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Scarico illegale di percolato: finisce a tarallucci e vino

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finita a tarallucci e vino lo smaltimento di percolato a Ugento

Era l’otto luglio scorso quando questa testata pubblicò per prima la notizia della denuncia di 3 persone per il reto di smaltimento illecito di rifiuti. Una notizia che fece subito il giro del web prima di essere rilanciata da testate nazionale e periodici locali.

Di poche ore fa invece la notizia, ancora non confermata, del dissequestro del mezzo bloccato da luglio scorso, in seguito alla fine della procedura legale nel quale era coinvolto assieme ai 3 denunciati che scegliendo di oblare il reato hanno di fatto messo fine all’intera questione. L’oblazione è un istituto giuridico attraverso il quale, in taluni casi, è possibile estinguere il reato adempiendo ad una obbligazione amministrativa. In sintesi, l’illecito penale si trasforma in illecito amministrativo attraverso il pagamento di una determinata somma di denaro stabilita dalla legge.

Finisce tutto con un versamento da 6500 euro ciascuno quindi. Forse tanto vale la salute dei cittadini di Ugento agli occhi di chi, in questi 360 giorni, ha fatto finta di non vedere, nonostante il moltiplicarsi delle segnalazioni. Eppure la responsabilità penale di quel che è successo è stata accertata, come l’oblazione dimostra.

Non stiamo parlando di un rischio da poco. Il percolato è un termine utilizzato per descrivere il liquido che si forma quando l’acqua passa attraverso i rifiuti solidi, come quelli presenti nelle discariche o negli impianti di trattamento dei rifiuti. Questo liquido contiene una miscela di sostanze chimiche, composti organici e metalli disciolti provenienti dai rifiuti, che possono costituire un potenziale rischio per la salute umana e per l’ambiente se non vengono gestiti correttamente.

I rischi per la salute umana associati al percolato sono principalmente legati alla sua contaminazione chimica. Il percolato può contenere sostanze tossiche come metalli pesanti (ad esempio piombo, mercurio, cadmio) e composti organici pericolosi come solventi, pesticidi o idrocarburi aromatici policiclici (IPA). L’esposizione a queste sostanze può provocare una serie di problemi alla salute, come irritazione della pelle, degli occhi o delle vie respiratorie, danni al sistema nervoso, problemi di sviluppo e persino cancro in casi estremi.

Per quanto riguarda lo smaltimento corretto del percolato, esistono diversi metodi utilizzati per trattare e gestire questo liquido in modo sicuro ed efficace. Di seguito sono riportati alcuni dei principali approcci:

  1. Trattamento in impianti di trattamento delle acque reflue: In alcuni casi, il percolato può essere inviato agli impianti di trattamento delle acque reflue, dove viene sottoposto a processi di depurazione per rimuovere i contaminanti e renderlo conforme alle normative ambientali prima di scaricarlo nell’ambiente.
  2. Impianti di trattamento specifici per il percolato: Sono disponibili impianti di trattamento appositamente progettati per gestire il percolato. Questi impianti utilizzano metodi come l’osmosi inversa, la filtrazione a membrana, l’adsorbimento su carbone attivo o processi di evaporazione per rimuovere i contaminanti presenti nel liquido.
  3. Sistemi di raccolta e smaltimento controllati: È possibile utilizzare sistemi di raccolta del percolato all’interno delle discariche stesse, al fine di raccogliere e controllare il flusso del liquido. Il percolato raccolto può quindi essere trattato in impianti di trattamento appositi o smaltito in modo sicuro, riducendo così il rischio di contaminazione dell’ambiente circostante.

È importante sottolineare che lo smaltimento corretto del percolato richiede una gestione adeguata dei siti di discarica e dei processi di trattamento dei rifiuti. È fondamentale adottare misure preventive per evitare la formazione e la fuoriuscita eccessiva di percolato, ad esempio attraverso la copertura dei rifiuti, la progettazione e la gestione adeguate delle scariche e l’utilizzo di materiali impermeabili.

In generale, è essenziale che il percolato venga gestito in modo adeguato per prevenire la contaminazione dell’acqua potabile, dei corsi d’acqua e del suolo, riducendo così i potenziali rischi per la salute umana e per l’ambiente. Le normative ambientali ei regolamenti locali spesso stabilizzano gli standard e le direttive per la gestione sicura del percolato, pertanto è importante seguire tali linee guida al fine di minimizzare l’impatto negativo sulla salute umana e sull’ecosistema circostante.

I vincitori del premio Consiglio Comunale 2023

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premio consiglio comunale di ugento 2023

Diventato ormai una lieta consuetudine, anche quest’anno i ragazzi delle scuole di Ugento hanno potuto partecipare al Premio Consiglio Comunale di Ugento, rivolto ai bambini della Scuola dell’Infanzia e agli alunni della Scuola Primaria e della Scuola Secondaria di Primo Grado del Comune di Ugento, con la finalità di conferire maggiore rilevanza alle Istituzioni, specie a quelle più vicine ai cittadini, di promuovere una sempre maggiore identificazione dei cittadini con le istituzioni locali e di incrementare e sostenere, con nuove iniziative e metodologie, l’interesse dei ragazzi, verso le istituzioni locali e, in particolare, verso il Consiglio Comunale.

Con determinazione n. 119 del 14.0.2023 veniva approvato il bando di concorso “Premio Consiglio Comunale di Ugento” per l’a.s. 2022/2023 e veniva definito il seguente tema oggetto del concorso: “La storia del nostro sistema solare e la figura di AstroSamantha

Bambini e ragazzi sono stati così coinvolti dalle loro maestre in lavori e rappresentazioni che hanno visto la partecipazione di diverse classi, che così si sono posizionate:

Per la categoria Scuola dell’Infanzia:

  1. Primo Posto: Scuola dell’Infanzia paritaria, sez. III Plesso “La Clerita”;
  2. Secondo Posto: Scuola dell’Infanzia, plesso “Piazza Immacolata”;
  3. Terzo Posto ex aequo: sez. A-B Scuola dell’Infanzia , plesso “Agazzi”;
  4. Terzo Posto ex aequo: sezione A Plesso “Scuola dell’Infanzia Gemini”;
    Per la categoria Scuola Primaria:
  5. Primo Posto: classe V sez. B Plesso “A. Moro”;
  6. Secondo Posto: classe V sez. C Plesso “A. Moro”;
  7. Terzo Posto: classe 5 sez. A Plesso “A. Moro”;
    Per la categoria Scuola Secondaria di Primo grado:
    1) Primo Posto: classe III sez. A (1 partecipante); classe III sez. D (4 partecipanti); classe II sez. D (13 partecipanti);
    classe I sez. F (tutta la classe) – Plesso “I. Silone”.

Ugento e le opportunità della blue economy

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Ugento e le opportunità della blue economy

La Blue Economy è un modello innovativo di sviluppo economico basato su durabilità, rinnovabilità e riutilizzo, che punta a rivoluzionare le nostre attività produttive e ad azzerare le emissioni inquinanti. Oceani, laghi, mari e fiumi rappresentano un patrimonio straordinario per l’intera umanità. Purtroppo, però, si stanno trasformando in una grande discarica a cielo aperto: bottiglie, buste, imballaggi ed altri rifiuti hanno formato delle vere e proprie “isole di plastica” che rischiano di soffocare la vita negli ambienti acquatici. 

Anche quest’anno il nostro territorio, nell’ambito del Programma internazionale Bandiera Blu ha registrato la riconferma della prestigiosa bandiera blu che, occorre ribadirlo, non esamina solo la qualità delle acque, ma tutta una serie di fattori e di indici che rientrano in un concetto che è legato alla gestione sostenibile del territorio: pulizia litorale, impianti di depurazione, raccolta differenziata, servizi turistici, iniziative di educazione ambientale, politica e sicurezza ambientale, etc. Ma che cos’è la Blue economy?

L’economista belga Gunter Pauli è stato il primo a parlare di economia blu. Lo fece partendo da un concetto molto semplice, ispirato alla biomimesi: lo studio del funzionamento della natura, dove nulla è sprecato e tutto viene riutilizzato in un processo che trasforma i rifiuti in materie prime. Come? Trovando nuove tecniche di produzione e migliorando quelle già esistenti. Facciamo un esempio. 

Quando beviamo una tazza di caffè ingeriamo solo lo 0,2% della biomassa raccolta dall’agricoltore. Il resto, il 99,8% è gettato via. Ma non è materiale di scarto. Esistono molte realtà in tutto il mondo che utilizzano questi scarti per coltivare altri alimenti. Questo è il concetto di blue economy: fare di più con quello che abbiamo. 

La Blue Economy è un modello di business sostenibile, capace di generare un impatto positivo e di lungo termine sulla salute dei nostri mari. Più in generale, comprende tutte le attività economiche che hanno a che fare con il mare, le coste e i fondali: pesca, diporto nautico, trasporto marittimo, attività di diving. L’obiettivo programmatico è di rivoluzionarle!

La blue economy impiega almeno 4,5 milioni di persone soltanto in Europa. Un comparto economico che genera ben 650 miliardi di euro di fatturato e 176 miliardi di euro di valore aggiunto lordo, con un utile lordo 68 miliardi di euro. 

In tale quadro, l’Italia, trainata dal turismo costiero, registra l’impiego di oltre 390.000 persone, con un valore aggiunto al PIL nazionale di circa 19,7 miliardi di euro. Il turismo costiero, risorsa importantissima per il nostro territorio, include il turismo in spiaggia e le attività ricreative, come nuotare e prendere il sole e altre attività che traggono vantaggio dalla vicinanza al mare, come le escursioni lungo la costa. Il turismo marittimo si riferisce, invece, alle attività acquatiche e agli sport nautici come la vela, le immersioni subacquee e la crociera. Le località costiere, come la nostra, generano un settore turistico significativo, con il 50% della capacità di posti letto degli hotel concentrata in località con un confine marittimo. Il turismo è al terzo posto in termini di occupazione, crescita e sviluppo sociale in Europa, comparto di assoluta rilevanza all’interno dell’economia, assumendo, tra l’altro, un ruolo di vasta portata per la crescita economica, l’occupazione e lo sviluppo sociale. Occorre realizzare un passaggio fondamentale, il mare da “risorsa” a “valore”.La Blue Economy coinvolge molti settori che spaziano dalla preservazione delle risorse marine, all’energia rinnovabile ricavata dal mare; dalle attività portuali al comparto navale, fino al turismo costiero, alla pesca e all’acquacoltura. L’energia delle onde e delle maree, la produzione di alghe, lo sviluppo di attrezzi da pesca innovativi, il ripristino degli ecosistemi marini sono tutte prospettive idonee a creare nuovi posti di lavoro e imprese verdi nell’economia blu. Abbiamo la fortuna di disporre di questa risorsa. Quindi di aumentare il tasso di produttività nell’uso delle risorse marittime, sospinto dal turismo costiero che può certamente essere trainante soprattutto per molti giovani imprenditori locali che hanno già scommesso e intendono scommettere su questo nuovo modello economico. Nel nostro territorio, ci stiamo veramente dirigendo verso uno sviluppo sostenibile delle nostre attività economiche? Peraltro, è forse l’unica strada che abbiamo per mettere al sicuro il nostro futuro e quello delle generazioni che verranno. Motivo per cui accanto alla Consulta per le attività produttive sarebbe utile prevedere la costituzione di una Consulta per il mare ed il turismo. Risorse preziose della terra dei Messapi.

15 anni senza Peppino Basile. 15 anni senza verità

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in ricordo di peppino basile ugento

Oggi l’omicidio di Peppino Basile ha compiuto 15 anni. Tre lustri passati senza sapere chi fu che nella notte tra il 14 e 15 giugno 2008 uccise efferatamente il consigliere comunale di Ugento, fino allora impegnato in innumerevoli battaglie che portava avanti con la sua accesa passione.

Personalmente rimane l’amarezza dell’ultimo incontro avuto con Peppino, il giorno prima della sua morte, nel quale avemmo una delle nostre solite litigate, non ricordo neanche per cosa. Discutevamo spesso e con passione, la stessa passione che tutte le estati lo costringeva a spendere quei pochi spicci che gli erano rimasti per far giocare noi ragazzini nei vari tornei calcistici della zona. Penso sia questo il ricordo più vero e autentico da tramandare ricordando la figura di Peppino. Un uomo generoso e pieno di passione, che non aveva paura di esporsi e di battersi per le sue idee; una persona a cui siamo tenuti a riconoscere, aldilà del credo politico o delle simpatie altrui, il dovuto rispetto, passando innanzitutto dal ricordo.


Per questo sono sicuro che tutti saremmo felici di leggere una targa con su scritto “Giuseppe Basile, ucciso per le sue idee” accanto ad un piccolo monumento che lo ricordi.


E se dovesse essere troppo un monumento, si potrebbe approfittare del nuovo quartiere che sta per nascere proprio vicino a casa di Peppino, magari pensando a lui per il nome di una nuova piazza.

Fa davvero male quindi, a 15 anni dalla scomparsa dell’amico Peppino Basile, constatare come la ricerca di verità sulla sua morte si sia praticamente bloccata, persa, confinata in un dimenticatoio nel quale è stata scientificamente rilegata. Neanche le interessate istanze di alcuni sciacalli politici che pur hanno provato a sensibilizzare l’opinione pubblica sono servite a far vacillare la maggioranza che governa questo paese, da sempre impegnata nel voler far dimenticare la figura di Peppino.

Oggi vediamo che anche questi sciacalli non parlano più, comprati con un piatto di lenticchie dal potere di oggi, lo stesso potere che ha goduto nel vedere Peppino morto, lo stesso potere che ha riso delle nostre coscienze trasportando il feretro del buon Peppino.

Ma io non dimentico, noi non possiamo dimenticare.

Ciao Peppino.

La grande boxe a Gemini: un bilancio finale

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Si è svolta per la prima volta a Gemini il 3 giugno la kermesse pugilistica di fama nazionale che ha visto protagonisti atleti pugliesi impegnati contro una selezione toscana guidata da Simone Giorgetti, invitati da Totò Carafa e la sua ASD Boxe Terra d’Otranto.
I pugili di casa si sono contraddistinti per i risultati, con 5 match vinti su 7; tra questi Franco Antonazzo che trionfa nel suo settimo incontro nonostante la giovane età, Elisa Fersini al suo esordio vittorioso nelle sedici corde e Asia Cucci, che all’interno del torneo tra dilettanti è riuscita a mettersi in mostra vincendo un agguerritissimo match. La serata ha visto anche il ritorno di Nicola Cordella della Beboxe copertinese, protagonista di un’avvincente incontro con Tommaso Samà.
La serata si è conclusa con gli incontri dei professionisti, che hanno visto il ritorno del leccese Antonio Santoro, uscito vincente contro Delmestro, fino ad arrivare al match di cartello, che ha visto impegnato il campione di casa Giuseppe Carafa contro il colombiano Vivas, un avversario di valore che ha dato filo da torcere a Carafa per tutti i 6 round. Non è comunque riuscito a scalfire l’atleta di casa, in vantaggio fin dal primo round, con una boxe fluida e basata su colpi precisi e portati a velocità supersonica, che sono valsi la vittoria con giudizio unanime a Giuseppe Carafa.
Una serata di grandissimo sport a Gemini, con 500 biglietti staccati, 20mila visualizzazioni in tutto il mondo, oltre 150 commenti e più di 100 reazioni per l’evento trasmesso sul web dalla nostra pagina Fecebook.


Sono contentissimo di essere tornato e lo sono ancor di più per averlo fatto qui a Gemini, con questa cornice di pubblico e questa partecipazione. Era importante per me ma anche per mio padre e tutta la Boxe Terra d’Otranto poter riportare uno spettacolo di questo spessore a casa nostra. Vorrei fare i complimenti a tutti per la riuscita e al mio avversario per un incontro che si è rivelato più tosto del previsto e Vivas che non ha certo risparmiato i colpi. Un ringraziamento speciale va anche ad Antonio Santoro con cui abbiamo condiviso il ring nell’ultimo mese, sempre sotto l’occhio vigile del maestro Francesco Stifani. Ma sicuramente non è ancora finita qui, sentirete presto parlare ancora di me e della nostra palestra.

La dichiarazione a Ozanews.it di Giuseppe Carafa

Riguarda l’incontro in alta definizione sul nostro canale Youtube

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Per insegnare bisogna emozionare

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Per insegnare bisogna emozionare

Per scrivere questo articolo, volutamente e senza esitazione alcuna, ho scelto una frase di Maria Montessori. A dir la verità, ve ne sono altre che mi hanno particolarmente colpito, che meriterebbero certamente di essere citate perché utili in un certo qual modo a completare quella scia di emozioni e di serenità che tutti i bambini della Scuola dell’infanzia paritaria “San Vincenzo” sono riusciti anche quest’anno a regalare a tutti gli intervenuti: genitori, nonni, zii, parenti vari e amici. Anche l’edizione di quest’anno si è contraddistinta per una gioiosa e giocosa partecipazione anche se celebrata fuori dalla nostra Ugento.

Nel mentre assistevo allo spettacolo, mille pensieri si sono interfacciati nella mente come la sequenza di un film. Ammirevole l’impegno e la dedizione delle insegnanti che garantiscono sicurezza, competenza, professionalità e vivi sentimenti umani. Basta osservarne i movimenti, i volti per comprendere quanto impegno, dedizione e passione riservino ai futuri cittadini. Non è la sede per disquisire sull’aspetto emozionale del bambino, di chi gli sta attorno e di tutti coloro che in poco tempo si privilegiano della spensieratezza e delicata irruenza del nostro futuro. Un’onda emotiva che trasporta anche l’adulto che non ha il privilegio ed il dono della genitorialità.

Erich Fromm ha scritto un bellissimo libro sull’arte di amare. Un testo da portarsi sempre dietro. Da sfogliare ad ogni necessità. Tutti siamo consapevoli di vivere in una società nella quale leggiamo spesso sui quotidiani o sentiamo per televisione casi di tragedie familiari. Sintomo dell’assenza di una reale consapevolezza delle dinamiche dei rapporti che intercorrono tra genitori e figli. Tra organi primari e intermedi di socializzazione e società. 

L’analisi dell’amore dei genitori verso i propri figli realizzata da Fromm è molto utile per tutti coloro che vogliono comprendere di più loro stessi e il loro modo di rapportarsi con i propri cari, al fine di favorire il benessere del vivere quotidiano all’interno della famiglia stessa. Ed è in questa cornice che da sempre credo s’innestino il ruolo e le funzioni di una scuola dell’infanzia che sappia e riesca a “dotare” il bambino di strumenti fondamentali per crescere e comprendere, passo dopo passo, come affrontare le tensioni sociali che la vita inevitabilmente gli metterà davanti. Come sostiene (a ragione!) la prof. ssa Montessori: «Più dell’elettricità, che fa luce nelle tenebre, più delle onde eteree, che permettono alla nostra voce di attraversare lo spazio, più di qualunque energia che l’uomo abbia scoperto e sfruttato, conta l’amore: di tutte le cose esso è la più importante».

Al di là di ciò che in una scuola si fa giornalmente, dei programmi scolastici e del rendimento di un bambino, della quantità di nozioni che si impartiscono, è fondamentale far acquisire coraggio, determinazione, sete di conoscenza, creatività, forza d’animo, lealtà, generosità. Imparando il valore del rispetto per se stessi e per gli altri. Imparare cioè a saper stare insieme.  A vivere insieme: giocare, ridere, piangere, scherzare, studiare, anche soffrire, perché il dolore (contenuto in rapporto alla crescita!) aiuta a comprendere e a dare il giusto peso a ciò che conta per “saper sognare di nuovo”!. La scuola dell’infanzia paritaria San Vincenzo da anni svolge questo lodevole servizio a favore della nostra comunità.

Nel discorso di Marisabel Margarito, c’è stato un passaggio importante e significativo. Difficile da non condividere e sottoscrivere. Mi ha lasciato da pensare in positivo, convincendomi che pur in una società sempre più liquida e più legata all’apparenza che alla sostanza, esistono realtà locali che seppur piccole riescono a fare la differenza. La politica (volutamente con la “p” minuscola!) ha dimenticato che la scuola tutta è e deve essere strutturata a misura del bambino e non dei genitori e degli insegnanti, che giocano certamente un ruolo importante. L’adeguamento sociale deve avvenire dall’alto verso il basso, gli adulti devono rispondere alle esigenze dei piccoli, adeguandosi ai loro bisogni e rispondendo ai loro diritti e non il contrario, come spesso avviene oggi. 

Come non impegnarsi in questa “missione” sociale? Tutti, come adulti e cittadini, abbiamo il dovere di dare e di fare tutto quanto è possibile proprio per “fare la differenza e non creare differenza”.

Loris Stefàno vince il suo decimo match a Sava

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Dura solo 18 secondi il decimo match dell’ugentino Loris Stefàno nel palazzetto dello sport di Sava, dopo il giovane del team Conte ha mandato a ko il suo avversario con una precisa ginocchiata in salto, che ha costretto l’avversario a ricorrere all’assistenza dei sanitari.

Loris ha avuto la meglio sul pari età Andrea Iurlano del team Caniglia. Grande soddisfazione da parte del maestro Mino Conte, già proiettato verso l’importante impegno del suo team, con Kaba che presto tornerà a calcare ring internazionali.

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