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Aggiustate quel maledetto bancomat!

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aggiustate il bancomat

“Aggiustate quel maledetto bancomat!”

Pubblichiamo la segnalazione giunta via whatsapp alla nostra redazione, riguardo al postamat di Ugento

Ricordiamo a tutti che è possibile inviare le segnalazioni al numero 342 327 9972

Salve, preso dalla disperazione vi segnalo una situazione che, nonostante le ripetute segnalazioni va avanti da settimane. Sto parlando del bancomat delle poste di Ugento, fuori uso ormai da settimane e che, nonostante l’arrivo dei turisti, non viene aggiustato. Oggi per l’ennesima volta sono stato costretto a recarmi ad Alliste per poter prelevare. Possibile che nessuno si muova?

La segnalazione di un nostro lettore
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Ancora una sanzione per il Comune di Ugento

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Un’altra sanzione da versare all’agenzia delle entrate da parte del Comune di Ugento, reo di aver registrato in ritardo il contratto di appalto dei lavori di riqualificazione energetica della scuola materna e media di Via Monteverde A Gemini, per un importo di € 779.082,06 oltre IVA.

Il danno pecuniario è in realtà poca cosa, stiamo parlando di 55 euro, che però rappresentano la cartina al tornasole di una situazione più volte denunciata da questo giornale.

Il comune di Ugento sembra essere allo sbando; dipendenti che continuano ad arrancare e viaggiare sotto standard, non rispettando le minime prescrizioni qualitative dei servizi, nonostante poi queste criticità non appaiano nelle tabelle di valutazione che ogni anno la pubblica amministrazione è costretta a compilare in base all’ultima riforma della pubblica amministrazione.

Un ritardo che tra l’altro non può che aver procrastinato anche la data di inizio lavori, con il disagio che ne consegue per i cittadini di Gemini e i tutti gli alunni dell’edificio scolastico interessato dai lavori.

Una vicenda grottesca, dal quale si evince che qualcuno non sta dicendo la verità, a discapito dei servizi e dei cittadini di Ugento, sempre più esasperati dai lunghi calvari burocratici provocati dagli uffici pubblici del Comune di Ugento.

Sarà forse arrivato il momento di richiamare all’ordine qualcuno?

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Nuovi Ausiliari: il decreto del Comune di Ugento

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Nuovi Ausiliari: il decreto del Comune di Ugento.

Con DECRETO N. 54 DEL 29/06/2022, il Comune di Ugento nomina ufficialmente i gli ausiliari del traffico per il territorio di Ugento relativi alla stagione 2022.

Gli ausiliari del traffico sono delle figure che hanno dei compiti ben precisi e che forse non tutti conoscono: approfondiamoli insieme

Temuti dagli automobilisti, queste particolari figure, sono preziose nell’ecosistema del traffico urbano. Impariamo a conoscere il loro ruolo e come si diventa ausiliare del traffico.

Innanzitutto il loro ruolo è di “aiuto”, come dice il nome stesso. Non sono infatti agenti di polizia, ma persone che li aiutano nel loro operato. La figura nasce nel 1997.

Ausiliari del traffico: tre tipologie

Non esiste un’unica tipologia di ausiliario del traffico, ma si distinguono in base all’attività svolta:

  • “classico”, è quello assunto dal Comune, con un apposito bando concorsuale. Si tratta di professionisti che dipendono quindi dal Comune, dalla Regione o dalla Polizia Municipale;
  • quelli assunti dalle aziende per il trasporto pubblico;
  • quelli assunti da aziende che gestiscono parcheggi a pagamento.

Non ci sono dei veri e propri requisiti stringenti e particolari per ricoprire questo ruolo. Anche se è importante sottolineare che l’ausiliario, mentre espleta le sue funzioni, è un pubblico ufficiale. Per questo motivo, per ricoprire questo ruolo:

  • è necessario aver terminato la scuola dell’obbligo;
  • avere la cittadinanza italiana;
  • essere maggiorenni;
  • avere la patente B, senza carichi pendenti o misure di prevenzione.

Quali multe possono fare?

I compiti degli ausiliari sono ben delimitati e ridotti, loro infatti possono solo aiutare i vigili, non sostituirli. Per questo motivo non possono fare multe relative alla circolazione dei veicoli ma soltanto controllare i mezzi in sosta e fermata. Solo in questi casi, quando non viene rispettato il Codice della Strada, possono emettere sanzioni. Ecco perché lavorano prevalentemente nei parcheggi a pagamento con strisce blu e in quelli riservati, con strisce gialle.

Le multe che possono fare gli ausiliari sono:

  • quelle che puniscono chi non espone il ticket in un parcheggio a pagamento;
  • quelle per il ticket scaduto;
  • quelle fatte a chi parcheggia in una zona di sosta o in una corsia riservata ai mezzi pubblici.

Gli ausiliari del traffico assunti dal Comune hanno più potere rispetto a quelli che lavorano per le aziende private, che possono svolgere il loro ruolo solo negli spazi di concessione. 

Attenzione: anche gli ausiliari possono chiedere patente e documento di identità agli automobilisti, rientra nelle loro capacità, anche se non sono degli agenti di Polizia.

Alleghiamo il decreto completo

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ISTAT, Aspetti della vita quotidiana: Ugento si impegna

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ISTAT, Aspetti della vita quotidiana (AVQ): Ugento si impegna.

Il Comune di Ugento, con deliberazione N°. 264 Registro Generale DEL 14/04/2022 e N°154 Registro del Settore DEL 22/06/2022 avente per oggetto: INDAGINE MULTISCOPO SULLE FAMIGLIE ‘ASPETTI DELLA VITA QUOTIDIANA – 2022 (AVQ)’ – ACCERTAMENTO E IMPEGNO DI SPESA.

DI DARE AVVIO, quale Comune campione, all’espletamento dei compiti attribuiti dall’ISTAT per l’effettuazione dell’indagine statistica “Aspetti della vita quotidiana 2022 (AVQ)”, di cui alla circolare protocollo n. 0611073/22 del 11/03/2022 assunta agli atti di questo Comune con prot. n. 7914 del 18/03/2022;

DI AFFIDARE l’incarico di rilevatrice ISTAT per l’indagine statistica “Aspetti della vita quotidiana” 2022 (AVQ)” alla Sig.ra Carlucci Valeria, posizionata al primo posto della graduatoria approvata con determinazione n. 636/2021 e in possesso di tutti i requisiti minimi di cui alla citata circolare;

DI DARE ATTO CHE la quota del contributo destinata al Comune sarà liquidata dall’ISTAT al termine della rilevazione, calcolata in base al numero di questionari ritenuti validi e conteggiati dal citato Istituto, e che la somma del contributo spettante al rilevatore sarà quindi retribuita dal Responsabile del Servizio sulla base della nota di liquidazione trasmessa dall’Istat; dando atto che a completamento delle attività di indagine e quantificata con esattezza la relativa spesa, si procederà conseguentemente alla rettifica del su disposto accertamento di entrata;

estratto deliberazione

L’Indagine Aspetti della vita quotidiana, realizzata a cadenza annuale, è condotta su un campione di circa 20.000 famiglie e 50.000 individui.

L’indagine AVQ ISTAT, infatti, fa parte di un sistema integrato di indagini sociali.

Indagini Multiscopo sulle famiglie: queste rilevano le informazioni fondamentali relative alla vita quotidiana degli individui e delle famiglie. Le informazioni raccolte consentono, perciò, di conoscere le abitudini dei cittadini e i problemi che essi affrontano ogni giorno.

Aree tematiche su aspetti sociali diversi si susseguono nei questionari, permettendo di capire come vivono gli individui e quanto sono soddisfatti delle loro condizioni, della situazione economica, della zona in cui vivono, del funzionamento dei servizi di pubblica utilità che dovrebbero contribuire al miglioramento della qualità della vita.

Scuola, lavoro, vita familiare e di relazione, tempo libero, partecipazione politica e sociale, salute, stili di vita, accesso ai servizi. Indagini in un’ottica in cui oggettività dei comportamenti e soggettività delle aspettative, delle motivazioni, dei giudizi contribuiscono, infine, a definire l’informazione sociale.

L’indagine rientra, pertanto, tra quelle comprese nel Programma statistico nazionale, che raccoglie l’insieme delle rilevazioni statistiche necessarie al Paese.

L’Istituto nazionale di statistica, ente pubblico di ricerca, è il principale produttore di statistica ufficiale. Opera in piena autonomia, in continua interazione con il mondo accademico e scientifico. Fondato nel 1926, l’Istituto ha costantemente seguito, misurato e analizzato i fenomeni collettivi e le tappe fondamentali che hanno trasformato l’Italia.

Dal 1989, infatti, l’Istat svolge un ruolo di coordinamento all’interno del Sistema statistico nazionale (Sistan).

Alleghiamo deliberazione completa:

Istat

Rifiuti urbani, sprechi pubblici e common goods

Rifiuti urbani, sprechi pubblici e common goods

Ad oggi non si può certo dire che il servizio di igiene urbana nel Salento e nel nostro territorio in particolare, goda di buona salute. Forse sarebbe più realistico parlare di “stato comatoso” se si considerano i periodi del commissariamento e poi gli anni in cui sul piano politico – istituzionale ci si è limitati a mere battaglie ideologiche, prive di utilità per l’ambiente e soprattutto per i cittadini. Basterebbe sfogliare i quotidiani locali per prendere atto del fallimento del sistema gestionale che ha visto protagoniste tutte le compagini politiche. Contrariamente a quanto titolato nel suo libro sulla storia ambientale del Novecento dal prof. McNeill della Georgetown University, è il caso di dire: “nulla di nuovo sotto il sole”. 

I dati in termini di efficacia, efficienza, economicità e soprattutto trasparenza dell’attuale sistema di gestione dei rifiuti urbani dimostrano che le politiche regionali oltre a non aver risposto alle attese, sono state palesemente difformi alle direttive nazionali ed europee in materia di rifiuti urbani. Tuttavia, pur essendo le Regioni le principali artefici dell’insuccesso gestionale, le soppresse Provincie ed in primo luogo i Comuni hanno con le loro inefficienze ed eccessi di burocratizzazione fornito un apporto non di poco conto. Proprio il Comune continua ad essere ancora oggi una sorta di longa manus nel rafforzamento delle male-bestie sturziane. Su tutte, lo sperpero di denaro pubblico. I numerosi Soloni ambientali a cui la politica locale si è negli anni affidata, talvolta facendogli indossare la doppia veste di “controllore” e “controllato”, oltre a non aver pur a fronte di laute consulenze sortito alcun beneficio per i salentini, hanno determinato un esorbitante aggravamento dei costi di funzionamento, di gestione amministrativa con tutto ciò che nel tempo ne è conseguito sul piano dei contenziosi giudiziari. Il fenomeno della polverizzazione della pubblica amministrazione non fa altro che contornare un sistema di per sé malato, addirittura giunto ormai in uno stadio di irreversibilità. Ed i rifiuti che rimangono nelle nostre case e quelli che vengono vergognosamente abbandonati nei terreni e sulle strade, costituiscono la prova di un fallimento totale.

Il governo dei beni collettivi introdotto dal premio Nobel Elinor Ostrom fornisce utili, se non fondamentali spunti di riflessione, meritevoli di attenzione tanto dai cittadini, quanto soprattutto da parte di coloro che costituirebbero quell’expertise che negli ultimi venti anni ha operato in stretta sinergia con i policy maker. Tanto vincolati ad esigenze pre e post-elettorali, espressione più di mercimonio politico che di una politica al servizio dei cittadini; quanto lontani da visioni strategiche improntate sullo sviluppo sostenibile, sulla crescita eco – solidale ed uguaglianza nel riconoscimento dei diritti sociali, soprattutto dei lavoratori operanti nel settore dei servizi igienico ambientali. 

Un insieme di politiche pubbliche disegnato sull’orizzonte strategico del bene collettivo, dell’interesse generale delle piccole come delle grandi comunità locali, che abbia al centro la persona (consumatore/lavoratore). Di quelle realtà, o come direbbe il prof. Giulio Sapelli, di “quel popolo degli abissi” che con la crisi economica del 2007 sembra non solo incattivirsi, il che è di per sé il segnale di un decadimento psico – sociale ed antropologico, oltrechè etico – morale, ma anche acquisire ulteriore consistenza a causa delle enormi diseguaglianze generate dal capitalismo finanziario. 

A livello comunale prevalgono gli interessi dei pochi, siano essi amministratori locali spesso furbescamente conniventi di un sistema economicamente inceppato, che imprenditori privi di qualsiasi indirizzo etico – morale di matrice olivettiana, interessati esclusivamente al profitto a danno della collettività.

La TARI è una “imposta” che dovrebbe essere elargita dal cittadino sulla base di ciò che egli produce in termini di rifiuto, stimolandolo, all’applicazione dei principi di gestione dei rifiuti: prevenzione, preparazione al riutilizzo, riciclaggio, recupero e smaltimento. Al suo fianco occorrono istituzioni coscienziose e responsabili ed Enti gestionali di beni e servizi collettivi nella forma del “not for profit” (non per profitto!). Nuove forme di politiche pubbliche che si occupino di common goods (beni comuni!). Una strada condivisibile per iniziare a porre le basi del superamento di quel capitalismo finanziario di tal dottrina ordo-liberista dimostratosi disastroso per l’uomo contemporaneo, che ha reso i poveri sempre più poveri ed i ricchi sempre più ricchi. E credo che forse non abbiamo visto ancora abbastanza. L’inflazione galoppante di oggi è solo un segnale di ciò che verrà. 

Ripartiamo da zero. Ripartiamo dall’essere cittadini responsabili. Avremmo risolto metà dei problemi. Il che non è poco. 

C’è anche il mare violato.

C’è anche il mare violato

Nei giorni scorsi è stato presentato il rapporto “Mare monstrum 2022” di Legambiente. Sulla scorta dei dati forniti dal Comando generale del Corpo delle Capitanerie di porto – Guardia Costiera, dall’Arma dei carabinieri (in particolare i Comandi Unità forestali, ambientali e agroforestali, Tutela ambientale e transizione ecologica, Tutela del lavoro e Tutela della salute), dalla Guardia di Finanza e dai Corpi forestali delle regioni a statuto speciale, la prestigiosa associazione ambientalista ha elaborato l’edizione 2022 del rapporto “Mare monstrum, scaricabile sul seguente link: https://www.legambiente.it/wp-content/uploads/2021/11/Rapporto-Mare-Monstrum-2022.pdf

Il documento prende in considerazione quattro macrocategorie: ciclo illegale del cemento (abusivismo edilizio), inquinamento e rifiuti, pesca di frodo, violazione delle norme sulla navigazione e sul diporto nautico anche nelle aree marine protette. Tale distinzione è importante perché dà la possibilità a tutti di comprendere le tipologie di violazioni ed i danni arrecati al “mare”, che oltre ad essere di tipo amministrativo, il classico “verbale”, riguardano purtroppo quelle azioni e quei comportamenti illegali particolarmente gravi che arrivano a vere e proprie forme di disastro e inquinamento ambientale. La vasta gamma di illeciti amministrativi, meno gravi sicuramente dei delitti ambientali inseriti nel Codice penale, spesso, come accade contro la pesca di frodo, sono l’unica “arma”, assai spuntata, su cui possono contare le donne e gli uomini impegnati nei controlli di legalità in mare e lungo le coste. La constatazione è che non esistono giuridicamente forme di reati tali da poter contrastare tali condotte. In tale contesto si insinuano quelle “forme di neutralizzazione” elaborate da un noto criminologo come David Matza. Sostanzialmente ad ognuno è capitato di dire: “ma non ho fatto male a nessuno lasciando le sdraio e l’ombrellone sulla spiaggia libera!”. Invece è un’occupazione abusiva di area demaniale. Od ancora: “In fondo, che danno ho arrecato al mare anche se ho superato il quantitativo massimo consentito ad un pescatore sportivo?”. Invece è una grave violazione della disciplina sulla pesca sportiva che viene ancor più ad essere aggravata quando il pescato viene venduto in nero ad una pescheria che lo rivende triplicando il prezzo. Ciò che emerge dal rapporto è che la Puglia è terza nella classifica delle regioni italiane per illeciti su mare e coste, con 6.032 infrazioni accertate. Nella nostra regione si commettono sette infrazioni per ogni chilometro di costa. Nella classifica dell’illegalità sul ciclo del cemento (abusivismo edilizio lungo le coste!), la Puglia figura al quarto posto con 2.712 infrazioni accertate, il 9,8% sul dato nazionale, con 10.670 persone denunciate e arrestate e 320 sequestri effettuati. È sconcertante che nel Salento, come noto vanta diverse bandiere blu, vi siano le coste predilette dai paladini del cemento illegale. Un risultato che trova conforto anche nell’ultima relazione annuale sull’abusivismo edilizio della Regione. Il Comune con il maggior numero di pratiche aperte nel 2021 risulta quello di Nardò, con 65 fascicoli. In provincia di Lecce, in un anno, i casi registrati sono saliti del 52%. Nel Gargano, invece, c’è uno degli ecomostri diffusi più devastanti del Paese: il villaggio abusivo di Torre Mileto a Lesina, fatto da migliaia di seconde case senza fondamenta e allacci su una lingua di sabbia che divide il mare dal lago. 

La Puglia si colloca poi al quinto posto per reati legati al ciclo di rifiuti e in genere a fenomeni di inquinamento marino: 1.182 i reati contestati nel 2021, l’8,5% del totale. Per quanto riguarda i reati legati alla pesca illegale, la Puglia guida la classifica generale con 223 tonnellate di prodotti ittici sequestrati (circa 124 tonnellate tra pesce, caviale, salmone, pesce spada e tonno rosso; più di 96 tonnellate di datteri, crostacei e molluschi; 1,8 tonnellate di novellame.

Che fare quindi? Cosa può fare il singolo cittadino? Cosa possono fare le istituzioni? 

Ci sarebbe molto da scrivere per dare delle risposte utili a quesiti così complessi. Personalmente ritengo che occorra comprendere che ognuno deve fare la propria parte. Non chiedere ciò che non gli è dovuto. E soprattutto non pretendere che siano sempre gli altri a dover fare. Forse ha ragione Kennedy nel dire: “Non chiedete cosa può fare il vostro Paese per voi, chiedete cosa potete fare voi per il vostro Paese». Credo che i tempi siano ormai maturi per chiederci, come ugentini in particolare, che cosa ognuno di noi può fare per il nostro straordinario ma martoriato territorio. Bisogna rimboccarsi le maniche per costruire un senso di comunità, riacquistare dignità civica e soprattutto imparare a voler bene a tutto ciò che ci circonda, perché è nostro, ma l’abbiamo preso in prestito.

POSTE ITALIANE NELLE LOCALITA’ BANDIERA BLU DI UGENTO

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Riceviamo e pubblichiamo il comunicato stampa da parte di Poste Italiane.

Le fotografie pubblicate sul profilo ufficiale Instagram dell’Azienda

Ugento, 30 giugno 2022 – Poste Italiane è presente anche nei comuni “Bandiera Blu” della provincia di Lecce. Nelle fotografie pubblicate sul canale ufficiale di Instagram dell’Azienda guidata da Matteo Del Fante, un portalettere viene ritratto mentre consegna la corrispondenza in località Torre San Giovanni; uno dei tre litorali di Ugento che quest’anno sono new entry “Bandiera Blu” insieme a Castro, oltre agli altri comuni salentini premiati: Nardò, Melendugno e Salve.

Il prestigioso riconoscimento viene attribuito ogni anno dalla Fee, (Foundation for Environmental Education) alle località turistiche e alle località costiere europee che soddisfano criteri di qualità relativi a parametri delle acque di balneazione e al servizio offerto, tenendo in considerazione ad esempio la pulizia delle spiagge e gli approdi turistici.

“Ugento è una meta importante per il turismo balneare – commenta Giorgio, portalettere del Centro Distribuzione di Casarano – grazie alla qualità delle acque smeraldine del mare ed ai servizi offerti ai visitatori”.

Insieme al portalettere di Ugento, nei prossimi giorni verranno pubblicati nuovi scatti dagli altri comuni che hanno ricevuto il riconoscimento di Bandiera Blu 2022.

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