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Gemini vive una notte storica: pienone per Antonio Castrignanò

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Gemini ha vissuto una serata che resterà a lungo nella memoria collettiva. La festa in onore di Santo Oronzo si è chiusa infatti con un concerto travolgente di Antonio Castrignanò, capace di trasformare Piazza Regina Elena in un palcoscenico vivo e pulsante, stracolmo di persone come forse mai prima d’ora nella storia della frazione di Ugento.

L’artista salentino, reduce dal grande successo alla Notte della Taranta, ha regalato al pubblico un viaggio musicale intenso e autentico, mescolando le sonorità tradizionali della pizzica a arrangiamenti moderni, senza mai snaturarne l’anima. Brani come Nina hanno scatenato un coro collettivo che ha unito centinaia – se non migliaia – di voci, a testimonianza di quanto il repertorio di Castrignanò sia ormai entrato nel cuore di un pubblico vastissimo.

L’atmosfera era quella delle grandi occasioni: piazza gremita fino all’ultimo angolo, strade circostanti affollate, tamburelli che risuonavano tra la gente e soprattutto tantissimi giovani che ballavano e cantavano sulle note della band. Un segnale importante che dimostra come Castrignanò riesca a parlare a più generazioni, rinnovando il fascino della tradizione salentina e rendendola contemporanea e coinvolgente.

La serata conclusiva della festa di San Oronzo, organizzata dalla Pro Loco Beach di Gemini grazie al patrocinio del Comune di Ugento, della Provincia di Lecce e della Regione Puglia, non è stata solo un evento musicale, ma un momento di comunità e identità: un abbraccio collettivo attorno a un artista che ha saputo esaltare le radici del territorio, trasformando Gemini in un epicentro di musica ed energia.

Un successo che, senza timore di esagerare, si candida a essere l’evento dal vivo più partecipato di sempre a Gemini.

A Torre San Giovanni solo il mare

C’è stato un tempo in cui Torre San Giovanni, marina di Ugento, era sinonimo di estate viva e vibrante. Un tempo in cui il suo corso si riempiva di famiglie in passeggiata, i locali faticavano a tenere il passo con le richieste e le serate erano animate da eventi, musica, spettacoli, sagre e iniziative di richiamo che attiravano turisti da tutta la provincia. Oggi, purtroppo, quella immagine appartiene più ai ricordi che alla realtà.

Quest’estate, come mai prima d’ora, la marina ugentina ha mostrato un vuoto evidente. A Torre San Giovanni non ci sono stati eventi, se non un’unica eccezione: il 30 luglio, in Piazza del Porto, si è tenuto l’incontro dal titolo “Il mito dell’italianità all’estero”, organizzato dall’assessorato ai Lavori Pubblici e da quello allo Spettacolo. Un evento interessante, ben strutturato nei contenuti e nella logistica, che avrebbe potuto rappresentare un fiore all’occhiello della programmazione estiva. Peccato, però, che non sia stato promosso con la stessa forza comunicativa riservata ad altre iniziative dell’entroterra, per le quali un consigliere comunale è arrivato perfino a investire risorse personali nella sponsorizzazione di post su Facebook.

Tolto questo episodio, il nulla. Nessun concerto, nessuna rassegna culturale, nessuna sagra capace di richiamare pubblico. Il risultato è stato un’estate spenta, quasi immobile, in una marina che sembra vivere di rendita sulla sua unica, indiscutibile attrattiva: il mare.

Il mare non basta più

Il turismo moderno non è fatto solo di spiagge e acque cristalline. I viaggiatori cercano esperienze, emozioni, momenti di comunità. Vogliono trascorrere le giornate al mare, certo, ma desiderano anche vivere la sera: assistere a concerti, scoprire tradizioni locali, partecipare a feste popolari, lasciarsi sorprendere da un borgo animato. Se questo manca, la destinazione perde appeal, scivola nell’anonimato e smette di essere competitiva rispetto a tante altre località che, al mare, aggiungono una programmazione ricca e continuativa.

Basta una passeggiata sul corso di Torre San Giovanni per rendersene conto. Le luci ci sono, ma la vita manca. Pochi i passanti, ancora meno i consumatori nei bar e nei ristoranti. I commercianti parlano di un calo tangibile, di una crisi che non è più solo percezione, ma realtà quotidiana.

La differenza rispetto a dieci anni fa è abissale. Torre San Giovanni non è più quel polo attrattivo capace di riempire le serate di turisti e residenti. Anzi, quest’anno si è registrata un’ulteriore battuta d’arresto con la cancellazione della tradizionale Fiera della Madonna dell’Aiuto, venuta meno per l’assenza di un comitato organizzatore. Una tradizione che non è stata sostituita, lasciando un vuoto ancora più marcato.

È come se si fosse scelta una strada minimalista, quasi rassegnata: “c’è il mare, e quello basta”. Una convinzione che forse funzionava vent’anni fa, ma che oggi si traduce in un errore strategico gravissimo.

Serve una visione

La questione non è solo di intrattenimento. È una questione di economia, di sviluppo e di sopravvivenza per l’intero territorio. Dopo la xylella, che ha cancellato gran parte dell’olivicoltura e del comparto agricolo salentino, le marine sono rimaste l’unica vera fonte di ricchezza. Senza un turismo solido, capace di attrarre e trattenere visitatori, Ugento rischia di perdere la sua linfa vitale.

Non si può continuare a improvvisare o a pensare che siano le singole associazioni a dover tamponare le lacune della programmazione pubblica. Serve un intervento serio, organico, coordinato dall’alto. Serve un progetto che rimetta al centro Torre San Giovanni e, più in generale, le marine ugentine.

Oggi la sensazione diffusa è che la marina stia lentamente spegnendosi. Ogni estate più silenziosa della precedente, ogni corso più vuoto, ogni fiera saltata lascia cicatrici profonde. L’inversione di rotta non è più un’opzione rimandabile: è una necessità urgente.

Se Torre San Giovanni vuole tornare a essere ciò che è stata, deve recuperare la sua vocazione di luogo vivo, capace di unire mare e cultura, turismo balneare e attrattiva serale. Perché senza eventi, senza vita, senza comunità, il rischio è che resti davvero “solo il mare”. E il mare, da solo, non basta più.

Un incontro casuale che ci insegna tanto: l’esempio di Sant’Angelo per Ugento

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Durante una vacanza in Maremma Toscana, con tappa finale nella provincia di Viterbo, ho avuto l’occasione di visitare Sant’Angelo, noto come il Paese delle Fiabe. Un borgo trasformato da un progetto artistico e culturale unico, interamente finanziato con fondi privati e donazioni, senza alcun contributo pubblico. Qui, tra le vie decorate da murales ispirati ai grandi classici delle fiabe, è avvenuto un incontro casuale quanto significativo con Alessandro Chiovelli, uno dei creatori del progetto.

Alessandro ha raccontato una storia toccante, quella di sua sorella Laura, figura centrale e fonte d’ispirazione. Il desiderio di ricordarla per sempre ha spinto lui e la famiglia a sviluppare Sant’Angelo il Paese delle Fiabe, coinvolgendo artisti e street artist da tutto il mondo, in gran parte donne, per celebrare l’arte, la memoria e l’impegno femminile. Ogni murale diventa così non solo un’opera visiva, ma un tributo emozionale che rende immortale la memoria di Laura, trasformando il borgo in un vero e proprio museo a cielo aperto.

La cosa più significativa è che tutto questo è stato realizzato senza alcun finanziamento pubblico, autofinanziandosi grazie a donazioni e contributi privati, dimostrando come la passione e l’iniziativa possano trasformare interi territori e creare esempi concreti di rinascita culturale e sociale.

Tuttavia, mentre a Sant’Angelo si respirava arte e bellezza, a Ugento una semplice richiesta di trasparenza sui fondi pubblici ha scatenato una vera e propria shitstorm nei miei confronti sui social. È importante sottolineare che il sottoscritto non ha mai discusso né messo in dubbio la bontà dell’investimento, né la correttezza con cui i soldi sono stati spesi, né tantomeno la qualità della manifestazione, che anzi è stata definita bellissima.

Al contrario, è sempre stato auspicato che ancora più risorse pubbliche vengano destinate a eventi culturali di questo livello, perché sono occasioni preziose di crescita e valorizzazione del territorio. L’unica domanda posta è stata: quale cifra sia stata stanziata dal Comune per l’evento. Nulla più. Ho voluto poi astenermi dal porre altri quesiti – pur legittimi – su perché i fondi siano stati affidati a quella specifica associazione e con quali criteri sia stata individuata.

Questo perché la questione del finanziamento pubblico è da sempre al centro della mia azione giornalistica. Da anni chiedo maggiore trasparenza sui contributi pubblici concessi con incarico diretto alle associazioni locali, ricordando episodi di cronaca che dimostrano quanto il tema sia delicato. Non ultimo, il caso che ha recentemente coinvolto anche l’ex assessore regionale Alessandro Delli Noci, dove al centro delle contestazioni vi sono proprio determinati finanziamenti ad APS (associazioni di promozione sociale).

Nonostante la chiarezza della mia posizione, numerosi commenti hanno volutamente travisato le parole, attribuendomi concetti mai espressi e tentando di screditare chi aveva semplicemente posto una domanda di trasparenza.

In un mondo dove nulla accade per caso, l’incontro con Alessandro e la scoperta del Paese delle Fiabe, realizzato con passione e donazioni private, diventa un simbolo di ispirazione e credo che non sia un caso che nelle stesse ore a Ugento tirasse una bufera che oggi suona come un monito: la trasparenza nell’uso dei fondi pubblici è un diritto dei cittadini e non deve mai essere percepita come un attacco personale.

Naturalmente, come sempre accade nel nostro paese, il consigliere comunale in questione non ha voluto rispondere alla mia domanda, espressa come cittadino, evidentemente di serie b.

Sciopero degli operatori ecologici dell’Aro Lecce 10

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Gli operatori ecologici dell’Aro Lecce 10 incroceranno le braccia il prossimo 2 settembre, dando vita a una giornata di sciopero proclamata congiuntamente da FIADEL, CGIL, CISL e UIL. La decisione arriva dopo settimane di tensioni e segnalazioni inoltrate alle autorità competenti, sia all’azienda Sangalli, che gestisce il servizio, sia ai vertici politici e tecnici dell’Aro.

Le sigle sindacali, in una missiva congiunta, hanno denunciato le condizioni di lavoro “al limite” sotto il profilo igienico-sanitario, una denuncia che era già stata fatta con fotografie che mostrano lo stato dei mezzi e del piazzale utilizzato per il loro parcheggio.

Ma le criticità non si fermano qui: i sindacati contestano anche il mancato pagamento dei buoni pasto relativi ai mesi di aprile, maggio, giugno e luglio, evidenziando come diversi degli impegni presi dall’azienda non siano stati rispettati.

Il malcontento era già emerso chiaramente lo scorso 26 giugno, in occasione di una riunione presso il centro servizi sulla strada Taurisano-Casarano. In quell’occasione, i lavoratori avevano esposto apertamente dubbi e problematiche, chiedendo garanzie sul futuro del servizio e sul rispetto dei loro diritti contrattuali.

Non avendo ricevuto risposte concrete, le sigle sindacali hanno scelto la strada della mobilitazione. Il 2 settembre non solo si terrà lo sciopero, ma i lavoratori daranno vita anche a una manifestazione nei pressi del Comune di Ugento, per rendere visibile alla cittadinanza e alle istituzioni la difficile situazione che stanno vivendo.

Con l’astensione dal lavoro, i sindacati intendono richiamare l’attenzione sulla necessità di garantire condizioni dignitose e sicure, oltre al rispetto degli impegni economici e contrattuali.

Guendalina Club, l’ultimo bacio ad un sogno lungo 28 anni

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Dal 1997 il cielo del Salento ha avuto una sua colonna sonora. Era fatta di battiti potenti, di luci che si riflettevano negli occhi della gente, di abbracci sudati sotto la luna. Era la colonna sonora del Guendalina Club, un nome che per quasi trent’anni ha significato estate, libertà, appartenenza.

Lì dove le notti non finivano mai, generazioni intere hanno imparato a ballare, a perdersi e a ritrovarsi. Migliaia di ragazzi e ragazze sono entrati in quel cancello con la leggerezza di chi vuole solo vivere, e ne sono usciti con il cuore più pieno, con un ricordo che non li avrebbe mai lasciati.

Il Guendalina non è stato solo un locale: è stato un tempio della musica elettronica, un luogo di pellegrinaggio per clubber e amanti della notte che arrivavano da ogni parte d’Italia e d’Europa. Dj internazionali, serate leggendarie, l’energia di un dancefloor che sapeva diventare famiglia. Ogni estate aveva il suo inno, ogni alba il suo applauso.

E ora, dopo 28 anni, arriva la notizia che nessuno avrebbe voluto leggere: il 30 agosto 2025 si spegneranno le luci, e quel palco che ha visto passare la storia della nightlife salentina darà il suo ultimo bacio.

Non sarà un addio semplice. Perché il Guendalina è stato il primo bacio per tanti amori estivi, la colonna sonora di viaggi indimenticabili, il rifugio di chi aveva bisogno di sentirsi parte di qualcosa di più grande. È stato un mito, un marchio di fabbrica delle estati salentine, sinonimo di emozioni allo stato puro.

Si dice che presto diventerà un “villaggio della musica”, un nuovo progetto con un’immagine e uno stile diversi, frutto di una visione artistica che guarda avanti. Ma chi ha vissuto il Guendalina così com’era, chi ha visto nascere il sole dietro quel palco con la pelle d’oca e le lacrime agli occhi, sa che nulla potrà mai cancellare la magia di quelle notti.

Il Guendalina non chiude davvero. Resterà inciso nella memoria collettiva come uno dei simboli più luminosi del Salento, un luogo che ha fatto ballare, innamorare, sognare.
E quando il 30 agosto si spegneranno le ultime casse, rimarrà un’unica certezza: il cuore del Guendalina continuerà a battere dentro chi lo ha amato.

Perché certi amori non finiscono.

A Torre San Giovanni nasce Sport & Music Fest 2025

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Dal 2 al 7 settembre 2025 Torre San Giovanni ospiterà la prima edizione di Sport & Music Fest, un nuovo format ideato da Spunderati Event e Bros Sport Family che promette di diventare uno degli appuntamenti più attesi dell’estate salentina. Cinque giorni che metteranno insieme sport, musica, arte e cultura in una cornice mozzafiato, quella delle spiagge dorate del Salento.

Il programma sarà ricco e variegato: si partirà con i demo play di beach volley, con la partecipazione di campioni italiani e mondiali sia della nuova che della vecchia scuola. Non mancheranno lezioni aperte di sport, rese accessibili grazie ai pacchetti Open Day, con tariffe agevolate pensate per permettere a tutti di avvicinarsi a queste discipline. Accanto al beach volley ci saranno tante attività multisportive, dal SUP al wakeboard, dalla barca a vela allo slackline, fino al wing foil, electric foil, yoga e yoga SUP, per un’esperienza che mescola adrenalina, divertimento e benessere.

La musica sarà il filo conduttore dell’evento, con artisti regionali, nazionali e internazionali pronti a proporre live set, concerti e jam session. Non si tratterà solo di intrattenimento, ma di un vero e proprio viaggio tra generi e stili musicali, pensato per valorizzare cultura e qualità. A completare il quadro, non mancheranno aree relax, wood camp zone, laboratori artigianali e workshop artistici, per dare spazio alla creatività e alla condivisione.

Sport & Music Fest non nasce solo per intrattenere, ma anche con l’ambizione di diffondere cultura musicale di qualità, promuovere consapevolezza collettiva su temi sociali e diritti e, soprattutto, creare connessione e partecipazione tra le persone. Per partecipare sarà sufficiente acquistare la tessera associativa e approfittare dei pacchetti Open Day dedicati alle attività sportive. Gli organizzatori invitano inoltre a condividere l’iniziativa sui social per contribuire a far crescere una comunità che mette al centro sport, musica e cultura.

Con Sport & Music Fest 2025 il Salento inaugura un nuovo grande appuntamento estivo: sei giorni intensi in cui energia, mare e spettacolo si fonderanno in un’unica esperienza. La prima edizione promette davvero di lasciare il segno.

Il professor Zecca protagonista alla Conferenza Mondiale sui Robot

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La World Robot Conference 2025 (WRC), svoltasi a Pechino nel distretto di Yizhuang dall’8 al 12 agosto 2025, ha richiamato l’attenzione del mondo intero sulla robotica e sull’intelligenza artificiale. L’evento ha visto la partecipazione di oltre 2.240 ospiti, 1.555 giornalisti, 1.240 espositori e più di 1,3 milioni di visitatori, confermandosi come una delle piattaforme più influenti a livello internazionale.

Tra i relatori di spicco, accanto a nomi come Rodney Brooks (fondatore di Rethink Robotics), Paolo Dario (Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa), Guang-Zhong Yang (Hamlyn Centre for Robotic Surgery, UK) e accademici di fama mondiale, c’era anche un volto che rende orgogliosa la comunità ugentina: il professor Massimiliano Zecca, docente alla Loughborough University e figlio del dottor Sandro Zecca.

Il professore ha presentato una relazione dal titolo “Il ruolo e le sfide dei robot umanoidi in una società che invecchia”, incentrata su uno dei temi più delicati del nostro tempo: l’invecchiamento della popolazione. Zecca ha evidenziato come il mondo stia affrontando una tendenza demografica senza precedenti, segnata da carenza di manodopera e aumento dei costi sanitari, che rischiano di creare un circolo vizioso fatto di calo della qualità della vita e crescita delle pressioni economiche.

In questo quadro, i robot umanoidi possono rappresentare una soluzione innovativa: strumenti capaci di offrire supporto nella gestione della salute, compagnia interattiva e stimoli per gli anziani. I progressi in AI, hardware e interfacce cervello-corpo hanno già posto le basi per la loro introduzione nelle strutture di assistenza.

Zecca ha però sottolineato che la strada verso una diffusione su larga scala non è priva di ostacoli: restano da affrontare sfide cruciali legate alla fattibilità tecnica, all’accettazione sociale e alla sostenibilità economica. Solo attraverso una collaborazione tra ricercatori, istituzioni e imprese sarà possibile fare dei robot umanoidi un vero sostegno per una società che invecchia.

L’intervento, seguito con grande interesse e applausi, ha confermato il professor Zecca come una voce autorevole nel panorama internazionale della robotica, portando al tempo stesso lustro alla comunità di Ugento, che vede un suo concittadino distinguersi in una delle conferenze più prestigiose del settore.

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