Il panorama calcistico della Puglia è pronto ad accogliere l’entusiasmo il terzo turno della Coppa Italia di Eccellenza. Con sette squadre in gioco, la competizione si profila come una delle più accattivanti e discusse dell’anno. Tuttavia, ci sono diverse particolarità e modalità di svolgimento che rendono questo terzo turno unico e affascinante.
Per ragioni geografiche, il torneo sarà caratterizzato da un intrigante triangolare tra Foggia Incedit, Molfetta Calcio e Unione Calcio Bisceglie. La decisione di organizzare un triangolare rappresenta un’innovativa soluzione per gestire la sfida tra queste squadre di spicco, considerando la loro vicinanza geografica e la necessità di ridurre gli spostamenti. Un formato che promette di offrire un’esperienza calcistica avvincente e accessibile ai tifosi locali.
La squadra che conquisterà la vetta del mini-girone sarà ammessa direttamente in finale. Con un’occasione così ambita a portata di mano, l’agonismo e la determinazione delle squadre coinvolte sicuramente raggiungeranno livelli altissimi, rendendo ogni partita di questo triangolare un momento cruciale per il destino della Coppa Italia di Eccellenza Puglia.
Allo stesso tempo, altre quattro squadre, Arboris Belli, SSD Massafra, Ugento Calcio e UG Manduria, si sfideranno in emozionanti incontri ad eliminazione diretta, con gare di andata e ritorno. Questo formato classico, che ha resistito alla prova del tempo nel mondo del calcio, aggiunge un elemento di suspense e incertezza al torneo. Le squadre coinvolte dovranno dimostrare la propria forza in due sfide a tutto campo, con l’obiettivo di guadagnare il diritto di avanzare nel torneo e competere per la prestigiosa Coppa Italia di Eccellenza Puglia. Ci saranno poi le finali nazionali. La vincente delle finali nazionali avrà accesso diretto alla serie D. Negli anni sono state molte squadre pugliesi a vincere il titolo nazionale a dimostrazione della elevata qualità del calcio pugliese.
Le attese per le gare di andata, programmate per il 2 novembre, sono alte. I tifosi e gli appassionati di calcio aspettano con trepidazione le sfide che vedranno Foggia Incedit contrapporsi a Molfetta Calcio, Arboris Belli sfidare SSD Massafra e Ugento Calcio incrociare i guantoni con UG Manduria. In queste partite, la strategia, la determinazione e la abilità tattica saranno messe alla prova, mentre i giocatori cercheranno di dimostrare la loro superiorità sul campo e conquistare un posto nelle fasi successive del torneo.
Il terzo turno della Coppa Italia di Eccellenza Puglia si prospetta come un evento imperdibile nel calendario sportivo della regione. Con una combinazione unica di formati di competizione e la partecipazione di squadre di alto livello, i tifosi possono aspettarsi un coinvolgimento appassionato e un’azione emozionante che farà battere i loro cuori più velocemente. L’emozione del calcio è viva e vegeta nella Puglia, e questo terzo turno è destinato a essere una testimonianza di ciò.
La divertente impresa di due salentini, Gianni Gianfreda e Diego Fersini che accerchieranno l’Adriatico. Dall’Albania attraverso i Balcani per rientrare a Santa Maria di Leuca, oltre 2400 km in sella, tanto divertimento e tanta vivacità
Diego Fersini e Gianni Gianfreda si sono incontrati un po’ per caso, uniti dalla passione per la mountain bike: appassionati di bici, vogliono sfidare se stessi e fare un viaggio alternativo per questo ottobre-novembre 2023. Da Lecce in treno verso Bari, traghettare sino a Durazzo per iniziare a girare tutto l’Adriatico pedalando.
Dall’Albania, passando per il Montenegro e la Bosnia Erzegovina, attraversando le meravigliose coste della Croazia giungeranno alle porte dell’Italia orientale toccando città come Trieste, Venezia, Rimini, Pesaro, Ancona, Pescara, Manfredonia, Trani, Barletta, Bari, Brindisi, Lecce, Gallipoli fino a giungere nella loro terra natia, Santa Maria di Leuca.
Li incontriamo in questa intervista per saperne di più.
Com’è nata l’idea di questo biketrip Sciamudeddai
“E’ stata una mia idea e ho coinvolto subito Diego” così ci racconta Gianni “Amo sfidare me stesso e toccare con mano quanto, la forza della mente e della volontà, possono portarci verso traguardi impensabili. L’idea di questo viaggio risale a luglio, volevo partire solo e così…su due piedi ed una bici, nel giro di dieci giorni”, sorride Gianni: “Meno male che è intervenuta prontamente mia moglie Sandra – come farei senza di lei, la mia componente razionale – che mi ha tassativamente vietato di partire!! A parte gli scherzi, Sandra è sempre stata determinante nella mia esistenza ed anche in questo caso, è stata lei a prospettarmi un’impresa più strutturata a cui dedicare il giusto tempo necessario sia per l’organizzazione logistica-materiale ma anche mentale e fisica. E ho pensato fosse giusto così…e poi è arrivato Diego”.
“Si, è stato Gianni a coinvolgermi!” sorride compiaciuto Diego Fersini “il giro dell’Adriatico me l’ha proposto Gianni, così per caso. Una sera, mi trovavo a Presicce e ricevo una telefonata. Dall’altro capo della linea, mi si presenta un certo Gianni Gianfreda e mi dice “Diego, guarda, dobbiamo fare un viaggio incredibile, pazzesco, che resterà nella storia”. Ero un po’ spaesato, insieme a lui c’era anche sua moglie, Sandra, la proposta è stata di entrambi “Vuoi venire con me, voglio fare il tour dell’Adriatico, partiamo dall’Albania, faremo tutti i Balcani per poi rientrare in Italia e tornare giù a Leuca, in bici”. Non ho pensato due volte a dire sì” continua ancora Diego “Ho scoperto che con la bicicletta riesco ad unire la passione per questo sport con quella per i viaggi, che mi hanno trasmesso sin da piccolo i miei genitori, camperisti all’avventura da sempre. Viaggiare on the road credo che sia realmente l’unico modo per vivere un viaggio a 360 gradi: ti “abbandoni” all’esperienza che vivi, può succedere di tutto, ed è proprio questo vivere “hic et nunc” che mi entusiasma. Che sia in bicicletta a piedi, non importa, è bellissimo viaggiare in questo modo. Ecco perchè la proposta di Gianni l’ho trovata fantastica e ho accettato immediatamente! Per fare questo genere di avventure ci vuole quel pizzico di sana follia e questo invito non potevo lasciarmelo sfuggire, che potevo fare? Non avevo mica alternative” continua compiaciuto Diego.
Come mai proprio questo giro dell’Adriatico
“L’idea è stata mia” racconta Gianni. “Inizialmente non sapevo esattamente dove andare ma sapevo che volevo fare un viaggio in bici. Il giro d’Italia mi sembrava abbastanza scontato, il giro della Sicilia non mi convinceva del tutto, a sensazione mi dava “poco”, così ho iniziato a pensare a qualcosa da circumnavigare. Non avendo trovato terre, mi sono detto “Vediamo un po’ se riusciamo a “circummareggiare” il mare, volevo chiudere un cerchio! Ed ecco che è nato il giro dell’Adriatico!”.
Diego, per te è la seconda esperienza, dopo la prima del 2022… ti va di raccontarcela?
“Assolutamente si!” inizia a raccontare Diego. “Lo scorso anno feci Milano – Leuca in bicicletta, nel 2018 la Via degli Dei, poi una parte della Via Francigena; ho già girato in lungo ed in largo tutta la Puglia…insomma in bici mi sono mosso un bel po’. In particolare nel 2022 ho vissuto una delle mie più belle e indimenticabili esperienze, unica direi: è stato un viaggio in solitaria, all’avventura più totale, non me ne fregava di niente e di nessuno! Partendo da Milano, ho attraversato l’Italia, fino a Leuca. Ho pedalato e goduto il viaggio. Sapevo che giornalmente dovevo fare i miei 100 km: la mattina pedalavo e nel pomeriggio visitavo i vari luoghi nei quali arrivavo. Ho conosciuto posti magnifici ma soprattutto tante persone: ciclisti appassionati come me ma anche tanta gente che ha voluto far sentire la sua vicinanza. Non sono mancate le disavventure: mi sono perso, alcuni cani mi hanno inseguito, niente che non avessi già messo in conto! Prima di partire il timore c’è, il pericolo è sempre dietro l’angolo ma la carica e l’energia che questa esperienza dà … bhè mi fa proprio consigliare a chiunque questo genere di viaggio!”.
Gianni, la sfida è ardua e a livello fisico c’è un impegno… non indifferente.
“E’ vero, non è un’attività semplice da gestire” conferma Gianni che nella vita è dottore in scienze motorie, chiropratica, fisioterapista, osteopata, posturologo “innanzitutto ci auguriamo di non trovare condizioni metereologiche avverse, anzi ci auguriamo che il meteo sia a noi favorevole! Tutto il nostro corpo sarà messo a dura prova fisica. Le principali criticità, dal punto di vista fisico, con cui dovremo fare i conti, sono innanzitutto la postura e la compressione della sella. E’ infatti importantissimo scegliere una buona sella e valutare, insieme al biomeccanico, la corretta postura e configurazione, perchè la muscolatura perineale, se sottoposta costantemente a carico, va in ischemia”. Continua “un altro aspetto di cui tenere conto è la posizione della guida in bicicletta perché non è una posizione fisiologica. Proprio per questo abbiamo scartato la gravel che produrrebbe una iperestensione del collo provocando un’attivazione eccessiva della muscolatura cervicale preferendo piuttosto una bici con una posizione più comoda e rilassata che permette anche di guardarci attorno, godendoci il paesaggio che scopriremo lungo il nostro percorso. Percorreremo molti km e nelle lunghe distanze, anche una piccola alterazione posturale viene amplificata nel tempo. Le articolazioni che vengono sollecitate sono ginocchia e anche, maggiormente le prime. Molti ciclisti infatti soffrono di iperpressione rotulea dovuta ad una posizione della sella scorretta. Le cartilagini potrebbero infiammarsi a lungo termine. Nei lunghi viaggi, come il nostro, è bene portare con sé un integratore di cartilagine e dei chiavini per spostare la sella in funzione di quelli che sono i vari sintomi che dovessero eventualmente emergere. 8-9 ore di pedalate al giorno, sono un esercizio che sottopone i muscoli ad un impegno notevole: dal punto di vista del carico e della durata, non ci sono grosse problematiche a patto di mantenere una bassa intensità e velocità di esecuzione del gesto e del carico. Occorre costantemente rispettare il proprio corpo, la propria fisiologia e non superare le dosi di carico giornaliere. Solo così il viaggio diventa benefico anche per il corpo oltre che per la mente”.
Diego, a livello tecnico, che attrezzature state portando con voi?
“Sicuramente la prima valutazione da fare, in un viaggio in bici on the road è ovviamente fare la giusta scelta della bici!” afferma Diego, che nella vita di professione è Tecnico qualificato in meccanica ciclistica, titolare di una ciclofficina nel Capo di Leuca “individuare la taglia giusta della bici, la sella giusta, le manopole comode, un ottimo fondello … tutti gli accessori vengono dopo. E’ la comodità, per tante ore (e giorni, senza interruzione), la bussola che deve guidare nella scelta del corretto equipaggio, oltre che fisico-mentale anche materiale. Andando più nello specifico, a livello di attrezzatura, porteremo solo lo stretto necessario: non possiamo appesantirci, incontreremo molte salite e dobbiamo mantenere un esercizio costante. Non abbiamo delle e-bike e quindi è tutto sulle nostre gambe e sulle nostre forze fisiche. Abbiamo installato sulle nostre bici due borse posteriori e due anteriori, un porta cellulare, un porta gps, le luci, una piccola borsella sulla canna del telaio per metterci delle barrette da mangiare in velocità e un powerbank. Come abbigliamento, porteremo con noi l’intimo, un giubbino, un paio di scarpe, due jeans, due golfini. Poi un kit di emergenza per la bici ed un altro per la nostra salute per noi (se ne occuperà Gianni), porteremo vari pezzi di ricambio, abbigliamento tecnico come due maglie interne, un pantaloncino estivo ed un tre quarti felpato per gli ambienti più freddi che incontreremo. Per fronteggiare la pioggia, ci siamo muniti di k-way e copri borse”.
Il viaggio è affascinante e non vi sono dubbi. I costi non sono indifferenti, come affronterete pernotti, pranzi, cene, intemperie, ecc?
Prende la parola Gianni “Parto dall’ultimo punto: le intemperie per noi sono un’opportunità, per testare la nostra resistenza fisica e capire anche se abbiamo fatto le scelte giuste in termini di attrezzature, abbigliamento ecc, un modo per imparare sempre qualcosa di più e migliorarci. In merito ai costi, abbiamo avuto grossi sponsor che ci stanno supportando economicamente e stanno credendo in noi, non vogliamo deluderli. Ringraziamo innanzitutto il nostro main sponsor Cuore di Mamma by Martinucci Food Service, Caffè Raone di Presicce, BiosCenter di Acquarica, Ciclofficina Fersini di Gagliano del Capo, le nostre associazioni di riferimento, TerraRussa ASD e ASD MTB Alessano. Un grande e immenso grazie anche a Sacred Lines Tattoo di Mattia Verdecchia di Gagliano del Capo, Pepe Gomme di Acquarica, Anna e Claudio Parrucchieri di Leuca, Farmacia di Leuca della Dott.ssa Quintina Di Seclì, Bar Del Porto di Leuca, Scogliera del Gabbiano di Gagliano del Capo, Due Zeta Infissi in PVC di Acquarica, Ristorante Petra di Francesco Grecuccio di Castrignano del Capo e dulcis in fundo, Carlo Ricchiuto di Promedia di Acquarica, ideatore del nostro logo. Ringraziamo anche i nostri rispettivi Comuni di residenza: il Sindaco di Castrignano del Capo Sig. Francesco Petracca insieme all’assessore allo Sport Roberto Calabrese e di Presicce-Acquarica Avv. Paolo Rizzo insieme all’Assessore allo Sport Natacha Pizzolante, non hanno esitato a patrocinare il nostro biketravel Sciamudeddai e siamo davvero onorati di far parte di queste comunità locali, fatte di persone autentiche e calorose. Tutti i nostri amici e concittadini stanno dimostrando, giorno dopo giorno il loro supporto, non mancano giornalmente video di persone che da qualsiasi parte del mondo, intenti nelle più disparate attività di tutti i giorni, decidono di filmarsi dicendo “sciamudeddai”.. tutto questo è bellissimo, ha un valore immenso in questa epoca in cui la tecnologia e l’intelligenza artificiale tendono a far perdere quella vicinanza tutta umana. Trovate tutti i loro video nelle nostre storie in evidenza “Community” su Instagram”.
“Ritornando alla domanda iniziale, in merito ai pernotti, eh .. ci pensa Diego e il suo iphone!” sorride Gianni e così continua Diego “Si, ogni giorno organizzeremo i nostri pernottamenti, lo faremo di volta in volta. Al momento non abbiamo nulla di prenotato… è o no un viaggio on the road?!” se la ride Diego che continua “prevediamo di organizzarci così: ogni giorno, individueremo un posto dove dormire a circa 30-40 km da dove ci troviamo intorno alle ore 16 del pomeriggio, in modo tale da avere una tappa ben definita da raggiungere ed in cui trascorrere la notte”.
Gianni aggiunge “per i pasti, stimiamo un consumo di 6000 kcal a testa al giorno, quindi se consideriamo che il fabbisogno energetico di un uomo adulto sedentario generalmente non supera le 2000 kcal al giorno, provate ad immaginare quale sarà il nostro “problema” più grosso on the road…il tempo necessario per ingerire che sarà a volte sottratto alle pedalate”.
I social vi aiuteranno a mettervi in contatto non solo con chi già vi conosce e sa delle vostre avventure ma soprattutto vi connetterà anche con gente del luogo: ma siete così social nella vostra vita di tutti i giorni?
Gianni passa la palla a Diego, sorridendo “Sì, lo ammetto, sono molto “social” nella mia vita, sia per lavoro che nella mia vita privata. Diverse considerazioni mi portano a condividere, aspetti della mia esistenza sui nuovi canali di comunicazione che diventano un modo come un altro per intrecciare storie e relazioni con persone, anche distanti, appassionati come me di bici e viaggi on the road, in particolare cicloturismo. Me ne sono reso conto proprio l’anno scorso, nel mio viaggio da Milano a Leuca: molti followers hanno seguito con costanza i diario-racconti che postavo quotidianamente, a fine giornata, scrivendo quello che avevo vissuto e postando foto di quello che avevo visto. Ho sentito tutto il supporto e il calore umano di gente che magari mai incontrerò dal vivo ma che mi ha trasmesso (e lo fanno tutt’ora perché mi stanno seguendo anche oggi in sciamudeddai) semplicemente seguendomi su facebook. C’è anche tanto divertimento e leggerezza in questo approccio social e sono nate amicizie proprio grazie al mondo digitale. Con Gianni ci siamo infatti subito trovati in accordo su questo: nonostante lui non sia molto social, comprende totalmente la potenza dei social, in grado di trasmettere quell’energia di cui abbiamo bisogno per intraprendere il viaggio e che sicuramente sarà ancora più importante durante l’impresa stessa. Per questo abbiamo deciso di attuare una strategia comunicativa che prevedesse facebook ma anche instagram e whatsapp, per rendere l’esperienza più inclusiva possibile. Non trattiamo solo contenuti per appassionati di bicicletta ma per tutti. Facebook, sulla mia pagina Diego Fersini, vedrà, ogni giorno, il diario-racconto, un testo soggettivo in cui racconterò quello che ci è accaduto giorno dopo giorno con tanto di foto e considerazioni personali. Abbiamo appositamente attivato Instagram @Sciamudeddai per il progetto, e in questo un dovero grazie va a Sandra Cappilli (moglie di Gianni) e Maria Elisa Scarcia (per tutti Lisa, nostra amica) che hanno messo su tutto quello che potete vedere: Sandra è determinante in tutte le scelte strategiche di “marketing”, è lei l’ideatrice del nome “sciamudeddai” così come della scelta dei colori e dello stile da dare al progetto. Lisa è il nostro braccio operativo, è lei che prende, pubblica, organizza i contenuti, la vedi con excel e trello a tirar fuori schemi e task… noi cerchiamo di starle dietro e anche per scrivere questo articolo… è stato arduo! Insieme a loro stiamo riuscendo a trasmettere tutto di noi e di questo viaggio. Infine, abbiamo anche deciso di attivare Whatsapp, una sorta di canale per aggiornamenti “minuto per minuto”, un gruppo in cui scriveremo solo noi, i nostri followers saranno al nostro fianco in sella, seppur a distanza. E’ un gruppo che al momento non vede contenuti in quanto stiamo raccogliendo le varie adesioni, chiunque infatti può seguirci anche da lì cliccando su questo https://chat.whatsapp.com/EKhRzC0hZsk99AKcPj7fWQ . La nostra idea è quella di condividere lì su whatsapp, minuto per minuto, foto, video, posizioni, perché vogliamo che questo viaggio veda, seppur in modo virtuale, più partecipazione possibile. Non nascondiamo che è anche una risposta alla necessità di rendere il tutto più sicuro per noi stessi” conclude Diego.
Due esperti “meccanici”, uno di ciclomeccanica e l’altro del corpo umano… un match decisamente molto interessante. Cosa volete trasmettere ai vostri followers?
“Lo faccio perchè amo viaggiare, soprattutto in bici on the road” esordisce Diego, emozionato e felice “ho piacere a condividere questa esperienza così bella con tutte quelle persone che seppur virtualmente vogliono essere al nostro fianco, garantisco tanto divertimento!!”
“Voglio trasmettere una sfaccettatura del mio carattere” continua Gianni col suo piglio da coach-motivazionale “Ragazzi se vi va di fare qualcosa, fatela!”.
Dunque, non resta che rimanere sintonizzati sui canali social
Ugento, una cittadina che affronta attualmente una serie di sfide nel suo sistema viario e nei servizi essenziali, è stata oggetto di una dura critica da parte del Segretario cittadino della Lega, Fulvio Viva.
In un acceso post sui social media, Viva ha espresso la sua preoccupazione per una serie di questioni chiave che stanno minando la qualità della vita nella comunità. La congestione del traffico, le complicazioni legate alla nuova infrastruttura per le biciclette e la mancanza di risposte alle richieste della comunità sono solo alcuni dei problemi evidenziati dal suo appassionato appello.
Il cuore della sua argomentazione si basa sulla mancanza di azione da parte delle autorità locali, nonostante le richieste costruttive presentate per migliorare la situazione. In particolare, le seguenti questioni sono state poste sotto i riflettori da Viva e dalla sua squadra:
La chiusura protratta della strada principale, Via Barco, che funge da arteria vitale per l’ingresso e l’uscita dalla città, ha causato disagi significativi per i residenti e i pendolari. Questa situazione ha costretto i cittadini ad affrontare deviazioni improvvise e ad affrontare un caos costante nel traffico locale.
Inoltre, l’introduzione di piste ciclabili e i conseguenti divieti di accesso in molte aree, in particolare intorno a Piazza Italia, ha portato a una situazione simile a un labirinto, con veicoli che si muovono contro le direzioni consentite e senza una presenza adeguata di agenti di polizia locale per far rispettare le nuove regole stradali.
Le aree circostanti le scuole elementari e medie sono diventate punti critici per il flusso del traffico, in particolare durante gli orari di entrata e uscita, a causa delle piste ciclabili che hanno ridotto lo spazio disponibile per i parcheggi, causando ingorghi e disagi per i residenti e i genitori.
Oltre alle questioni legate alla viabilità, Viva ha anche sollevato problemi importanti relativi al miglioramento del decoro urbano nelle zone di Ugento, Gemini e nelle Marine. In particolare, ha sottolineato la necessità di interventi mirati per migliorare le strutture sanitarie e gli uffici postali, incluso l’apertura dell’ufficio postale di Ugento anche nel pomeriggio e la creazione di presidi postali nelle Marine circostanti.
Tuttavia, nonostante queste richieste costruttive e ben documentate, il Segretario cittadino ha sottolineato l’assenza di una risposta adeguata da parte delle istituzioni locali. Le richieste di collaborazione e azione sono state accolte con silenzio e inerzia, lasciando i cittadini e la comunità a chiedersi se le loro preoccupazioni e richieste saranno mai prese sul serio.
Ciò solleva una questione fondamentale: come possono le istituzioni locali soddisfare le esigenze e le richieste legittime dei cittadini? È necessario instaurare un dialogo più costruttivo tra il governo locale e i suoi cittadini, in modo che le preoccupazioni possano essere affrontate in modo tempestivo ed efficace.
Inoltre, è cruciale per le autorità locali sviluppare strategie sostenibili per affrontare le sfide della viabilità e migliorare i servizi essenziali. Questo richiede un piano ben strutturato che tenga conto delle esigenze della comunità, includendo un’analisi approfondita delle priorità e una chiara allocazione delle risorse per garantire l’efficacia delle azioni intraprese.
È essenziale inoltre coinvolgere la comunità in questo processo decisionale, garantendo che le voci dei cittadini vengano ascoltate e prese in considerazione. Solo attraverso un’impegno collaborativo e una comunicazione trasparente sarà possibile superare le sfide attuali e creare una città più vivibile e funzionale per tutti i suoi abitanti.
Il post di Fulvio Viva ha messo in luce una serie di gravi problemi che affliggono la città di Ugento. Tuttavia, va sottolineato che questo è solo l’inizio di un processo che richiede un impegno congiunto da parte delle istituzioni e dei cittadini per trovare soluzioni durature. Solo attraverso un dialogo aperto e una collaborazione costruttiva sarà possibile realizzare un cambiamento significativo e migliorare la qualità della vita per tutti coloro che chiamano Ugento casa.
VIABILITÀ LABIRINTO E SERVIZI ESSENZIALI AD UGENTO
NESSUNO era riuscito nell’impresa di complicare le condizioni del traffico cittadino di Ugento:
Via Barco, strada centrale e punto nevralgico in entrata ed in uscita del Paese chiusa da mesi e mesi;
Zona di Piazza italia che , grazie alle piste ciclabili e conseguenti divieti di accesso ovunque, è diventata peggio di un labirinto in cui i veicoli sfrecciano contromano, senza neanche l’ombra di un agente di polizia locale che aiuti a fare rispettare la nuova segnaletica;
Zona scuole elementari e scuole medie che, sempre grazie alle piste ciclabili, creano veri e propri ingorghi per il flusso veicolare in orario di entrata e uscita dalle scuole senza necessaria capienza per i parcheggi.
La richiesta di collaborazione che viene richiesta e tanto decantata nei post o nelle parole dai nostri governanti cittadini non trova applicazione nei fatti.
La conferma sono Il SILENZIO E LA NON RISPOSTA alle nostre richieste PROPOSITIVE PROTOCOLLATE.
Badate bene: PROPOSITIVE E NON DISTRUTTIVE:
Richieste di andare tutti insieme in Provincia a sollecitare la richiesta di messa in sicurezza della strada provinciale Ugento Casarano;
Richieste innumerevoli per il miglioramento del decoro urbano ad Ugento, Gemini e Marine;
Solleciti per il miglioramento dei servizi essenziali (in particolare delle strutture sanitarie nelle nostre marine e degli uffici postali, con riferimento alla richiesta di apertura dell’ufficio postale di Ugento anche nel pomeriggio e nell’ istituzione di presidi postali nelle marine).
Riusciremo mai ad avere una risposta nei fatti per migliorare il nostro paese e del nostro territorio
Lo scorso 4 ottobre, giorno peraltro dedicato al patrono d’Italia San Francesco d’Assisi, Papa Francesco è ritornato, riaffrontandola, sulla questione del creato. Questa volta l’ha fatto attraverso un’esortazione apostolica: la Laudate Deum; che è certamente in sintonia con l’esortazione postsinodale “Querida Amazonia” (Cara Amazzonia).
L’esortazione è uno dei documenti ufficiali redatti dal pontefice della Chiesa cattolica; “gerarchicamente” al di sotto della costituzione apostolica e dell’enciclica e al di sopra della lettera apostolica, della lettera semplice e del messaggio, è un documento che il papa generalmente elabora a partire dalle “Proposizioni” che vengono predisposte nell’ambito dei lavori svolti dal Sinodo dei Vescovi.
Nell’indirizzare il suo messaggio a tutte le persone di buona volontà, il Santo Padre affronta la situazione del cambiamento climatico. Così esordisce: “perchéun essere umano che pretende di sostituirsi a Dio diventa il peggior pericolo per sé stesso”. Sappiamo tutti che a distanza di otto anni dall’enciclica “Laudato si’”, la reazione e le azioni poste in essere per preservare l’ambiente in cui viviamo si sono dimostrate insufficienti, dacché possiamo constatare quanto siano veritiere le parole dell’avvertimento bergogliano: “il mondo che ci accoglie si sta sgretolando e forse si sta avvicinando a un punto di rottura”.
Nel primo capitolo (“La crisi climatica globale”) sottolinea che il cambiamento climatico è innegabile e i suoi effetti sono sempre più evidenti “per quanto si cerchi di negarli, nasconderli, dissimularli o relativizzarli“. Il Papa si rammarica del fatto che la causa principale di questo problema sia l’attività umana (“L’origine umana – “antropica” – del cambiamento climatico non può più essere messa in dubbio”) e aggiunge che è “costretto a fare queste precisazioni, che possono sembrare ovvie, a causa di certe opinioni sprezzanti e irragionevoli che trovo anche all’interno della Chiesa cattolica”. Pur non potendo più correggere alcuni danni, è comunque possibile adottare alcuni provvedimenti per prevenirne di ancora più gravi in futuro, perché “non ci viene chiesto nulla di più che una certa responsabilità per l’eredità che lasceremo dietro di noi dopo il nostro passaggio in questo mondo”. Nel secondo capitolo (“Il crescente paradigma tecnocratico”) il Santo Padre invita a ripensare al nostro uso del potere, ricordando che la natura non è una risorsa da sfruttare all’infinito (“il mondo che ci circonda non è un oggetto di sfruttamento, di uso sfrenato, di ambizione illimitata”) ed esorta a riconoscere che l’ambizione smisurata non è eticamente sostenibile. Nel terzo capitolo affronta senza mezzi termini “La debolezza della politica internazionale“: “per ottenere un progresso solido e duraturo, mi permetto di insistere sul fatto che vanno favoriti gli accordi multilaterali tra gli Stati”, ma aggiunge che “non giova confondere il multilateralismo con un’autorità mondiale concentrata in una sola persona o in un’ élite con eccessivo potere”. Nel quarto capitolo, riflette poi sulle “Conferenze sul clima: progressi e fallimenti” e scrive chiaramente che da Rio de Janeiro nel 1992 fino alla COP27 di Sharm el-Sheikh del 2022, “oggi possiamo ancora affermare che gli accordi hanno avuto un basso livello di attuazione perché non si sono stabiliti adeguati meccanismi di controllo, di verifica periodica e di sanzione delle inadempienze. I principi enunciati continuano a richiedere vie efficaci e agili di realizzazione pratica. Inoltre, i negoziati internazionali non possono avanzare in maniera significativa a causa delle posizioni dei Paesi che privilegiano i propri interessi nazionali rispetto al bene comune globale. Quanti subiranno le conseguenze che noi tentiamo di dissimulare, ricorderanno questa mancanza di coscienza e di responsabilità”. Nel quinto capitolo, la riflessione papale si spinge su “Cosa ci si aspetta dalla COP28 di Dubai?”: “dire che non bisogna aspettarsi nulla sarebbe autolesionistico”. Tuttavia, “se abbiamo fiducia nella capacità dell’essere umano di trascendere i suoi piccoli interessi e di pensare in grande, non possiamo rinunciare a sognare che la COP28 porti a una decisa accelerazione della transizione energetica, con impegni efficaci che possano essere monitorati in modo permanente. Questa Conferenza può essere un punto di svolta”. Il vescovo della città eterna mette in guardia da un pericolo: che “ciò che si sta facendo rischia di essere interpretato solo come un gioco per distrarre. Dobbiamo superare la logica dell’apparire sensibili al problema e allo stesso tempo non avere il coraggio di effettuare cambiamenti sostanziali”. L’ultimo capitolo, “Le motivazioni spirituali”, si rivolge ai fedeli cattolici, nonché ai fratelli ed alle sorelle di altre religioni per “riconoscere che è possibile sostenere solo un “antropocentrismo situato”. Vale a dire, riconoscere che la vita umana è incomprensibile e insostenibile senza le altre creature” e per “ricordare che non ci sono cambiamenti duraturi senza cambiamenti culturali, senza una maturazione del modo di vivere e delle convinzioni sociali, e non ci sono cambiamenti culturali senza cambiamenti nelle persone”. Infine, ci esorta Papa Francesco: “poniamo finalmente termine all’irresponsabile presa in giro che presenta la questione come solo ambientale, “verde”, romantica, spesso ridicolizzata per interessi economici”.
L’atmosfera vivace di Piazza Immacolata ad Ugento, un tempo animata dal pittoresco chiosco conosciuto affettuosamente come “Il Fungo”, ha da tempo lasciato il posto a un’aura di incertezza e attesa. L’opinione pubblica e i residenti del quartiere si interrogano sul futuro di questo luogo, che un tempo rappresentava un punto di incontro vitale per la comunità locale.
Da circa un anno, il chiosco è rimasto chiuso, suscitando curiosità e preoccupazione tra i cittadini. Tiziano Esposito, il consigliere di minoranza di Ugento, ha sollevato la questione in un recente intervento, ponendo l’attenzione sulla necessità di riaprire questo simbolo di comunità e di dare nuova vita a un luogo che un tempo rappresentava un punto focale di socializzazione e di interazione sociale.
La chiusura del chiosco ha generato molte domande e dubbi riguardo alle decisioni amministrative che hanno portato a questo risultato. Esposito ha evidenziato il contratto di servizio tecnico-amministrativo affidato a professionisti esterni per la redazione degli atti necessari per l’affidamento in concessione dell’immobile comunale, sollevando interrogativi sulle competenze del personale interno e sulla necessità di coinvolgere consulenze esterne per tali procedure.
La recente riqualificazione di Piazza Immacolata ha portato ad un rinnovato interesse per l’area, grazie all’installazione di giostre per bambini e panchine, che hanno reso la piazza un punto di ritrovo per molte famiglie e giovani. La riapertura del chiosco, secondo Esposito, potrebbe portare ancora più vitalità e attività a questa piazza, rappresentando non solo un punto di riferimento sociale, ma anche un deterrente per atti vandalici o comportamenti scorretti all’interno del luogo pubblico.
Il chiosco, coinvolto anch’esso nei lavori di riqualificazione, ha bisogno di interventi per ripristinare la sua funzionalità a seguito di una lunga chiusura. Esposito ha sottolineato l’importanza di ottenere informazioni dettagliate sull’iter amministrativo e sui tempi per l’indizione di una manifestazione di interesse pubblico per individuare un nuovo gestore. Il suo intervento si è incentrato sul forte impatto sociale che la riapertura del chiosco potrebbe avere sulla comunità e sull’importanza di trasparenza e coinvolgimento pubblico nel processo decisionale.
È evidente che il futuro del chiosco “Il Fungo” di Piazza Immacolata rappresenta un’importante questione per la comunità di Ugento. La necessità di una gestione oculata e di un coinvolgimento attivo della comunità nel processo decisionale sarà essenziale per garantire che questo luogo un tempo vibrante torni a essere un punto di riferimento sociale e culturale per i residenti e i visitatori di Ugento. La popolazione locale resta in attesa di ulteriori aggiornamenti e sviluppi riguardo al futuro di “Il Fungo”.
“IL FUNGO” DI PIAZZA IMMACOLATA:
QUALE FUTURO?
Da circa un anno, il chiosco, meglio conosciuto come “Il Fungo” , di piazza Immacolata come avrete potuto notare risulta chiuso
In data 20/12/2022 veniva affidato un incarico per un importo pari a 3.771,18€ a dei professionisti esterni ( i nostri dipendenti non erano capaci? O siamo alle solite consulenze esterne ) per il servizio di assistenza tecnico amministrativa per la redazione di tutti gli atti utili per procedere poi all’affidamento in concessione dell’immobile comunale.
Da più parti, in modo anche insistente, mi sono state fatte delle richieste di informazioni circa la situazione del chiosco comunale e del perché ancora risulti chiuso.
La recente riqualificazione di Piazza Immacolata (potremo ri-aprire un nuovo capitolo circa il suo allestimento) con l’installazione di giostre per bambini e dei blocchi di cemento (panchine) ha permesso a numerose famiglie e ragazzi\e di frequentare assiduamente l’intera piazza.
Il chiosco, aperto, potrebbe rappresentare l’anima di Piazza Immacolata ma anche dell’intero quartiere, perché potrebbe significare maggiori incontri tra famiglie, maggiore condivisione tra ragazzi e contemporaneamente rappresentare un presidio di controllo verso quei pochi facinorosi che magari non utilizzano i beni pubblici in modo corretto. Inoltre, verrebbe garantito il servizio dei bagni pubblici presenti in piazza.
Oltretutto il chiosco è stato interessato dai lavori di riqualificazione e sarebbe davvero un peccato dover investire ulteriori somme per il suo ripristino a causa della lunga chiusura.
Non dimentichiamo anche la presenza di un plesso scolastico che nei prossimi mesi dovrebbe ritornare ad essere funzionale.
Motivati da questo forte interesse sociale, abbiamo chiesto all’amministrazione informazioni circa tutto l’iter amministrativo ed i tempi necessari per indire una manifestazione di interesse pubblico per individuare il nuovo gestore.
Nella sfida emozionante del Girone B, l’Ugento ha sconfitto il Manduria dell’ex Salvadore con un sorprendente punteggio di 2-1, rovesciando le aspettative e catturando il primo posto in classifica. La partita, ricca di azione e colpi di scena, ha tenuto i tifosi in suspense fino all’ultimo minuto, regalando un calcio spettacolare per tutti gli appassionati presenti.
Il Manduria, forte di un gran tifo organizzato per l’occasione, ha subito la sua prima sconfitta in casa contro l’Ugento di mister Oliva. Nonostante un inizio promettente e un gioco incisivo nella seconda metà della partita, il Manduria non è riuscito a recuperare lo svantaggio, lasciando che l’Ugento lo sorpassasse in classifica.
Il punteggio è cambiato inizialmente al 29′ con Bernaola su calcio di rigore, che ha portato l’Ugento in vantaggio nella prima frazione di gioco. Il Manduria ha lottato con tenacia nella ripresa, con il sostegno dei suoi tifosi incitanti, e ha trovato il gol del pareggio al 32′ con una fortunosa rete di Cavaliere. Sembrava che la partita dovesse concludersi in parità, ma l’Ugento ha sorpreso tutti con un colpo di genio di Ruiz al 42′, siglando il gol della vittoria.
Con questa vittoria preziosa, l’Ugento si trova ora al primo posto in classifica con 18 punti, un risultato che rafforza ulteriormente la sua posizione di dominio nel Girone B. È importante sottolineare che, se non fosse per la partita persa a tavolino all’inizio della stagione, l’Ugento avrebbe avuto un punteggio perfetto. La squadra si distingue per la migliore difesa e il miglior attacco, dimostrando la propria superiorità in entrambi i lati del campo.
L’Ugento può ora vantare una posizione di leadership indiscussa, dimostrando la sua determinazione e la sua abilità nel campionato attuale. La squadra continua a dimostrare la propria forza e il proprio talento, alimentando l’entusiasmo dei tifosi e promettendo una stagione piena di sorprese e successi.
Il comune di Ugento si trova al centro di una controversia a seguito della decisione di spostare il mercato settimanale in una nuova area mercatale. La decisione, annunciata dal comune, è stata oggetto di contestazione da parte del sindacato “CasAmbulanti”. Il sindacato ha sollevato preoccupazioni riguardo alle procedure seguite dal comune nel processo di assegnazione dei posteggi e ha accusato l’amministrazione di violare la legge regionale e il Documento Strategico del Commercio del comune stesso.
I rappresentanti di CasAmbulanti, Savino Montaruli e Francesco Fitto, hanno dichiarato di aver cercato un dialogo con il comune, ma che questo è stato negato. Hanno anche espresso preoccupazione per il fatto che l’amministrazione comunale sembra voler procedere con il trasferimento del mercato nonostante le preoccupazioni sollevate e le presunte irregolarità.
La situazione è diventata ancor più complessa a causa del fatto che il trasferimento del mercato è previsto in un’area non attrezzata e ritenuta inadatta, violando così il diritto di scelta dei posteggi da parte degli operatori. Inoltre, il comune sembra non aver redatto una graduatoria secondo i criteri di legge, il che solleva ulteriori dubbi sulla legalità del processo.
I rappresentanti di CasAmbulanti hanno dichiarato che non permetteranno che tali azioni arbitrarie passino inosservate e che sono disposti a difendere i propri diritti e quelli degli operatori del mercato. Hanno anche minacciato di intraprendere azioni legali per quanto riguarda quanto affermato dall’amministrazione.
La controversia assume un significato particolare in quanto il comune di Ugento aveva precedentemente approvato un Documento Strategico del Commercio che raccomandava l’unificazione del mercato settimanale in un’unica area, e l’area individuata sembrava essere diversa da quella ora proposta. Questo ha suscitato ulteriori domande sulla coerenza delle decisioni del comune.
In sintesi, la situazione a Ugento evidenzia una controversia tra l’amministrazione comunale e il sindacato CasAmbulanti in merito al trasferimento del mercato settimanale, decisione al quale gli ambulanti continuano ad opporsi. La questione solleva dubbi sulla legalità delle procedure e sull’aderenza alle precedenti raccomandazioni del comune. La vicenda potrebbe richiedere una risoluzione legale e continuerà a essere oggetto di dibattito nella comunità locale.