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Sorprese sulla tassa dei rifiuti. Che farà il nostro Comune? 

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sorprese sulla tassa dei rifiuti

A seguito di una recente sentenza del Consiglio di Stato, si profilerebbe una stangata sulla tassa che paghiamo per il servizio di igiene urbana. Poiché toccherà direttamente le tasche di tutti gli ugentini e geminiani, Ciò che più rileva riguarda un probabile aumento del 50% della Tari. Tradotto in soldoni significa che se per il 2023 sono stati pagati 100 euro, per il 2024 è molto probabile che se ne dovranno sborsare 150. È stata annullata una delibera del 2021 adottata dall’Arera, l’Agenzia di regolazione per l’energia reti e ambiente. A questa delibera, la Regione Puglia si era accodata con un proprio atto amministrativo per dare uniformità all’applicazione del metodo utilizzato per la stesura di quel piano economico – finanziario sulla cui scorta poi ogni Comune definisce quanto ogni contribuente deve esborsare. Tanto il provvedimento dell’Arera, quanto quello regionale, avevano come scopo quello di “contenere” le tariffe, ovvero gli importi che devono essere pagati a quelle imprese che operano nell’ambito del trattamento dei rifiuti (impianti di smaltimento, recupero, lavorazione, etc.) perché altrimenti sarebbero state sottoposte agli incrementi previsti dalle rivalutazioni dell’Istat. Ebbene, i giudici di Palazzo Spada hanno abrogato questa “calmieratura”, per la quale i prezzi venivano definiti (regolati) a livello pubblico, per cui il sistema tariffario è stato ricondotto nel regime di mercato (privatistico!) in cui operano le imprese che gestiscono gli impianti di trattamento dei rifiuti.  

L’Agenzia regionale per la gestione dei rifiuti, composta da tutti i sindaci della Puglia, al cui funzionamento, tra l’altro, contribuiscono tutti i cittadini residenti con il versamento di una quota annuale, se da un lato aveva inizialmente promosso l’applicazione del regime dei cosiddetti «impianti minimi», cioè impianti considerati essenziali per la chiusura del ciclo dei rifiuti, per cui in condizioni sfavorevoli di mercato con eccessiva domanda (molti rifiuti da trattare!) e scarsa offerta (pochi impianti di trattamento!), potevano essere assoggettati ad una tariffazione regolata secondo i criteri di Arera (pubblico!), con una determina di alcuni giorni fa si è determinata per il nostro Centro di selezione e linea di biostabilizzazione con discarica di servizio/soccorso. L’Ager ha infatti rivalutato la tariffa per la selezione e biostabilizzazione, che è passata da euro 42,98 €/ton oltre IVA a euro 61,61 €/ton per il 2022 ed euro 68,75 €/ton per il 2023.

Si è registrato pertanto un aumento rispettivamente del 41,8% per il 2022 e del 11,8% per il 2023. Aumenti che corrono di pari passo con l’indice Generale dei prezzi alla produzione dei prodotti industriali dell’Istituto di Statistica (“ISTAT Rivaluta”). Occorre tenere presente poi che di questi importi, rispettivamente €/ton 0,79, sempre per il 2022, ed €/ton 0,88 per il 2023, sono destinati al cosiddetto ristoro ambientale. Ad accrescere incertezza e timori concorre poi una lettera indirizzata ai sindaci dal direttore di Ager in cui spiega che la sentenza rende «ineludibile l’applicazione della disciplina contrattuale». Il che significa che a valere sono i contratti stipulati con i gestori e non le tariffe fissate da Ager perché nei contratti è previsto un meccanismo di revisione delle tariffe «che si lega all’andamento dell’indice Istat» sui prodotti industriali. Per l’anno anno 2021: +41,8%; per il 2022: +11,6%. Dunque non solo aumenterà la Tari per il futuro, ma occorrerà pagare gli arretrati dal 2021. Per queste ragioni è verosimile che l’aumento sarà all’incirca del 50% rispetto agli attuali importi. Peraltro, l’applicazione degli arretrati e degli aumenti non sarà omogenea sul territorio regionale perché occorrerà tenere conto dei contratti relativi ai singoli impianti.  

Gli ugentini e i geminiani subiranno un aumento rapportato alle tariffe revisionate del gestore del nostro impianto di biostabilizzazione in località Burgesi. La gestione del nostro servizio di igiene ambientale è sotto gli occhi di tutti! Non lo vede solo chi non lo vuole vedere perché sono lapalissiane le criticità e quindi le responsabilità politico – amministrative addebitabili al solone dell’ambiente che negli anni, pur a fronte di carovane di finanziamenti, ha prodotto solo fumo ed insuccessi, inoppugnabili ed innegabili. 

C’è tuttavia una certezza: la revisione tariffaria produrrà un significativo aumento dei costi a carico di ogni ugentino e geminiano. Sarebbe ora che si svegliasse dal torpore apatico in cui si trova da più di vent’anni a questa parte.

La domanda nasce spontanea: che farà il nostro Comune? 

Un consiglio (non richiesto!) potrebbe essere quello di gestire i rifiuti in house providing, una forma di gestione diretta, prevista dall’ordinamento comunitario, che consente di derogare all’obbligo di indire una gara, a condizione che il capitale della società sia interamente pubblico e che sia dimostrata la maggiore efficienza ed economicità della scelta rispetto all’ipotesi del ricorso al mercato. Una dimostrazione che constatati i fallimenti della gestione politico – privatistica, passata e presente, si presenta piuttosto facile da fornire.

Fallisce la Tundo trasporti. Caos a Ugento

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La tranquilla cittadina di Ugento è scossa da un vero e proprio scandalo legato all’affidamento dei servizi di trasporto pubblico estivo e scolastico all’azienda Tundo SPA di Zollino. Il consigliere comunale Tiziano Esposito ha sollevato dubbi e preoccupazioni su un’affidabilità a lungo contestata, e i fatti recenti sembrano dargli ragione.

L’assegnazione del servizio di trasporto estivo pubblico, con una spesa di circa 160 mila euro, è avvenuta attraverso un affidamento diretto, mentre per il servizio scolastico si è optato per una gara aperta. Tuttavia, l’azienda vincitrice, la Tundo SPA, era già coinvolta in una vicenda giudiziaria che sollevava gravi dubbi sulla sua affidabilità, ma l’amministrazione comunale sembrava non aver recepito l’avvertimento, nonostante le decine di articoli sparsi in rete, ripresi anche da questa testata.

La bomba è scoppiata il 15 gennaio 2024, quando la Sezione Fallimentare del Tribunale di Lecce ha dichiarato il fallimento della Tundo SPA, un’azienda con debiti enormi, ben 21.246.059,05 euro. Un colpo duro per il comune di Ugento, che si trova ora a dover fare i conti con le conseguenze di una gestione discutibile.

Il TAR Lecce, già il 20 novembre 2023, aveva dato ragione alla Global Service di Melissano, seconda classificata nella gara per il trasporto scolastico. La Global Service aveva sollevato perplessità sull’aggiudicazione alla Tundo SPA, evidenziando le gravi morosità dell’azienda. Un monito ignorato che oggi si rivela profetico.

La Tundo SPA ha continuato a operare fino all’ultimo, svolgendo regolarmente il servizio di trasporto, mentre nel “Palazzo” comunale sembrava regnare l’ignoranza. Le domande ora sono molte e ineludibili: il servizio viene svolto in che condizioni? L’azienda fallita è ancora autorizzata a trasportare i nostri figli? Sono garantite le dovute coperture assicurative?

Il consigliere Esposito solleva anche la questione dei mezzi di proprietà del Comune, depositati presso i locali della Tundo SPA. Una situazione che, secondo lui, avrebbe dovuto far scattare l’allarme già da tempo, soprattutto considerando le segnalazioni su disservizi e criticità legate all’azienda presenti sui social media.

In un momento in cui la sicurezza e l’affidabilità dei servizi pubblici sono più che mai cruciali, la vicenda della Tundo SPA mette in luce una serie di questioni gravi e irrisolte che coinvolgono direttamente l’amministrazione comunale di Ugento. La trasparenza e la tempestività delle decisioni prese sono ora al centro di un acceso dibattito, mentre la comunità guarda con preoccupazione al futuro dei servizi essenziali.

Naturalmente non possiamo far altro che osservare la coincidenza di vedere diverse aziende di Zollino (di Zollino è anche la Imago, coop che gestisce il museo di Ugento sempre in assegnazione diretta dal comune, oltre all’azienda di cui era socio il presidente del consiglio comunale Vincenzo Scorrano, con il quale ha ricevuto 3200 euro dal comune di Ugento nel 2022, nell’ambito del progetto “comunità in movimento”) ricevere ingenti somme di denaro pubblico assegnate in maniera diretta nel comune di Ugento. La domanda che ci facciamo rimane sempre quella, cosa c’è di tanto speciale a Zollino?

DUBBI E PREOCCUPAZIONI SUL TRASPORTO PUBBLICO E SU QUELLO SCOLASTICO
Cari concittadine e concittadini,
come ben saprete, il servizio di #trasporto estivo pubblico e quello scolastico, #Ugento, veniva assegnato all’azienda Tundo SPA di Zollino.
L’affidamento del servizio di trasporto estivo pubblico è costato circa 160 mila euro alle casse comunali, assegnato con un affidamento diretto.
Invece, il servizio scolastico veniva assegnato in conseguenza di una gara aperta, la cui aggiudicataria risultava essere sempre, la Tundo SPA, piuttosto che la Global Service, con sede in Melissano. Il costo di detta aggiudicazione sopportato dalle casse dell’Ente ammonta ad euro 173.937/00, per il servizio svolto da settembre 2023 e sino a tutto il 2024. Per l’anno 2025, il costo da sosteneresi sarebbe pari ad euro 125.235/00.
Fin qui, nulla di anomalo se non fosse che, l’azienda, già da diverso tempo, risultava essere coinvolta in una vicenda giudiziaria, tanto che sin dai primi giorni, non pochi dubbi venivano sollevati, circa la sua affidabilità.
Naturalmente è stato un epilogo che non ha sorpreso nessuno, tranne forse, l’Amministrazione comunale! Ma i forse, i se ed i ma, sono davvero tanti in tutta questa vicenda!
Che la Tundo Spa non navigasse in floride acque era un fatto risaputo. Che, però, la stessa azienda avesse debiti sparsi non soltanto con privati ma, addirittura, anche con l’Agenzia delle Entrate, forse, un po’ meno.
E che debiti, visto che si trattava di ben 21.246.059/05 euro!!!
Sicuramente, il servizio di trasporto estivo pubblico a Ugento è stato un passo importante per migliorare la mobilità della comunità locale, anche al fine di promuovere il turismo nella regione. Così, come l’importante impiego di mezzi, messo a disposizione per il servizio scolastico comunale.
Ma il pericolo segnalato e disatteso, non si è fatto attendere.
‼️In data 15/01/2024 la Sezione Fallimentare presso il Tribunale di Lecce ha DICHIARATO IL FALLIMENTO della TUNDO SPA di Zollino‼️.
Va evidenziato che, in data 20 novembre 2023, il TAR Lecce dava ragione alla Global Service di Melissano, arrivata seconda alla gara per il trasporto scolastico. Questi, avanzava perplessità circa l’aggiudicazione della gara da parte della Tundo SPA, stanti le gravi morosità di quest’ultima.
Insomma, c’era da aspettarselo! Oggi, tutti questi fattori hanno certamente lasciato il segno.
Questa mattina gli autisti della Tundo SPA hanno svolto regolare servizio. Mentre, nel “Palazzo” comunale non sapevano nulla!!! 👀
A questo punto le domande sorgono spontanee e sono d’obbligo:
📌 il servizio viene svolto a che titolo?
📌 la ditta Tundo SPA, oggi dichiarata fallita, è autorizzata a svolgere l’attività di trasporto dei nostri figli? Sono garantite le dovute coperture assicurative?
📌 che fine hanno fatto i mezzi di proprietà del Comune, depositati presso i locali della TUNDO SPA?

il post di tiziano Esposito

Il consiglio di stato condanna il Comune di Ugento

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annullata illegitimamemnte una licenza commerciale a lido marini

Il 12 gennaio 2024, il Consiglio di Stato ha emesso la sentenza N. 00407/2024REG.PROV.COLL., pronunciandosi su un ricorso in appello presentato da Impegno Popolare, una società cooperativa a responsabilità limitata. La sentenza ha riguardato l’annullamento di una licenza commerciale da parte del Comune di Ugento e ha portato a una significativa riforma della decisione del Tribunale amministrativo regionale per la Puglia.

I Fatti

La vicenda ha avuto inizio con il Comune di Ugento che, in autotutela, ha annullato la licenza commerciale concessa alla società cooperativa Impegno Popolare per l’esercizio del commercio su un’area pubblica. La revoca è stata motivata dalla precedente soppressione del posteggio assegnato alla cooperativa, situato in un’area demaniale marittima. Tale revoca è stata contestata dalla cooperativa, che ha presentato ricorso al Tribunale amministrativo regionale.

La Decisione del Tribunale

Inizialmente, il Tribunale amministrativo regionale per la Puglia ha respinto il ricorso, tranne per la richiesta di indennizzo da revoca legittima. La sentenza ha ritenuto infondate le censure procedimentali e sostanziali avanzate dalla cooperativa, sostenendo che le ragioni della revoca erano legittime.

La Sentenza del Consiglio di Stato

L’appello presentato da Impegno Popolare è stato accolto dal Consiglio di Stato, che ha riformato la decisione di primo grado. La sentenza ha evidenziato alcune criticità nel procedimento adottato dal Comune di Ugento. In particolare, il Consiglio di Stato ha sottolineato che la revoca del posteggio e, di conseguenza, dell’assegnazione della licenza commerciale doveva essere preceduta da un adeguato contraddittorio procedimentale. La mancanza di partecipazione della cooperativa nel processo decisionale è stata ritenuta una violazione dell’art. 7 della legge 7 agosto 1990, n. 241.

Gli Aspetti Rilevanti

La sentenza ha enfatizzato che la revoca del posteggio non poteva considerarsi un atto generale di carattere programmatico ma aveva inciso direttamente sulle determinazioni specifiche del documento programmatico del Comune. Pertanto, la procedura di revoca doveva rispettare le garanzie partecipative previste dalla legge generale sul procedimento amministrativo.

Le Implicazioni

Con questa sentenza, il Consiglio di Stato ha dichiarato la non conformità della procedura adottata dal Comune di Ugento e ha annullato gli atti connessi alla revoca della licenza commerciale. La cooperativa Impegno Popolare sarà ora autorizzata a esporre le ragioni per la compatibilità della propria attività con l’area originariamente individuata dall’amministrazione comunale.

Questa decisione del Consiglio di Stato dimostra l’importanza del rispetto delle norme procedurali nelle decisioni amministrative. La sentenza sottolinea il ruolo cruciale del contraddittorio procedimentale e della partecipazione degli interessati nelle fasi decisionali, evidenziando la necessità di bilanciare gli interessi pubblici con quelli privati.

Ancora problemi per i lavoratori Ecotecnica

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ancora problemi per i lavoratori ecotecnica

Un’ondata di scontento e preoccupazione si sta diffondendo tra i lavoratori della ditta Ecotecnica, appaltatrice dei servizi d’Igiene Ambientale nei comuni dell’Aro Le/3-4 nella provincia di Lecce, a seguito del mancato pagamento della tredicesima mensilità. In una dichiarazione ufficiale, i dipendenti esprimono la loro frustrazione e chiedono un intervento urgente per garantire i loro diritti.

Secondo quanto stabilito dall’art. 31 del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL), la tredicesima mensilità doveva essere erogata entro il 20 dicembre dello scorso anno. Tuttavia, a oggi, i lavoratori non hanno ricevuto alcun pagamento, alimentando crescenti preoccupazioni sulla stabilità finanziaria delle famiglie monoreddito dei dipendenti.

La situazione si è ulteriormente complicata il 15 gennaio 2024, quando, secondo quanto previsto dall’art. 30 del CCNL, avrebbe dovuto essere erogata la mensilità di dicembre. La mancanza di comunicazioni ufficiali da parte dell’azienda ha intensificato le preoccupazioni, lasciando i dipendenti nell’incertezza riguardo al proprio futuro finanziario.

Di fronte a questo scenario, i lavoratori hanno dichiarato ufficialmente lo stato di agitazione e hanno rivolto una richiesta urgente alla Confindustria, chiedendo l’applicazione dell’art. 2 della legge n. 146/90, noto come “Procedure di raffreddamento”. Tale normativa prevede un periodo di mediazione tra le parti coinvolte in situazioni di tensione, con l’obiettivo di raggiungere una soluzione negoziata.

Nella stessa comunicazione, i lavoratori pongono all’attenzione delle autorità sindacali e aziendali tre punti chiave:

  1. Rispetto delle date di erogazione delle mensilità;
  2. Situazione dei versamenti del TFR ai Fondi Complementari Esterni e delle rate non versate alle Banche e Finanziarie;
  3. Pagamento delle rateazioni ai lavoratori ex-dipendenti per il TFR non saldato nei cantieri di Corigliano, Cursi e Melendugno.

Il comunicato si conclude con le firme autografe dei rappresentanti sindacali FP-CGIL, FIT-CISL, UILT, UIL, e FIADEL, che sottolineano l’unità e la determinazione dei lavoratori nel perseguire i propri diritti.

In una missiva separata, il sindacato FALPIS, rappresentato da Cosimo Scarlino, ha sollecitato per l’ennesima volta una riunione urgente con le autorità locali, i rappresentanti di Ecotecnica e il responsabile del settore ambiente, Massimo Lecci. La richiesta evidenzia l’importanza di un dialogo costruttivo per affrontare le problematiche in atto e trovare soluzioni condivise per garantire la stabilità del settore e dei lavoratori.

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Ugento l’isola felice del calcio pugliese

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L’appassionante cavalcata dell’Ugento Calcio in questo campionato ha affascinato tutti coloro che seguono con entusiasmo questa avventura sportiva. In un contesto in cui altrove si verificano episodi poco lusinghieri per il mondo del calcio, l’Ugento ha dato vita a un’esperienza di forza che coinvolge sempre più l’intera comunità.

Il capitano David Ruiz che guida la squadra nei festeggiamenti post partita

Gli ultras, sempre più numerosi e instancabili nel loro supporto, insieme ai tifosi di sempre e ai giovani che vivono questo sogno con occhi pieni di meraviglia, creano un legame speciale con la squadra. È essenziale non dimenticare la vera realtà dell’Ugento Calcio, una squadra provinciale che, sin dall’inizio, ha sfidato le “big” con passione e tenacia, compensando il divario tecnico con il cuore.

La società stessa ha dimostrato tenacia nel credere in un nuovo progetto, affrontando le sfide di un campionato contro squadre più attrezzate e città di maggiore respiro. Una differenza di competenza ma anche di stile, che mai come in questa giornata si staglia in tutta la sua nettezza. Un low profile quello intrapreso dall’Ugento Calcio che appare antitetico allo stucchevole protagonismo della dirigenza del Manduria Calcio, che pochi minuti dopo l’ultima sconfitta ha annunciato le dimissioni in blocco, attraverso i canali social del presidente Vinci.

Tuttavia, la luce positiva che emana dall’Ugento è in netto contrasto con gli spiacevoli episodi verificatisi altrove.

A Sava e Ginosa, durante le partite di Manduria e Racale, si sono verificati incidenti deplorevoli. L’ex allenatore dell’Ugento, Andrea Salvadore, è stato aggredito da un tifoso a seguito della sconfitta del Manduria contro il Novoli. Nel secondo caso, durante la partita tra Ginosa e Racale, una rissa è scoppiata tra il massaggiatore del Ginosa e un giocatore del Racale, culminando in un violento pugno al volto dell’operatore sanitario.

È interessante notare come nello stesso momento si stesse consumando un potenziale dramma sportivo per l’Ugento Calcio. Un gol di Medina, apparentemente regolare, è stato annullato per presunto fuorigioco, generando un grave errore tecnico da parte della terna arbitrale e portando l’Ugento in svantaggio poco dopo.

Nonostante ciò, i giocatori in campo sono riusciti a recuperare, supportati da un tifo appassionato ma corretto che ha continuato a sostenere la squadra nonostante un arbitraggio discutibile. Anche i bambini sugli spalti hanno partecipato all’emozione, creando un’atmosfera che ha raggiunto l’apice al novantesimo minuto, con la notizia della sconfitta del Manduria e l’Ugento a +7! Una felicità che ha coinvolto tutti con un piccolo carosello di auto suonanti che ha proseguito fino al centro del paese.

Il piccolo tifoso vincitore della lotteria domenicale dell’Ugento Calcio

L’Ugento Calcio si trova ora in una posizione inaspettata, ma il merito è tutto suo. Il primo posto in classifica, con un ampio margine, è il risultato di sacrifici dentro e fuori dal campo. Giocatori, staff e dirigenza inseguono un sogno comune: la Serie D. Questa squadra e la sua comunità dimostrano il lato più bello del paese, fatto di passione, competenza, generosità e volontà di contribuire al bene di tutti. Ma è anche la dimostrazione che Ugento ha una grandissima potenzialità da esprimere, fatta di centinaia di persone, famiglie, ragazzi, che ogni domenica si ritrovano al campo per condividere una sana passione che mai come quest’anno è anche un vero e proprio collante sociale.

L’incendio giallorosso, alimentato da questa fiamma, sta crescendo di domenica in domenica, trasformando la stagione dell’Ugento in un’avventura straordinaria da leggere negli occhi dei nostri piccoli tifosi, i veri “patron” di questa squadra.

Ugento che cresce nella riscoperta della tradizione culturale

A Caremma pizzicotta, face u casu e la ricotta

e li face scusi, scusi cu nu lla vitine i carusi,

e li face chianu chianu, cu nu lla vite u guardianu.  Cit.

Una rima pregna di quel significato storico e culturale che a mio modo di vedere è stato ben colto dalla Proloco Ugento e marine e dall’Associazione culturale Gemini, che con il concorso “Premiamo la caremma più brutta” intendono rispolverare questo antico costume, premiando la Caremma più simpatica, più originale, più grande … la Caremma più insomma. Concluso il periodo natalizio, a mio modo di vedere è fondamentale continuare a stimolare i cittadini con momenti di rivitalizzazione (Ugento, Gemini e marine!), creando dinamiche di incontro sociale e di scambio culturale lungo la scia della tradizione dei costumi locali.

Un’antichissima tradizione vuole che la Caremma venisse realizzata in tutto il territorio comunale due volte all’anno. La prima, la più conosciuta, durante il periodo che precede la Pasqua e la Settimana Santa; per la seconda, invece, le Caremme erano preparate vicolo per vicolo, oppure casa per casa già a gennaio, subito dopo la festa di San Vincenzo, patrono di Ugento e dell’intera diocesi (la mia mamma segue questa linea!). In questo caso, la Caremma aveva valenza di protezione per le famiglie che abitavano in quella strada e, soprattutto, per la famiglia che l’aveva realizzata ed appesa sul proprio terrazzo: protezione da sciagure, malanni, ingiurie e respingimento di ogni male. Questa Caremma poi veniva issata sulle tante focareddhre che animavano la festa del 19 marzo, la festa di San Giuseppe a conclusione di un rito che doveva appunto bruciare definitivamente ogni forma di negatività e portare ad un periodo di meditazione e rinascita. 

Questa nostra tradizione s’innesta in quella più generale per la quale, storicamente la Caremma viene appesa sin dalla prima domenica di Quaresima e lì rimane fino a Pasqua, quando esattamente a mezzogiorno viene fatta esplodere e bruciare, come un rito pagano di esorcizzazione. Il rito del rogo della vecchia si accompagna a quello della “purificazione” che avviene nelle case, un rito che a dir la verità oggi compiono solo i più tradizionalisti o i più anziani. Consiste nell’aprire la porta di casa e “scacciare” il demonio con queste parole ”Essi tristu e fanne trasire Cristu!“, che vuol dire “Esci malvagio e fai entrare Cristo!” dopo di che il capo famiglia dava il via ai festeggiamenti e la tavola veniva addobbata a festa. È simbolo anche dell’attesa. Il suo abito nero la rende poi ancora più inquietante e soprattutto ai bambini incute terrore e spavento. Secondo i significati tradizionali, ogni suo elemento esprime un simbolo: il nero perché in lutto; nella mano destra regge il fuso e la lana da filare per indicare il tempo che trascorre tra le faccende quotidiane; nella mano sinistra un’arancia amara, come la sofferenza, nella quale sono conficcate sette piume di gallina a simboleggiare o i sette peccati capitali o le sette settimane che dividono dalla Pasqua e dalla purificazione; ogni settimana viene tolta una piuma fino al giorno della Resurrezione, quando la caremma appesa ad un palo veniva appunto completamente bruciata. Il nuovo ciclo di vita rigenerato poteva così ricominciare (avviene così ad esempio a Gallipoli, Alessano!). 

Si diceva dell’attesa. 

Il giorno di Pasqua, atteso come il giorno della liberazione, è quello in cui finalmente la vecchia strega non sarà più visibile e non potrà più nuocere (anche se solo nell’immaginario) a nessuno. Simbolo quindi della penitenza quaresimale, il grande cammino interiore della purificazione dal peccato e dagli eccessi del Carnevale appena passato. Peraltro, la tradizione popolare vuole che la caremma rappresentasse la moglie del Carnevale morto il Martedì Grasso, la cui appensione avveniva il Mercoledì delle Ceneri per tutto il periodo della Quaresima. La sua figura vuole ancora ricordare ai cristiani il periodo di penitenza e di digiuno che precedeva la Pasqua. 

Un ringraziamento è doveroso ai sodalizi organizzatori e a tutti i volontari per questa brillante occasione di riscoperta dei nostri costumi e delle nostre tradizioni. Aspettiamo il bando ed il regolamento di partecipazione. Non ci resta che sfidarci numerosissimi nel creare ognuno la propria caremma, sforzandoci di farla quanto più brutta possibile. Buona caremma a tutti. 

La legge “Codice Rosso”

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Secondo la Dichiarazione dei diritti umani, quello alla vita ne rappresenta uno di quelli
inalienabili che ogni essere umano possiede. A quanto pare, una notevole quantità di
uomini, in particolar modo in questo periodo, sembra sia convinto del fatto che possa
avere il potere su questo diritto, dal momento che la decisione ultima sul consentire di
lasciare il dono della vita nelle mani della donna che ha accanto o toglierlo per sempre
spetta a lui. La violenza contro le donne rappresenta un problema di salute di proporzioni
globali enormi. Nel corso di quest’anno, sono arrivati a più di100 i femminicidi in Italia.
Teresa, Pinuccia, Chiara, Gessica, Malaj, Giuseppina, Agnese, Norma, Giulia, sono solo
alcuni dei nomi di donne e quest’anno più della metà, la cui vita è stata spezzata.
Massacrate da mariti, fidanzati, compagni ed ex, amanti, figli o vicini di casa, per le “solite”
ragioni, inaccettabili: gelosia, possesso, incapacità di accettare la separazione o le libere
scelte delle partner, vendette, dimostrazione di potere, più raramente per questioni
economiche. Secondo l’Istat, nel 2022 il numero delle vittime di genere femminile è stato
segnato a 120, di cui l’ultima in ordine temporale il 24 dicembre. Una scia di sangue che
non accenna a fermarsi. La legge 19 luglio 2019, n. 69, nota come “Codice Rosso”, della
Repubblica Italiana, rafforza la tutela di tutti coloro che subiscono violenze, per atti
persecutori e maltrattamenti. Il nostro Codice penale, nel Libro Secondo, presenta delitti in
particolare, contro la persona e la libertà individuale, tra cui: maltrattamenti contro familiari
e conviventi; violenza sessuale, aggravata e di gruppo; atti sessuali con minore;
corruzione di minorenne; atti persecutori; lesioni personali aggravate da legami familiari e
deformazione dell’aspetto della persona mediante lesioni permanenti al viso. Inoltre, tanti
sono i servizi offerti oggi, per la tutela e salute delle donne in difficoltà, dal chiamare il 112,
piuttosto che il pronto soccorso, consultori, centri antiviolenza mediante siti web del
Dipartimento delle Pari opportunità, o telefonando il numero antiviolenza e anti-stalking
1522, o utilizzando l’App YouPol, collegata direttamente con la Polizia di Stato.
Evidentemente però, non sono sufficienti, visto che una gran percentuale di donne non
denuncia. Solo il 10% ha denunciato alla polizia l’episodio di violenza più grave subito dal
partner, percentuale che scende al 13% per i casi in cui l’aggressore non era il partner. I
motivi di questa reticenza sono stati il senso di vergogna e di imbarazzo, mancanza di aiuti
effettivi, non avere nessuno con cui parlare o essere accompagnati nella scelta di fare un
passo così importante. Una donna su tre, il 27 %, ha subito violenza fisica e/o violenza
sessuale dai 15 anni in su, percentuale che sale al 33% nei casi di violenza psicologica. A
questo punto quindi, su cosa dobbiamo puntare la nostra attenzione? Una pena severa e
giusta? Fare giustizia da soli? Cosa farebbe un uomo per proteggere sé stesso o un padre
la propria figlia, un fratello la propria sorella, un figlio la propria madre? Esistono ancora
mariti, fidanzati, compagni in grado di proteggere la donna che hanno accanto? Ma
soprattutto: cosa deve fare una donna per vivere libera da ogni paura e non temere la
mano dell’uomo che inaspettatamente la aggredirà (anche se spesso di inaspettato non
c’è proprio niente)? Di giusto non c’è poi così tanto in questa società. Ci si ritrova spesso,
in qualche località del nostro Paese, a riunirsi per, ormai, le famosissime fiaccolate.
Quanto è triste sapere già lo scenario: lui uccide lei, la comunità si riunisce per una
fiaccolata, minimo due famiglie distrutte, si dipingono di rosso nuove panchine ed i social
ne parlano per qualche settimana e man mano si smetterà di farlo, fino a quando non
accadrà ancora. Non sarebbe meglio educare oggi gli adulti del futuro anziché punirli una
volta diventati tali? Certo, nessuno garantisce che l’educazione fornita ai bambini sia
realmente giusta e corretta, un compito estremante difficile per genitori ed insegnanti.
Viviamo in una società troppo omologata che non è più “viva”. Una società viva, infatti, ha
bisogno di persone capaci di pensare fuori dagli schemi e fare cose eccezionali, e questo,
oggi, manca.

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