Loro sacrosanto diritto alla retribuzione della
Mensilità di febbraio . Sollecitiamo il Sindaco Salvatore Chiga, quale capo dell’amministrazione Del Comune Capofila dell’ARO 10, a porre in essere tutte le azioni a lui spettanti a difesa dei diritti del lavoratori, di prendere in debita considerazione l’istanza avanzata dai Sindacati dei lavoratori di dare “AVVIO DELLA PROCEDURA DI SOSTITUZIONE DI CUI ALL’ART. 30 C.6 D.LGS. 50/2016”.
Noi faremo la Nostra parte .

Questo il comunicato giunto in redazione pochi minuti fa riguardo lo stato di agitazione indetto dai lavoratori Ecotecnica, ancora una volta al centro delle polemiche per il mancato pagamento di diverse mensilità.

Dichiarazione-stato-agitazione-cantieri-prov.-Lecce-18-MARZO-2024-causa-mancati-pagamenti-ECOTECNICA-2

È utile constatare come altri comuni salentini abbiano attivato per tempo la clausola di solidarietà prevista dal codice degli appalti pubblici che permetterebbe di garantire gli stipendi ai lavoratori, ancor più con il periodo pasquale alle porte e famiglie che attendono lo stipendio da ormai due mesi.

Delibera-G.M.-Comune-di-S.M.-in-Lamis

Ricordiamocene quando andremo a votare

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Lo stato di agitazione proclamato nei giorni scorsi dagli operatori ecologici considerato in relazione alla sentenza del Consiglio di Stato su cui si è già scritto sul nostro giornale, ci pone come cittadini dinanzi ad una questione che, a mio modo di vedere, è da analizzabile su due piani distinti: antropologico e civico/politico. Il dato incontrovertibile è che a pagare sia sempre il cittadino, soprattutto quello socialmente ed economicamente più debole. Pagano doppio dazio perché si vedono privati di sacrosanti diritti, che pure sono riconosciuti dalla nostra Costituzione, basti ricordare che di essere una “Repubblica democratica fondata sul lavoro”, e subiscono effetti diretti ed indiretti, personali e familiari. 

Ebbene, l’attuale conflitto sociale, definibile a mo’ di lotta di classe, vede da un lato la struttura triadica impresa-capitale-politica, con il suo silenzio, dall’altro i lavoratori, con le loro legittime proteste. E stupisce infatti come non si sia registrata la presenza di un solo consigliere comunale (quella del Sindaco e del vice – Sindaco è da ritenersi scontata, ma sono risultati non pervenuti!). Di quella del neo – presidente del Consiglio comunale che a quanto pare non ha fatto seguire l’azione agli intenti e agli impegni solenni del suo insediamento. Le proteste meritano di essere ascoltate dalla maggioranza, che ha il diritto/dovere di farsi portavoce anche di chi non l’ha votata (dopo l’elezione diventa un dovere!), e dalla minoranza che dovrebbe in linea teorica affrontare le tematiche per prepararsi ad amministrare. Quanto meno tentare di “fare politica”, facendo sentire che esiste sulle battaglie di civiltà (combattere le battaglie che vanno combattute), evitando di darsi alla latitanza su una problematica che tocca molto profondamente le carni vive dei lavoratori, il loro privato, e poi sull’annosa questione di un servizio di igiene ambientale per il quale vengono annualmente pagati fior di quattrini. Non vi è traccia una trasparente e comprensibile rendicontazione! 

Non occorre scomodare l’antropologia positiva per evidenziare quanto ogni “persona sia importante”, quindi quanto siano rilevanti le sollevazioni degli operatori ecologici che pongono domande di interesse per ogni ugentino e geminiano (il loro servizio riguarda l’intera collettività!), chiedendo di essere ascoltati: «ascoltarsi, osservarsi, osservare il proprio male, affiorano, dunque, come preziosi strumenti per costruirsi e costruire, quelli del “primo io». E sarebbe utile a molti, in primo luogo a chi presenzia il consiglio comunale (sulla “quistione” ambientale maggioranza e minoranza sono assenti ingiustificati!), leggere Laurent Vercken de Vreuschmen con il suo interessante e illuminante “Qualcuno di inadeguato”. Sarebbe un’ottima occasione di riflessione autocritica! Accanto alla vicinanza ed all’ascolto occorrerebbe porsi delle domande evidentemente “politiche”, di guisa che possano comprendersi le ragioni dell’esplosione di una situazione che è di per sé deleteria per la nostra comunità. Occorrerebbe, per esempio, chiedersi chi controlla chi, come, quando e se controlla?

Eppure il solone dell’ambiente, incollato da anni allo scranno del potere, secondo cui i successi (pochi per la verità!) sarebbero merito suo, mentre gli insuccessi (questi si, tanti!) sarebbero addebitabili ai “tecnici”, sciorina obiettivi, trasparenza, onestà e competenze che giammai nei secoli avevano visto luce prima della sua investitura. Sottopone da anni il popolo degli abissi ad una cappa asfissiante che impedisce il libero pensiero e la disinvolta critica politico – amministrativa. I denari che si pagano per il servizio di igiene ambientale corrispondono realisticamente al servizio che viene prestato? Il capitolato d’appalto viene rispettato? Chi dovrebbe verificare prima di versare i canoni pattuiti nel contratto? Quali verifiche sono state compiute dal direttore esecutivo del contratto di primo livello (costo € 26.352,72, oltre IVA e contributi previdenziali) e dai direttori esecutivi di secondo livello (costo totale € 20.000 IVA e CAP compresi)? Perché, sebbene stabilito contrattualmente, alcuni lavoratori ugentini/geminiani sarebbero rimasti a casa a vantaggio di altri lavoratori residenti in altri comuni? Perché, non riusciamo mai ad essere premiati come “comune riciclone”?

Queste e tante altre dovrebbero essere le domande che tutti dovremmo porci, sia per esercitare il diritto di porle, sia perché abbiamo il dovere di porle a chi ci amministra. La Tari è pagata con le nostre tasche ed il futuro non appare roseo essendo verosimile un aumento del 50%.

Alla vicinanza ai nostri concittadini/lavoratori deve accompagnarsi anche l’intervento, serio, responsabile e competente, di tutti i consiglieri comunali che devono incontrarsi in una fedeltà d’intenti, non limitandosi sempre alla mera alzata di mano o alla insignificante ed inutile filippica. È necessario ascoltare queste famiglie in difficoltà, chiedere il rispetto dei diritti contrattuali e l’esecuzione di un servizio pienamente rispondente alle aspettative della cittadinanza, evidenziando ogni responsabilità. Una questione che occorre comprendere perché tocca tutti. Utile e necessaria a non dimenticare. Ricordiamocene quando andremo a votare.

Dichiarazione-stato-agitazione-cantieri-prov.-Lecce-18-MARZO-2024-causa-mancati-pagamenti-ECOTECNICA-

Il parco di via Teano pronto a riaprire

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Il parco di via Teano pronto a riaprire

Nel cuore della comunità di Ugento, il parco giochi di Via Teano è stato a lungo un simbolo di trascuratezza e abbandono. Tuttavia, una luce di speranza sta finalmente spuntando all’orizzonte, poiché si è saputo dell’accordo cruciale tra il GAL e il Comune di Ugento. Questo accordo permetterà all’associazione di subentrare nella gestione del parco, aprendo la strada a un futuro radioso per questo prezioso spazio pubblico.

È stata una lunga strada per raggiungere questo punto. Il consigliere comunale Tiziano Esposito, insieme alla comunità di Ugento, ha sollevato ripetutamente la questione del degrado del parco, evidenziando il suo stato di abbandono e il pericolo che rappresenta per la sicurezza pubblica. Le richieste di intervento urgente sono state accolte con risposte burocratiche che hanno ritardato l’azione, ma finalmente una soluzione è stata trovata.

L’accordo tra il GAL e il Comune di Ugento per estendere il periodo della convenzione, consentendo all’associazione “Amici di Mauro” di assumere la gestione del parco, è un passo significativo verso il recupero di questo spazio vitale. Sebbene al momento non sia stata stabilita una data certa per la riapertura del parco, l’associazione assicura che presto verranno prese le misure necessarie per riportare il parco alla sua piena funzionalità.

Questo accordo non è solo un segno di speranza per il parco di Via Teano, ma è anche un esempio di come la collaborazione tra le autorità locali e le associazioni della comunità possa portare a risultati tangibili e positivi. L’approccio proposto dal consigliere Esposito, che suggerisce di coinvolgere le associazioni locali e la comunità stessa nella gestione del parco, si è dimostrato vincente.

Il parco giochi pubblico non è solo uno spazio per il divertimento, ma è anche un luogo dove i bambini possono sviluppare abilità cruciali per il loro benessere e la loro crescita. È quindi imperativo che il parco di Via Teano venga riaperto e gestito nel migliore dei modi, per garantire un ambiente sicuro e stimolante per i giovani della comunità di Ugento.

Mentre attendiamo con ansia la riapertura del parco di Via Teano, celebriamo questo importante passo avanti e guardiamo al futuro con ottimismo. Grazie all’impegno e alla collaborazione di tutti coloro che hanno contribuito a questa causa, il parco si prepara a rinascere, prontamente ad accogliere nuovamente i sorrisi e le risate dei bambini di Ugento.

Ugento e le sue bellezze a Berlino

Ugento e le sue bellezze a Berlino

Si è conclusa da poco la Fiera Internazionale del turismo a Berlino. Tra le fiere del comparto turistico più importanti al mondo, destinata ai professionisti del settore. Ospitata presso l’area espositiva di Messe Berlin, rappresenta l’intera varietà della filiera turistica. È un importante punto di incontro tra domanda e offerta turistica e rappresenta, per gli operatori del settore, un’occasione per stabilire contatti e instaurare nuove relazioni. La missione è quella di riunire la comunità globale dei viaggi, del turismo e dell’ospitalità attraverso l’implementazione di eventi live di successo a livello globale e di spazi digitali o ibridi completi e lungimiranti. Oltre alla partecipazione all’evento fieristico, unitamente alla delegazione composta da altri amministratori salentini, la nostra assessora al turismo dott. sa Chiara Congedi è stata ricevuta presso il prestigioso Istituto di Cultura Italiana di Berlino.

La partecipazione di Ugento (e di Gemini!), evidentemente voluta dall’Amministrazione comunale, alla quale non può che andare il plauso di tutti, ugentini e geminiani, auspicio acciocché si programmino ulteriori e proficui interventi di eliminazione delle molte criticità presenti sul territorio, stimolo a lavorare nella stessa direzione, si colloca all’interno di un progetto molto più ampio ed ambizioso. Realizzato da Area Interna Sud Salento e finanziato grazie dal POC PUGLIA FESR-FSE 2014-2020 ASSE VI- Azione 6.8Interventi per il riposizionamento competitivo delle destinazioni turistiche”, punta ad una strategia comune per tutti i piccoli centri, non solo nel campo della promozione turistica, ma anche per la mobilità interna e i servizi con lo scopo di migliorare la qualità della vita dei cittadini.

Come cittadini di questa meravigliosa terra occorre impegnarsi affinché si creino condizioni di crescita e di sviluppo culturale prim’ancora che economico. Culturale nel senso di acquisire consapevolezza di ciò che siamo, delle ricchezze e bellezze di cui disponiamo, volano per un futuro tutto da costruire “insieme”. Un vasto patrimonio che occorre proteggere, tutelare e valorizzare attraverso la partecipazione, il sapere, la conoscenza, l’apporto di idee e la collaborazione di tutti.

La nostra Ugento è un’antica città messapica dal mare cristallino. Con i suoi 33mila posti letto e un prodotto interno lordo pari a 253 milioni di euro, sviluppato dalle imprese turistiche, è la terza meta del turismo in Puglia. Tra villaggi, campeggi, hotel, B&B e case vacanze c’è veramente l’imbarazzo della scelta. Motivo per cui occorrerebbero adeguati e aggiornati strumenti di gestione e pianificazione territoriale e commerciale per garantire una governance duratura, sostenibile e profittevole per tutto il territorio. A fare da richiamo sono le magnifiche spiagge di Lido Marini, Torre San Giovanni e Torre Mozza, lambite da una lussureggiante pineta, dune ricoperte da macchia mediterranea, che fanno parte del Parco regionale Litorale di Ugento, che custodisce un’incredibile biodiversità, che bisognerebbe conoscere in primis da tutti i residenti e non. Dal 2022 sventola sulle spiagge la Bandiera Blu, un riconoscimento che premia non solo il mare pulito, ma anche e soprattutto la qualità dei servizi offerti come il servizio di salvamento anche sulle spiagge libere, l’attenzione per la raccolta differenziata e la sostenibilità, sebbene vi sia siano delle problematiche reali che necessitano di essere affrontate in maniera certamente critica, con l’impegno, la responsabilità e la cooperazione di tutti. Sarebbe auspicabile, ad esempio, come peraltro proposto nei mesi scorsi all’amministrazione comunale, l’istituzione di una consulta per il mare e il turismo e soprattutto la predisposizione di un piano di marketing territoriale, strumento utile e necessario alla promozione delle nostre potenzialità e di attrattiva di investimenti per creare occupazione. Se da un lato è fondamentale e doveroso riconoscere l’impegno profuso nel partecipare a questo evento, perché Ugento viene sempre e prima di tutto. Dall’altro è’ necessario non crogiolarsi sugli allori perché l’offerta turistica di Ugento non deve fermarsi soltanto al turismo balneare e naturalistico. Ugento e Gemini sono molto di più. Sono storia, cultura, tradizioni, agricoltura, artigianato, archeologia, pesca e ambiente. 

Nell’antichità e prima della conquista da parte dei Romani, siamo stati un’importante Città Messapica, al centro di scambi commerciali grazie alla posizione strategica occupata sullo Jonio. È di qualche giorno fa la notizia che sulla spiaggia di località Pazze è stato osservato il Fiordaliso di Creta, unica stazione in tutta Italia. Una specie rarissima a forte rischio di estinzione, per cui sono necessarie azioni di tutela della specie. Impariamo a conoscere e a voler bene alla nostra Ugento perché oltre a Berlino ci conosceranno di più in tutto il mondo.

Non diventiamo la nuova terra dei fuochi

Non diventiamo la nuova terra dei fuochi

In una delle ultime audizioni presso la Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su altri illeciti ambientali e agroalimentari, sono emersi interessanti spunti di riflessione che non possono essere trascurati alla luce di quanto siano attuali soprattutto nel nostro scorcio di territorio salentino. Con professionalità e serietà il procuratore capo della Procura della Repubblica di Bari, lo stimatissimo dott. Roberto Rossi, da anni impegnato nella lotta ai crimini ambientali, nel contrasto delle violazioni perpetrate in materia di rifiuti dalla criminalità organizzata, ha evidenziato quanto, purtroppo, anche nella nostra regione, sia attuale parlare di “terra dei fuochi”.

Al pari di quanto accaduto negli anni passati (e tuttora continua a verificarsi sotto il silenzioso omertoso di tutti!), arrivano rifiuti classificati e catalogati in maniera non corretta. In difformità ai principi stabiliti dalla normativa europea e dalla legislazione nazionale. Rimangono cioè “indifferenziati” per poi essere facilmente trasportati e stoccati in grandi capannoni da soggetti senza scrupoli, che opera in nero, il cui obiettivo è disfarsi di materiali che se lavorati e trattati correttamente seguendo le logiche dell’economia circolare, potrebbero essere recuperati e reimmessi nel mercato producendo nuova ricchezza, favorendo la nascita di posti di lavoro e soprattutto tutelando l’ambiente, con meno spreco di materie prime. La delinquenza ambientale prosegue la sua opera incendiando enormi quantitativi di rifiuti indifferenziati, sfuggiti ai sistemi di tracciabilità e di controllo. La combustione non fa altro che produrre sistematicamente diossina che viene immessa nell’aria, creando seri problemi di natura igienico – sanitaria, di salubrità dell’aria e delle matrici ambientali. L’azione delle piogge sul “particolato” non fa altro che depositarlo e quindi sedimentarlo nel terreno. Da qui si traferisce nell’organismo attraverso la frutta, la verdura e le carni degli animali. Anche la nostra terra è ribattezzabile “terra dei fuochi”. Non c’è del resto da meravigliarsi considerato che solo chi è in cattiva fede non scorge la gravità di una situazione gestionale, prim’ancora che ambientale e sanitaria, tutta ed esclusivamente “di connivenza politico-affaristico-amministrativa”, che è inutile nascondere. Oltre alle inchieste giudiziarie che fanno emergere un quadro raccapricciante, ad ulteriore riprova del tracollo politico della gestione del ciclo dei rifiuti concorrono i costi che si riversano sulla TARI, ovvero su ciò che annualmente paghiamo per la raccolta, il trasporto e lo smaltimento dei rifiuti urbani, che tocca le tasche di ogni pugliese. Le notizie apparse sui giornali, alla luce di una recente sentenza del Consiglio di Stato, delineano un futuro tutt’altro che roseo. Nei prossimi mesi, si registrerà verosimilmente un aumento calcolato fino al 50% (se non maggiore!) rispetto ai costi iniziali, che si aggiungerà all’obbligo di pagare tutti gli arretrati dovuti all’adeguamento delle tariffe a partire dal 2021.

Tutto ciò che succede all’ambiente che ci circonda si riverbera sulla nostra salute e soprattutto sui bilanci familiari. Ci sono alcuni elementi interessanti che è necessario cogliere, come cittadini, al fine di poter comprendere di che cosa stiamo parlando e porre in essere comportamenti adeguati e corretti con stili di vita che tengano conto della vulnerabilità di ciò che ci circonda. 

Nel corso della sua udizione il procuratore Rossi evidenzia che ai centri di recupero arriva materiale pessimo, in teoria non dovrebbe essere così. Chi raccoglie rifiuti deve dividerli secondo i principi di tracciabilità. Ma questo non accade, sebbene i cittadini si impegnino a differenziarli. Calza poi l’esempio fornito alla Commissione: “Chi raccoglie dovrebbe fermare chi porta ai centri di smistamento, ad esempio, il 90% di plastica e per il 10% il sacchetto delle banane che non sono state separate”, cioè rifiuti indifferenziati, di qualsiasi tipo. La parte di materiale non recuperabile, teoricamente proveniente dalla raccolta differenziata, viene triturata e classificata con un codice detto “CER”, che ne identifica l’origine e la tipologia. Elemento essenziale su cui bisogna stare molto attenti perché si tratta di materiale che non può andare negli impianti di recupero, che sono pochi e costosi, creando un problema: o va in discarica, ed anche qui ci sono dei costi, oppure come effettivamente accade, viene dato a soggetti che lo trasportano in nero in luoghi ove verrà illegalmente smaltito all’interno di grandi capannoni che vengono puntualmente incendiati con immissioni dannosissime in aria di sostanze inquinanti”. Vi è poi il meccanismo della “doppia squadra”. Una modalità di guadagno per le cosche mafiose, per la quale, accanto a figure legali, vi sono doppie squadre della criminalità organizzata che non lavorano ma prendono soldi. Si tratta dei “colletti bianchi”, i cui crimini sono stati studiati e approfonditi dall’eminente criminologo statunitense Edwin Sutherland. I costi non possono che aumentare. All’imprenditore privato non resta che andare verso il fallimento non riuscendo a pagare le tasse. C’è anche il problema dei ritardi nei pagamenti da parte dei comuni e lo dimostrano i numerosi provvedimenti e sequestri per milioni di euro. E ci sono anche gli sperperi di soldi per favoritismi elettoralistici, che non vede solo chi non vuole vedere. Ma la “terra dei fuochi” ce l’abbiamo anche in casa nostra. Non teniamo la testa sotto la sabbia, guardiamo avanti e non lasciamo che la nostra diventi la “nuova terra dei fuochi”.

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